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Inox tra mercato, prezzi, dazi e distribuzione

Stainless steel: market & outlook, la fotografia degli analisti sul mercato dell’inossidabile

BERGAMO – Una panoramica a 360° sul mercato. Questo è ciò che è andato in scena venerdì a Bergamo durante il convegno Stainless steel: market & outlook, organizzato da Siderweb ed Associazione Italiana di Metallurgia nel corso dell’evento internazionale European Stainless Steel Conference - Science & Market e Duplex Stainless Steel Conference & Exhibition.
Quattro i relatori che si sono avvicendati sul palco: Markus Moll (Managing Director SMR), Achille Fornasini (Chief Analyst Siderweb), Stefano Ferrari (responsabile Centro Studi Siderweb) e Paolo Viganò (Centro Inox).

Mercato: prospettive positive per l’Ue

Il comparto dell’inox globale è reduce da un record produttivo, quello del 2016, quando l’output è stato di oltre 47 milioni di tonnellate. E le prospettive sono discrete, anche in Europa. Lo ha detto Markus Moll (Managing Director SMR), precisando che «nel 2017 la produzione mondiale salirà del 4,8% e nel 2018 del 3,6%. In Unione europea, si passerà da 7,24 milioni di tonnellate del 2016 a 7,45 milioni di tonnellate quest’anno ed a 7,54 milioni di tonnellate nel 2018». Dal punto di vista delle tipologie di prodotti realizzati «il trend di sostituzione della serie 300 con la serie 200 e 400 sembra essere terminato», mentre tra i prodotti di nicchia «negli ultimi 5 anni il duplex è stato testimone di un incremento dei volumi del 50%, ma oggi copre solo l’1,4% del totale del mercato dell’inox». Tornando all’Ue, «il tasso di utilizzo degli impianti è buono, pari a circa l’85% della capacità produttiva, e l’industria sta aumentando la propria redditività, ma l’ebit rimane ancora sotto il 10%, un livello basso»

 

Mesi deboli per nickel e inox

«Dopo un 2016 caratterizzato da una forte crescita dei prezzi di tutte le materie prime, compresi i metalli ferrosi e non ferrosi, i primi mesi del 2017 hanno visto una diffusa correzione legata soprattutto al parziale alleggerimento dell’interesse dei fondi. C’è molto realismo in questo movimento – ha spiegato Achille Fornasini, Chief Analyst di Siderweb -, che sta appunto correggendo l’irrazionale euforia che c’era stata nei mesi scorsi». Per ciò che concerne l’acciaio inox, «c’è un nickel molto debole – ha proseguito Fornasini – dovuto ad un’offerta straordinaria che si scontra con una domanda asfittica. Gli stock si sono raddoppiati negli ultimi cinque anni, ed attualmente il nickel risulta essere il più debole fra i metalli industriali». Ciò, unito al deprezzamento del cromo e del molibdeno, si riflette sulle tipiche produzioni di acciai inossidabili (serie 304, 316 e 430), «che oggi sono in fase di flessione, con prospettive di ulteriori indebolimenti».

 

Dazi: servono?

Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi di Siderweb, ha analizzato il tema dei dazi, in particolare cercando di capire quali sono state le conseguenze sul mercato dei dazi imposti sulle importazioni di acciai piani a freddo in inox provenienti da Cina e Taiwan. «I dazi imposti dalla Commissione alle importazioni da Cina e Taiwan hanno avuto i seguenti effetti: l’azzeramento degli arrivi di piani a freddo dalla Cina unito all’impennata delle importazioni di piani a caldo, nessuna influenza sull’export di Taiwan all’interno dell’Ue, nessun influsso sui prezzi ed hanno coinciso con un incremento della redditività dei principali produttori di acciaio». Secondo Ferrari «i dazi hanno avuto quindi solo un parziale successo: il massimo dell’effetto sulle importazioni è avvenuto nella seconda metà del 2014 e ad inizio 2015, quando sono state prese le prime decisioni e quando hanno iniziato a circolare con insistenza le voci dell’introduzione dei dazi. Sembra quasi che, più che i dazi in sé, le voci abbiano influito sul mercato. Un influsso, però, che ha avuto breve durata: dopo pochi mesi i volumi sono tornati a livelli record. Sembra che influiscano sul mercato più le minacce dei dazi stessi. Motivo per cui, se l’Ue ed i produttori europei vogliono che i dazi abbiano effetto sul mercato, devono essere applicati con velocità, altrimenti, come in questo caso, diventano effettivi quando il picco dell’import è già stato superato».

 

Un occhio sulla distribuzione italiana

Paolo Viganò (Centro Inox) ha invece presentato i risultati della ricerca effettuata da Centro Inox, in collaborazione con Assofermet, sulla distribuzione nazionale di acciai inossidabili. Il lavoro, che aggiorna un analogo studio effettuato nel 2003, ha portato alla luce 174 aziende attive nel comparto, delle quali 146 al nord (73 in Lombardia). Di queste, la maggior parte è di piccole dimensioni (il 68% conta tra 1 e 15 dipendenti). Sette aziende sono integrate con le acciaierie, 29 sono indipendenti e 138 di sono composte da trader/stockisti. Il 53% delle imprese tratta volumi inferiori alle 2.000 tonnellate annue, mentre solo una ventina di imprese movimentano oltre 20.000 tonnellate annue. Dal punto di vista dei volumi, tra il 2003 ed il 2013 si è registrato un forte incremento del giro d’affari degli integrati, saliti a 361.000 tonnellate. Nel medesimo lasso di tempo si è registrata una forte “mortalità” delle imprese dell’inox: si stima che il 31% delle aziende censite nel 2003 abbiano chiuso i battenti.


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