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Acciai Speciali: mercato e prezzi in crescita anche per il 2022/2023

Ne sono convinti gli ospiti di "Mercato & Dintorni" Bajetti (Acciaierie Venete), Scolari (ABS), de Miranda (ORI Martin)

“Mercato & Dintorni”, il primo webinar di siderweb dopo la pausa estiva – e interamente dedicato agli acciai speciali, “Un 2021 in tensione, un 2022 tutto da scrivere” era il tema – dopo l’introduzione di Stefano Ferrari (Ufficio Studi siderweb), ha permesso di conoscere le opinioni di tre autorevoli rappresentanti della filiera siderurgica nazionale.

Bajetti: «Mercato tonico per il biennio 2022/2023»
A cominciare da Giovanni Bajetti, direttore commerciale, marketing e pianificazione di Acciaierie Venete, che ha ricordato come il settore abbia vissuto e stia ancora vivendo una «situazione particolare, iniziata negli ultimi mesi dell’anno scorso, quando il mercato si è improvvisamente svegliato e, stanti anche gli stock bassi, gli utilizzatori hanno incrementato di molto le richieste, cosa che ha determinato la necessità di rispondere adeguatamente da parte delle acciaierie».

Bajetti ha messo in evidenza che «il sacrificio che è stato necessario, anche aumentando le produzioni, per mantenere gli impegni con gli utilizzatori si è rivelato molto più sensibile di quanto preventivato, anche per gli aumenti del rottame che hanno provocato una rincorsa tra ricavi e costi e determinato un calo della marginalità».

Ora, ha poi ricordato il direttore commerciale, marketing e pianificazione, c’è da far fronte anche ai forti rincari dell’energia elettrica, che potrebbero perdurare per molto tempo e che impattano molto sui produttori da forno elettrico. Tutto questo per dire che «il 2021 è stato ed è un anno stimolante, ma che porterà a una marginalità non coerente con quanto accaduto».

Le sue previsioni per il 2021, ha ricordato Lucio Dall’Angelo, «erano ottimistiche e si sono rivelate azzeccate» e anche per il 2022, ha detto Giovanni Bajetti, «anche alla luce dell’enorme dispiegamento di risorse economiche, credo che la situazione sarà caratterizzata da una crescita, che si protrarrà anche nel 2023, ma questo non significa che se il consumo resterà tonico, comporterà ulteriori sensibili aumenti dei prezzi».

Quanto alla realtà di Acciaierie Venete, Bajetti ha spiegato che «gli investimenti fatti nel recente passato sono stati finalizzati essenzialmente sul continuo miglioramento della qualità dei prodotti, sull’efficienza e flessibilità del ciclo produttivo e sulla salvaguardia dell’ambiente».

Scolari: «Gli investimenti permettono di soddisfare le nuove esigenze dei clienti»
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Stefano Scolari, CEO di Acciaierie Bertoli Safau, che ha rimarcato come «sul fronte dei volumi è stato un anno positivo, senza dubbio. La domanda è cresciuta, anche se le nostre filiere sono caratterizzate da una componente apparente del consumo. Sin dalla fine dello scorso anno i volumi sono andati bene e questo ci ha permesso un miglior utilizzo della nostra capacità produttiva. Il rovescio della medaglia è che questo trend di risalita si è trasferito anche ai costi. Per quanto riguarda gli acciai speciali - ha specificato -, i principali settori di vendita sono automotive ed energia e con questi stipuliamo contratti annuali. Per questo la continua rincorsa agli aumenti di energia, gas ecc. ci sta mettendo un po’ in difficoltà, per i problemi nel ribaltare gli aumenti a valle in virtù dei prezzi di fornitura bloccati».

Secondo l’ad di ABS è l’energia che sta incidendo in maniera importante, dal momento che rottame e volatilità delle ferroleghe sono coperti dai relativi extra mensili.

«In questa fase - ha aggiunto Scolari - gli aumenti li stiamo assorbendo, con un impatto sulle marginalità. È una situazione molto diversa dai produttori di acciai comuni che hanno vendite spot e che quindi hanno una miglior possibilità di adeguare tempestivamente il prezzo di vendita alle condizioni di mercato. Quindi, guardando al 2022, uno dei nostri obiettivi è di recuperare i maggiori costi». Le aspettative del manager sul 2022 si concentrano su fatto che il consumo apparente si trasformi anche in consumo reale. «Per il prossimo anno siamo comunque ottimisti».

Quanto a investimenti e innovazioni, Scolari ha rimarcato che «grazie agli investimenti, ABS cambia pelle ogni 2/3 anni ed è quindi come affrontare sfide sempre nuove. E questo aiuta a mettersi sempre in discussione per allinearsi al mercato e, grazie alla nostra integrazione con Danieli, ad avere tecnologie che ci permetto di lavorare affiancati ai nostri clienti. Tecnologie su cui in dieci anni sono stati investiti oltre 900 milioni di euro».

Investimenti e nuove tecnologiche che si collegano alla necessità di avere personale formato, ma con «una formazione basata sulla conoscenza reciproca dei bisogni tra scuola e aziende – ha concluso il manager -. Un fattore che negli ultimi anni è sempre in continua evoluzione. Inoltre, se vogliamo essere attrattivi serve un miglioramento comunicativo per riuscire a raccontare cosa è la siderurgia oggi e questo messaggio forse non può arrivare da una singola azienda. ma deve essere un messaggio di sistema».

de Miranda: «i clienti si stanno già contendendo la produzione 2022»
Il terzo protagonista a portare il proprio punto di vista al webinar siderweb è stato Roberto de Miranda del Comitato esecutivo di ORI Martin.

«Ritengo che, nonostante il rifiato del rottame, credo che energia e ferroleghe manterranno i prezzi in crescita. Già per il prossimo anno c’è un certo entusiasmo, con i clienti che si stanno contendendo  quote della nostra produzione per il 2022. Per l'automotive ci aspettiamo un rallentamento a breve, vista la mancanza di semiconduttori che sta obbligando i costruttori a rallentare il ritmo. Comunque, dal nostro punto di vista mi permetto di dire che per l’auto il problema è soprattutto di forniture, non di domanda, e questo fa ben sperare per i prossimi mesi».

Dipingendo un quadro a 360° sulla congiuntura legata alle richieste dei clienti finali, il rappresentante dell’acciaieria bresciana ha evidenziato che «sul fronte energy, noi siamo più presenti nell’eolico che, seppur negli ultimi anni abbia mostrato una domanda ballerina, in questa fase ha trovato una buona richiesta vista anche l’accelerazione dell’Ue sul fronte della decarbonizzazione. Anche se c'è un buon numero di cantieri aperti, stanno rallentando anche le costruzioni pubbliche, alla luce dei rincari delle materie prime che, per certi versi, hanno reso troppo oneroso il completamento delle opere. Sta andando invece bene l’edilizia privata in particolare con il consumo di trefolo».

Focalizzandosi sull’andamento dei prezzi nel corso dell’anno, de Miranda ha evidenziato come il momento più complesso per i produttori di speciali è rappresentato dai primi tre mesi dell’anno, in virtù di contratti trimestrali e semestrali per il comparto vergella.

«Il primo trimestre è stato molto pesante – ha detto -. I contratti chiusi a dicembre si sono rivelati avere aumenti troppo contenuti rispetto all’evoluzione del mercato. Nel corso dell’anno abbiamo dovuto poi ricontrattare con i clienti prezzi nuovi, ma con un approccio di condivisione dei rincari. Abbiamo deciso di privilegiare la continuità di rapporto assorbendo parte degli aumenti per non mettere in difficoltà i clienti nei confronti delle grandi case auto. Ora siamo in una fase di stabilità di rottame e ferroleghe, purtroppo è arrivata la stangata energetica».

Chiudendo l’intervista, de Miranda ha anche sottolineato alcune criticità ancora presenti sul fronte delle forniture energetiche. «Fare previsioni sull’energia è più complesso che farle sull’acciaio. L’aumento cui stiamo assistendo è dovuto a motivazioni non solo speculative, per cui non credo ci saranno sensibili ribassi a breve. A pesare in questa dinamica ci sono anche i rallentamenti autorizzativi sul fronte dei nuovi impianti di rinnovabili che ne allungano i tempi di entrata in funzione. Questo rende complesso anche sottoscrivere nuovi PPA come quello che abbiamo fatto. Sebbene copra solo il 10% del nostro fabbisogno, alla luce dell’evoluzione congiunturale si è rivelato anche economicamente vantaggioso, oltre che virtuoso dal punto di vista della sostenibilità. Per il futuro qualche preoccupazione arriva dalla possibile decisione di convertire gli altoforni a ciclo elettrico, e questo potrebbe generare nuove tensioni sull'energia, per non parlare del rottame».

Guardando al futuro di ORI Martin, la parola d’ordine indicata da de Miranda è verticalizzazione: «Vogliamo aggiungere valore ai nostri prodotti, e per farlo si passa o da acquisizioni di nuove aziende o dall’innovazione, che è da sempre uno dei nostri driver. Per questo lavoriamo a sei mani, non solo con i nostri clienti, ma anche con i loro, che sono le grandi case auto. Un obiettivo fisso del nostro futuro è quello della sostenibilità, anche se vorremmo un maggior pragmatismo da parte delle istituzioni, nella valutazione dell’impatto green dei progetti».

Marco Torricelli e


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