19 giugno 2015 di Fiorenza Bonetti
DÜSSELDORF - Poco meno di cento associati, sessanta dei quali presenti nelle due aree denominate «Piazza Italia». Amafond – l’associazione dei fornitori di macchine, prodotti e servizi per la fonderia -, con la stretta e decennale collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’ICE, rinnova all’interno della manifestazione fieristica quadriennale composta da GIFA, METEC, Therm Process e Newcast, ospitata presso i padiglioni del Messe di Düsseldorf (dal 16 al 20 giugno 2015), la propria formula di esposizione collettiva. «Piazza Italia rappresenta per il mondo collegato alla fonderia un momento di straordinaria importanza per il valore aggregativo e di confronto che è in grado di garantire» spiega Fabrizio Carmagnini, direttore di Amafond. La manifestazione, punto di riferimento mondiale per il settore delle fonderie e dei suoi stakeholder, ha evidenziato una grande affluenza di pubblico e una importante presenza espositiva, suddivisa su dodici padiglioni. «Ciò che si percepisce è un generalizzato clima di maggiore ottimismo – continua Carmagnini – che lascia presagire l’arrivo di tempi maturi per la raccolta di iniziative intraprese nel passato». All’interno del grande settore di fornitori per il comparto fondiario, però, si mantiene viva una certa differenza di velocità tra i materiali lavorati, come già sottolineato dal presidente di Assofond, Roberto Ariotti, nel corso dell’Assemblea Annuale tenutasi a Made in Steel. «Ciò che venne intrapreso già una decina di anni fa da uno dei leader dei produttori di automotive tedesco si sta espandendo con decisione all’intero panorama del settore. – continua il direttore – L’alluminio e le sue leghe, infatti, stanno vedendo un sempre più massiccio impiego nella costruzione di autoveicoli, tanto nell’ambito strutturale, quanto in quello della motoristica e della componentistica». Se a questo aspetto si unisce la crescita del settore automotive europeo (clicca qui per leggere gli ultimi dati diramati da ACEA e relativi al mese di maggio), «si nota una buona velocità di crescita per gli operatori del die casting e della pressofusione di alluminio che operano nel settore». A livello globale, invece, «si nota una frenata del comparto della trattoristica e del movimento terra, accentuato anche dalla crisi ucraina. Questo perché i Paesi dell’est sono stati storicamente mercati di destinazione dell’usato italiano ed europeo. Infine, come per gli altri comparti operanti nel settore dell’edilizia, anche i fornitori per fonderie specializzati nel building continuano ad avvertire difficoltà». Un settore però, quello dell’impiantistica per l’industria fondiaria, continua a mantenere un ruolo di primaria importanza per quanto riguarda la leadership tecnologica mondiale, «in sostanziale ex aequo con quella del comparto giapponese». Un fenomeno più recente – e figlio anche delle politiche di reindustrializzazione imposte dal governo – è invece relativo all’impiantistica statunitense, che ha fatto registrare un «+20% nella produzione» afferma Carmagnini. Si conferma inoltre un problema anche nel settore dei getti: l’overcapacity cinese. Nel 2013, infatti, le fonderie cinesi hanno prodotto 44,5 milioni di tonnellate di getti, pari al 43% del totale, e in crescita di 2 milioni di tonnellate rispetto all’anno precedente. «L’eccesso di capacità produttiva cinese si fa sentire nei mercati globali, – spiega Carmagnini – anche se si dovrà attendere per comprendere se le politiche di razionalizzazione delle capacità e dell’abbattimento dell’inquinamento nel paese avranno nei prossimi mesi un impatto sulle produzioni».
Fiorenza Bonetti
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