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Febbraio 2018: la congiuntura siderurgica

L'andamento dei principali indicatori dell'acciaio italiano, europeo e mondiale

Lo scenario mondiale

A gennaio la produzione mondiale di acciaio è stata di 139,439 milioni di tonnellate, con un aumento dello 0,8% (+1,171 milioni di tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2017. Il tasso di utilizzo degli impianti siderurgici è stato del 70%, contro il 70,2% dello stesso mese dell’anno scorso.

Nel primo mese dell’anno, tra i primi dieci Paesi produttori di acciaio, sei hanno registrato una crescita della produzione rispetto all’anno scorso, mentre quattro hanno mostrato una contrazione. La performance migliore, in termini percentuali, è della Turchia (+7,6% a 3,174 milioni di tonnellate), seguita da Corea del Sud (+2,7% a 6,125 milioni di tonnellate), India (+2,5% a 9,028 milioni di tonnellate), Germania (+1,5% a 3,700 milioni di tonnellate) e Giappone (+0,3% a 9,030 milioni di tonnellate).

In calo, invece, Ucraina (-0,1% a 2,100 milioni di tonnellate), Cina (-0,9% a 67 milioni di tonnellate), USA (-2,2% a 6,822 milioni di tonnellate) e Russia (-3,9% a 5,7 milioni di tonnellate).

Per ciò che concerne le nove macro aree nelle quali la World Steel Association suddivide il globo, sette aumentano la produzione. L’area migliore è l’Africa (+15,1% a 1,285 milioni di tonnellate). Al secondo posto i Paesi europei non facenti parte dell’Ue (+11,9% a 3,514 milioni di tonnellate), poi l’Oceania (+11,6% a 552mila tonnellate), il Medio Oriente (+11,4% a 2,918 milioni di tonnellate), il Sud America (+3,2% a 3,605 milioni di tonnellate), l’Ue (+1,4% a 14,391 milioni di tonnellate) e l’Asia (+0,9% a 95,047 milioni di tonnellate).

In contrazione, invece, la CSI (-1,4% a 8,490 milioni di tonnellate) ed il Nord America (-2,1% a 9,637 milioni di tonnellate).

Nell’UE, la crescita della produzione ha interessato 11 dei 20 Stati membri produttori di acciaio. I tre Paesi che fanno registrare la miglior performance sono Grecia (+29,4% a 110mila tonnellate), Ungheria (+17,4% a 155mila tonnellate) e Repubblica Ceca (+5,6% a 461mila tonnellate), mentre i tre Stati con i risultati peggiori sono Croazia (-16,7%), Regno Unito (-13,0% a 490mila tonnellate) e Austria (-5,8% a 658mila tonnellate).

 

La siderurgia italiana

A gennaio 2018, la produzione siderurgica italiana, rileva Federacciai, è stata di 2,018 milioni di tonnellate, con un aumento del 5,3% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. Espresso in tonnellate, l’incremento è stato di 101mila tonnellate.

Il dato suddiviso per lunghi e piani, relativo al mese di dicembre, vede una produzione di lunghi di 795mila tonnellate (-0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) ed un output di piani di 943mila tonnellate (-3,3%).

Nel 2017 la produzione nazionale di lunghi si è attestata a 11,918 milioni di tonnellate (+2,3% rispetto al 2016), quella di piani a 11,270 milioni di tonnellate (-2,6%).

 

Le importazioni

A novembre del 2017 le importazioni italiane di materie prime siderurgiche, semilavorati, prodotti finiti e tubi sono state pari a 2,831 milioni di tonnellate, con un incremento del 23,6% rispetto allo stesso periodo del 2016. Secondo le elaborazioni di Siderweb sulla base dei dati Istat, l’aumento ha riguardato tutte le categorie analizzate: materie prime (+24,6% a 902mila tonnellate), semilavorati (+55,9% a 434mila tonnellate), laminati piani (+7,7% a 1,042 milioni di tonnellate), laminati lunghi (+30,0% a 297mila tonnellate) e tubi (+73,9% a 117mila tonnellate).

Le importazioni dai paesi UE sono salite del 27,9%, passando da 1,189 a 1,521 milioni di tonnellate (+332mila tonnellate), mentre quelle dai Paesi extra Ue sono aumentate del 19% (da 1,101 a 1,310 milioni di tonnellate).

 

Le esportazioni

Nell’undicesimo mese del 2017 le esportazioni italiane di materie prime siderurgiche, semilavorati, prodotti finiti e tubi si sono attestate a 1,734 milioni di tonnellate, con un decremento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2016. In particolare, sono cresciute le esportazioni materie prime (+2,9% a 49mila tonnellate), di semilavorati (+27,4% a 107mila tonnellate), di lunghi (+5,7% a 648mila tonnellate) e tubi (+1,9% a 296mila tonnellate), mentre si sono contratte quelle di piani: -11,7% a 634mila tonnellate.

Per quanto concerne la destinazione delle esportazioni, si registra un aumento dell’1,4% verso i Paesi dell’Unione europea (da 1,265 a 1,283 milioni di tonnellate), mentre quelle dirette nei Paesi Terzi si sono ridotte del 7,4% (da 488mila a 452mila tonnellate).

 

Le previsioni a breve termine

Le previsioni a breve termine per la siderurgia europea e italiana sono per la prosecuzione della crescita della domanda di acciaio sebbene con un ritmo inferiore a quello dello scorso anno. Ciò è dovuto al fatto che l’incremento dell’attività sta rallentando in quasi tutti i settori utilizzatori.

Nel secondo trimestre del 2018 la crescita del consumo reale di acciaio nell’UE dovrebbe attestarsi all’1,8%, contro il 2,5% dello stesso periodo dell’anno precedente. Il consumo apparente dovrebbe invece aumentare del 4,3%, contro un calo dello 0,4% del secondo trimestre, del 2017. Il gap fra l’incremento della domanda reale e apparente di acciaio evidenzia un supporto significativo del ciclo delle scorte.

Resta aperta la questione circa la capacità delle imprese siderurgiche europee di trarre giovamento dalla crescita della domanda interna di acciaio. Le distorsioni sul lato dell’offerta provocate dalle importazioni restano il rischio principale per la stabilità del mercato europeo dell’acciaio. L’attività dei settori utilizzatori di acciaio nell’UE resta trainata soprattutto dai settori della meccanica strumentale la cui attività è attesa crescere del 3,6% nel secondo trimestre, dei prodotti in metallo (+3,5%), altri mezzi di trasporto (+3,5%), elettrodomestici (+3,4%).

Dovrebbe invece rallentare l’apporto del settore automotive (+2,1%) e diminuire quello del settore della produzione di tubi (-3,1%). Invariato invece il contributo del settore delle costruzioni, la cui attività è prevista in crescita del 2,3%, come nel primo trimestre.

 

Prezzi: a dicembre si riparte

Gennaio di rincari per il comparto nazionale dell’acciaio. Nel primo mese del 2018 prosegue il trend di aumento dei prezzi dei prodotti siderurgici, iniziato a dicembre. Il SiderIndex (ovvero l’indice che misura le quotazioni medie alla tonnellata dei prodotti siderurgici in acciaio al carbonio sul mercato italiano), infatti, è stato pari il mese scorso a 442,61 euro la tonnellata, con una crescita dello 5,8% rispetto a dicembre, quando fu pari a 418,26 euro la tonnellata. Durante le prime due rilevazioni di febbraio si è confermata la tendenza crescente, con il SiderIndex che è salito sino a 447,78 euro la tonnellata.

Analizzando l’andamento dei singoli prodotti, a gennaio si nota un’evoluzione piuttosto omogenea tra i vari prodotti. Sia i lunghi sia i piani fanno registrare decisi aumenti rispetto al mese precedente, compresi tra i +23,5 euro la tonnellata dei laminati mercantili ed i +31,1 euro la tonnellata delle lamiere nere. Fa parziale eccezione solo la vergella per rete, che rincara di 12,1 euro la tonnellata.

Per ciò che riguarda il rottame, infine, il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 292,8 euro la tonnellata a dicembre, contro i 288,3 euro la tonnellata di dicembre (+1,6%).

 

190218 


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