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Urso: la Costituzione non consente la nazionalizzazione dell'ex Ilva

«Altra cosa è che lo Stato partecipi alla gara e faccia un'offerta migliore di quella fatta eventualmente da privati»

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TARANTO – La Costituzione italiana non prevede la possibilità di nazionalizzare un impianto siderurgico. Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo a margine dell’inaugurazione della Casa del Made in Italy di Bari, soffermandosi sulla situazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto.
«La nostra Carta costituzionale non consente la nazionalizzazione di un impianto siderurgico – ha spiegato Urso –. I padri costituenti stabilirono che ciò fosse possibile solo in tre circostanze: quando si tratta di imprese di produzione energetica, come avvenne effettivamente in passato, di attività che operano in regime di monopolio o di servizi pubblici essenziali. Nessuna di queste condizioni riguarda lo stabilimento di Taranto».
Con queste parole, il ministro ha di fatto escluso la possibilità di un ritorno sotto controllo pubblico diretto dell’acciaieria ionica, confermando la linea del governo che punta su interventi di rilancio e tutela ambientale, ma nel rispetto delle norme costituzionali che regolano la proprietà industriale.
«Altra cosa – ha spiegato – è che lo Stato attraverso suoi strumenti finanziari partecipi alla gara e faccia un'offerta migliore di quella fatta eventualmente da privati. Peraltro era quello che tentavano di fare nella precedente gara, quando vi furono due cordate, una delle quali vedeva come parte significativa essenziale proprio Cassa depositi e prestiti, ma poi l'ex Ilva fu assegnata all'altra cordata guidata da Mittal».
«Questa è l'unica via – ha spiegato – per prendere eventualmente sotto controllo pubblico un impianto siderurgico sotto amministrazione straordinaria». Urso ha inoltre detto che «martedì 11 novembre saremo in condizioni di presentare in maniera compiuta sia lo stato dei negoziati con coloro che hanno manifestato interesse ad acquisire gli impianti sia lo stato di realizzazione del Dri che vogliamo fare a Taranto, sia le modalità di approvvigionamento di gas che servono per gli impianti del Dri e per gli impianti dei forni elettrici».

Nel frattempo, tramite una nota stampa, Acciaierie d'Italia in A.S. ha confermato che in data 10 novembre l'altoforno n. 4 a Taranto sarà fermato temporaneamente per permettere l'esecuzione di manutenzioni programmate
«In conformità a quanto previsto dalle autorizzazioni e disposizioni vigenti - si legge -, l’azienda ha provveduto, al riguardo, ad informare preventivamente tutti gli Enti competenti. Durante tutte le fasi della fermata e del successivo riavvio dell’impianto, tutti i sistemi di processo a tutela dell’ambiente, nonché quelli di monitoraggio, prescritti nell’Autorizzazione Integrata Ambientale e già operativi, resteranno attivi. L’applicazione, anche in questa circostanza e come da prassi, delle procedure stabilite dall’autorizzazione garantirà la corretta esecuzione delle manutenzioni previste e minimizzerà, come di consueto, le ricadute ambientali di tali operazioni».


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