15 luglio 2022
Un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 8,7 milioni di euro. È quello che la Guardia di finanza di Verona ha operato nei confronti di una società operante nella vendita all'ingrosso di rottami ferrosi, fallita nell'ottobre 2019. L’azienda è sospettata di aver commesso un'evasione fiscale con fatture per operazioni inesistenti per oltre 11 milioni di euro.
L’amministratore della società, un 61enne bresciano, scrive l’agenzia Ansa, è indagato per bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nei suoi confronti le fiamme gialle hanno sequestrato beni per un controvalore di oltre 5,7 milioni. Un 39enne romeno è indagato per gli stessi reati e per emissione di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio; gli sono stati sequestrati beni per quasi 3 milioni di euro.
I due, secondo quanto riportato, avrebbero distratto circa 3 milioni di euro da un finanziamento erogato dal Mediocredito, garantito dallo Stato attraverso il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, simulando il pagamento di fatture false, emesse per una vendita mai avvenuta di macchinari da parte di una ditta croata, utilizzata anche per la fittizia cessione di rottami ferrosi.
Il cittadino romeno avrebbe operato un riciclaggio internazionale, attraverso movimentazioni finanziarie a favore di società con sede in Cina, Hong Kong e Serbia per oltre 6 milioni di euro.
È stata infine scoperta una compravendita simulata di un complesso immobiliare per oltre 4,3 milioni di euro da una società abruzzese dove dovevano essere collocati i macchinari falsamente acquistati.
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