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Cresce l'incertezza sulle materie prime

In aumento la fragilità geopolitica con conseguenze sia sul mercato globale che su quello europeo

Nelle prime due settimane di aprile i valori delle materie prime a livello globale hanno continuato a mandare segnali di incertezza. Se da un lato il minerale di ferro in Cina ha frenato la sua discesa verticale iniziata a inizio marzo, il rottame in Turchia ha iniziato aprile con una correzione di 10 dollari, mentre gli sviluppi della situazione in Siria in questi giorni stanno aumentando l’incertezza. In questo inizio di secondo trimestre è chiaro che i massimi per le materie prime in questo 2018 sono già stati raggiunti tra febbraio e marzo, i prossimi mesi certamente saranno segnati da una continua debolezza del settore, con minerale di ferro al momento oscillante tra i 60 e i 65 dollari la tonnellata CFR Qingdao Cina e il rottame probabilmente in ulteriore lieve discesa dagli attuali livelli di 350-360 euro la tonnellata CFR Turchia.

A conferma dell’incertezza per i fondamentali del mercato globale, le billette russe e ucraine esportate attraverso il Mar Nero hanno dimostrato una particolare fragilità in questa prima parte di aprile. A metà marzo il mercato ha registrato un massimo storico a 550 dollari la tonnellata FOB Black Sea ma nelle ultime quattro settimane la correzione ha accelerato riportando i livelli vicini ai 500-510 dollari la tonnellata FOB Black Sea. In confronto allo scorso anno quando ad inizio aprile le billette erano scambiate a meno di 400 dollari la tonnellata FOB Black Sea il mercato rimane forte, ma il sentiment del settore si è fortemente rallentato in linea con la crescente fragilità di tutto il mercato del Mar Nero e della Turchia.

Nel frattempo è necessario notare che tra due settimane scadrà il limite per l’esenzione temporanea accordata dagli Stati Uniti ad un folto gruppo di Paesi, inclusi quelli dell’Unione europea, rispetto alle nuove tariffe per l’import di acciaio. All'inizio della scorsa settimana il governo cinese ha chiesto formalmente all'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) di intervenire riguardo alla questione. La Cina afferma nella sua richiesta di consultazione che l'implementazione delle tariffe da parte degli Stati Uniti è stata esagerata e senza priva del dovuto processo investigativo solitamente offerto ai membri del WTO. Inoltre la Cina afferma che gli Stati Uniti hanno applicato in modo scorretto le deroghe alle tariffe dell'articolo 232. «Come risultato di quanto sopra, le misure in questione sembrano annullare o pregiudicare i benefici derivanti alla Cina direttamente o indirettamente dagli accordi citati», afferma la Cina nel suo documento. «La Cina si riserva il diritto di sollevare ulteriori rivendicazioni di fatto e legali».

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È possibile cliccare sui grafici per verderli ingranditi

La congiuntura: opportunità e rischi
Nonostante l’incertezza dei mercato a livello globale, è necessario tenere conto del fatto che alcuni importanti cambiamenti in mercati chiave sono in atto che avranno un diretto impatto sul mercato europeo e italiano. In India, per esempio, continua il percorso che porterà all’acquisizione da parte di un nuovo operatore di Essar Steel, gruppo specializzato nel settore dei piani e attivo nell’esportazione sull’Europa. Al momento in corsa per l’acquisizione sono ArcelorMittal con Nippon Steel & Sumitomo Metal Corporation da una parte e JSW Steel con Nu Metal. Fonti del mercato considerano che chiunque sarà il compratore di Essar, il risultato per il mercato europeo sarà di una minor offerta dal punto di vista dell’importazione, in quanto ArcelorMittal avrebbe interesse a limitare le vendite sull’Europa mentre JSW sarebbe in grado di avere più controllo sui prezzi dall’India, tra i principali fornitori in Europa di bobine lo scorso anno.
Nel frattempo alle porte dell’Europa, in Turchia, la valuta locale ha raggiunto i minimi storici rispetto al dollaro lo scorso 11 aprile toccando quasi quota 4,2/USD; nel secondo semestre del 2014 il valore della valuta era il doppio rispetto a quello attuale. La svalutazione della lira turca ha certamente un impatto diretto sul mercato interno del Paese asiatico, importatore di materia prima ed esportatore di prodotti finiti.  

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Influssi sull’Europa
A livello europeo l’incertezza globale in questa prima parte di aprile ha chiaramente portato i mercati a frenare il trend tutto sommato rialzista iniziato nella seconda metà dello scorso anno. Sia i prezzi dei piani che dei lunghi in Nord Europa sono rimasti sostanzialmente stabili da inizio marzo, ma il sentiment è chiaramente in discesa dovuto alle correzioni per i valori del rottame domestico che si stanno registrando in tutta Europa e la relativa discesa delle offerte dall’estero di prodotti piani rispetto ai picchi del primo trimestre. Come in Italia, il tema predominante in Nord Europa rimane lo stallo del mercato, con la stabilità dovuta per lo più al rallentamento degli scambi in attesa di maggior chiarezza.
Sul fronte industriale in Nord Europa la concentrazione tra Tata Steel Europe e thyssenkrupp continua ad essere portata avanti ma la società tedesca ha confermato che sarà completato il procedimento entro la fine di giugno, in lieve ritardo rispetto alle precedenti attese, in attesa che il Tata Steel Europe concluda la negoziazione con i propri dipendenti rispetto al futuro contrattuale.

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Il fronte italiano
Sul fronte italiano certamente gli occhi degli osservatori internazionali rimangono puntati sul caso Ilva. ArcelorMittal ha confermato la proposta di vendere alcuni asset importanti in Romania, Repubblica Ceca, Belgio e Lussemburgo per avere il via libera della comunità europea riguardo all’inglobazione nel gruppo degli asset italiani. L’annuncio dimostra ancora di più, se mai ce ne fosse bisogno, quanto il sito produttivo tarantino è considerato strategico nel mercato europeo dal maggior produttore di acciaio al mondo.
Nel frattempo l’incertezza di alcuni prezzi sul mercato globale sta cominciando ad avere un effetto diretto sul mercato italiano. Il rottame domestico risente delle correzioni in Turchia mentre sul fronte dei coils le offerte dall’estero rimangono poco competitive ma nelle ultime quattro settimane hanno perso circa 30 euro la tonnellata, fino ad assestarsi oggi a livelli di 530-540 euro la tonnellata CIF Sud Europa da fornitori per lo più indiani e turchi. Nelle prossime settimane la tenuta dei prezzi dei prodotti finiti connessi dovrebbe dare supporto ai livelli indiani, ma ulteriori discese del rottame e la continua svalutazione della lira turca potrebbe portare le offerte dalla Turchia a scendere ulteriormente.

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