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Di Biaggio SMF «Cerchiamo di sopperire con tutor alla mancanza di esperienza ma c'è bisogno di nuove energie»

undefinedLa ricerca di personale negli ultimi anni nel settore della metallurgia ha portato alla esasperazione di alcuni ruoli. Per esempio, quello dei servizi speciali, della saldatura, ma soprattutto della manutenzione. Oggi gestire, rinnovare e parzialmente effettuare un revamping di un impianto complesso è una delle scommesse che coinvolgono i principali, i medi e i piccoli operatori. Al contempo, la formazione e il costituire dei ruoli adatti per organizzare una manutenzione programmata è una partita aperta.
Per capire meglio questo fenomeno in evoluzione abbiamo incontrato Manuel Di Biaggio (Nell'immagine dio testa) COO e Board Member di SMF (Società Metalmeccanica Friulana) srl di Fagagna (UD). L’azienda è specializzata in progettazione, costruzione e revamping di macchine e impianti per siderurgia.

Dottor Di Biaggio, la vostra azienda si posiziona in un punto particolare della filiera siderurgica di cui siete allo stesso tempo clienti e fornitori?

La nostra azienda si pone in una situazione intermedia. Il 60% della nostra produzione è dedita alla costruzione di macchine su disegno dei clienti, mentre un’altra parte è legata alla costruzione conto terzi con il nostro know-how ed engineering. Nel settore siderurgico operiamo sia nei prodotti piani che nei lunghi, dall’acciaieria al laminatoio fino alle macchine di handling e finitura. Pur non essendo un’azienda di grandissime dimensioni, SMF si distingue per disporre al suo interno di tutta la filiera produttiva: non è scontato al giorno d’oggi tra i costruttori di impianti. Partiamo da un’idea, passiamo per la progettazione con il relativo ufficio tecnico. Poi ci sono le lavorazioni meccaniche, la verniciatura, il montaggio e tutta la parte di impiantistica on board. Eseguiamo i collaudi internamente, spediamo le macchine e andiamo a montarle in loco. Questo permette ai ragazzi di toccare concretamente con mano tutti gli aspetti che si studiano in istituti come il Malignani, e successivamente all’università, potendo affrontare singolarmente le varie fasi.

Di fatto quindi lavorate tailor-made, a strettissimo contatto con il cliente, com’è cambiata l’industria? Quanto è difficile trasformare in qualcosa di fisico il desiderio del cliente?

Al giorno d’oggi essere concorrenziali sul mercato, offrire prodotti di alta qualità e con il maggior numero di nozioni tecnologiche possibili è sempre più importante. A tal proposito la tecnologia, soprattutto per quanto riguarda la parte elettromeccanica e la relativa automazione, è sempre più spinta. Da parte nostra, ove possibile, abbiamo cambiato i nostri modi di produzione per cercare di creare macchine e impianti più sostenibili e che al contempo permettano di semplificare l’utilizzo da parte degli operatori delle macchine stesse.

Si parla spesso di “mission” aziendale, qual è la vostra?

La nostra missione è proporci sul mercato europeo come fornitori di macchine e impianti nella fascia dove i big player del nostro settore non sono interessati ad andare, cioè su clienti troppo piccoli per loro ma troppo grandi per essere gestiti da ditte artigianali non sufficientemente strutturate. Il chiavi-in-mano per piccoli revamping e ammodernamenti di grosse acciaierie e laminatoi rientreranno sempre più nei nostri scopi di fornitura, fornendo un servizio su misura.

Cosa si intende per revamping in ambito siderurgico?

Il revamping significa cambiare porzioni di aree di impianti che sono diventati obsoleti in termini di efficienza, di onerosità della manutenzione, di tecnologia. Sono questi gli investimenti principali nel settore dell'acciaio. La nostra specializzazione è innanzitutto sui laminatoi e finiture, perché in questi segmenti del ciclo di lavorazione dell’acciaio c'è più meccanica, che è ciò su cui ci focalizziamo.

Siamo in una fase di evidente rallentamento economico, sta coinvolgendo anche la vostra realtà?

Dal nostro punto di vista, in girò c'è un po’ di calma ma il trend con i nostri clienti prosegue come gli anni scorsi. Forse avremo un leggero calo. Stiamo migrando verso clienti diretti per fornitura di macchine e impianti.

Cosa chiede il mercato italiano, su cosa state puntando?

L'esempio del lavoro fatto per l’acciaieria di Terni, con service che può seguire le variabili di un grande impianto, è replicabile. Da gennaio 2024 stiamo introducendo in modo più strutturato una divisione di service per il mercato dei lunghi del Nord Italia e del Nord Europa.

Che aspettative avete per prossimi anni?

Se ci si specializza e ci si rende disponibili ad affrontare le tipologie di prodotti più ostici, cioè quello che gli altri non vogliono fare, spazio ce n'è. Mentre la produzione di serie non ha più senso gestirla qua in Italia da anni.

L’ultima volta che ci siamo incontrati era in un convegno di fronte agli studenti di un istituto tecnico, avvertite anche voi la difficoltà a trovare tecnici e operai specializzati?

Manca una fetta di gente nel mercato del lavoro. Ci sono persone sui 55-60-65 anni che continuano ad avere il know-how ma poche sono disposte a insegnare. Ma ci sono pochi giovani con volontà di mettersi in gioco per imparare. Noi cerchiamo di sopperire affiancando come tutor a persone più giovani persone più esperte, anche non interne, derivanti da una rete di conoscenze.

Quali caratteristiche dovrebbe avere il dipendente ideale di SMF?

Ritengo che per emergere nel mondo del lavoro un ragazzo dovrebbe avere la voglia di fare come caratteristica principale. La parte tecnica è certamente importante, ma quella marcia in più la devono trovare i ragazzi al loro interno. Volere imparare, fare meglio, avere quel minimo di sana competitività sono gli ingredienti fondamentali. Per usare un termine forte, non accontentarsi di restare nella mediocrità. Questo tipo di mentalità permette di essere conosciuti e valorizzati all’interno delle aziende ed è il modo migliore per fare un rapido percorso. Al tempo stesso ritengo che le aziende debbano fare la loro parte. Noi per esempio mostrando l’intero percorso produttivo ai ragazzi, offriamo loro l’opportunità di toccare con mano ciò che studiano e che magari non sempre risulta chiaro dai libri di scuola.

undefinedSul tema formazione interviene anche il presidente di Smf, Ezio Darvini (qui a lato), precisando di guardare alla Germania  con il sistema duale scuola-lavoro degli istituti tecnici e professionali tedeschi (Berufsschulen), basato sull’assunzione degli studenti in azienda con contratti di formazione sin dall’inizio del percorso formativo, con alternanza continua di tre settimane di lezioni teoriche a scuola e simultaneo apprendistato. Un approccio che ritiene potrebbe essere vincente anche per il sistema formativo italiano.

 


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