14 maggio 2020
Una tecnologia sviluppata presso l'Università di Graz, in Austria, utilizza led anziché sorgenti laser per la produzione additiva di parti metalliche e ottimizza la stampa 3D di metallo ottimizzando tempi di costruzione, consumo di polvere di metallo, costi delle attrezzature e sforzi di post-elaborazione.
La stampante 3D fonde polvere di metallo utilizzando sorgenti luminose a led ad alte prestazioni e quindi la trasforma in componenti nella produzione additiva. Il nome della nuova tecnologia messa a punto da un team guidato da Franz Haas, capo dell'Istituto di ingegneria di produzione Graz, è SLEDM ed è già stata presentata una domanda di brevetto.
La tecnologia è simile alla fusione laser selettiva e alla fusione del fascio di elettroni, ma SLEDM utilizza un raggio led ad alta potenza per fondere la polvere di metallo. I diodi emettitori di luce utilizzati sono stati appositamente adattati e dotati di un sistema di lenti complesso mediante il quale il diametro della messa a fuoco può essere facilmente modificato tra 0,05 e 20 millimetri durante il processo di fusione. Ciò consente la fusione di volumi maggiori per unità di tempo senza dover rinunciare a strutture interne in filigrana, riducendo così i tempi di produzione.
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