14 gennaio 2013
La quotazione in dollari del minerale di ferro ha registrato un robusto incremento nelle prime due settimane del 2013, che ha più che compensato il calo dei quattro mesi precedenti. Dietro questa nuova fase di volatilità ci sono ancora una volta gli acquirenti cinesi che sono tornati ad accumulare scorte prima della fermata degli impianti collegata al capodanno cinese. Questa ondata di acquisiti ha sorpreso i produttori, le cui scorte di minerale erano state ridotte nella fase di debolezza del prezzo.
L’overshooting che si è verificato è molto probabilmente destinato a rientrare, almeno in parte, nelle prossime settimane quando le imprese cinesi, avendo ricostituito le scorte, diminuiranno gli acquisti. Tuttavia, nei prossimi mesi le quotazioni del minerale appaiono destinate a rimanere su livelli ben più alti di quelle previste qualche settimana addietro, in quanto sembra farsi concreta la possibilità che la crescita mondiale si riveli, nella prima parte dell’anno, più robusta di quanto anticipato grazie alle politiche monetarie espansive delle principali banche centrali, giapponese e statunitense in primo luogo. Le condizioni prevalenti sui mercati finanziari sono infatti molto accomodanti, sia in termini di tassi di interesse sia in termini di disponibilità di liquidità. Ciò sta rimettendo in moto settori che negli anni scorsi erano stati praticamente fermi, come quello immobiliare e delle costruzioni negli Stati Uniti. Qualora le principali macro aree mondiali tornassero a crescere in modo sincronico, probabile nella seconda parte dell’anno, l’effetto sarebbe un forte incremento del prezzo delle materie prime di base, con ripercussioni immediate sull’inflazione. Il 2013 potrebbe quindi proporre un copione già visto.
Gianfranco Tosini
14 maggio 2025
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