7 novembre 2024
RIMINI – Nel contesto della decarbonizzazione delle produzioni, con il graduale abbandono del ciclo integrale e il passaggio alla tecnologia del forno elettrico, il rottame diventerà sempre di più una materia prima centrale e strategica per l’intera filiera siderurgica. Un passaggio che richiederà nuovi equilibri di domanda-offerta, nuove normative, nuove catene logistiche. Questi alcuni dei temi trattati da Cinzia Vezzosi (presidente Assofermet e Zetamet) e Fabio Zanardi (presidente Assofond e Zanardi Fonderie), rispondendo alle domande di Francesca Morandi (responsabile delle Relazioni Esterne di siderweb), durante il convegno "La centralità del rottame nel futuro della siderurgia", organizzato da siderweb in collaborazione con RICREA, durante l'edizione 2024 della fiera ECOMONDO.
Una questione fondamentale emersa nel confronto è quella relativa alla qualità del rottame che alimenterà la futura elettrosiderurgia europea. Con la quota di rottame “vecchio” prevista in netta crescita, «la riduzione della disponibilità di rottami “nuovi”, provenienti da taglio, cesoiati e ritorni di acciaieria, farà aumentare l'uso di materia prima che ha bisogno di "purificazione"», ha spiegato Cinzia Vezzosi. In questo senso, secondo la presidente di Assofermet, serve puntare su soluzioni innovative di selezione e affinazione, portando come esempi virtuosi quelli di Usa e Turchia: «In Europa abbiamo una siderurgia di vecchio stampo, mentre in altre parti del mondo riescono a utilizzare grandi quantità di rottami vecchi grazie all'aggiornamento degli impianti e ad investimenti in nuove tecnologie. Questo dovrà avvenire anche da noi, ma dobbiamo riuscire a rinnovarci». In questo quadro, l’intelligenza artificiale potrà aiutare il settore: «È una questione che non può essere tralasciata. È uno strumento e dobbiamo preparare le nostre aziende a gestirlo nel modo corretto. Il vantaggio che l’IA porta con sé è che può essere applicata a qualsiasi livello aziendale, ma vediamo un panorama preoccupante perché in Italia abbiamo una bassa percentuale di aziende che si sono avvicinate all'argomento. In altri Paesi sono più avanti di noi e serve una spinta per restare al passo».
Il tema del rottame interessa anche il mondo della fonderia, in particolare nel quadro di una diminuzione dei volumi di ghisa russa in ingresso in Europa. Uno scenario che, come ha sottolineato Fabio Zanardi anche in una recente intervista a siderweb, «rischia di essere una sorta di bomba a orologeria». «Siamo certi che verrà a mancare questa fonte rappresentata dalla Russia. Il contingente 2024 si è già esaurito e nei primi mesi del 2025 si consumerà nuovamente. Tuttavia, la bomba non è ancora esplosa perché non stiamo lavorando. Abbiamo un livello di domanda talmente basso che c’è ancora disponibilità nei nostri magazzini, ma questa situazione va risolta e serve una commodity sostitutiva», ha detto il presidente di Assofond. Le possibili alternative sono «le vie sudafricane e norvegesi, ad esempio, ma sono più costose di quelle russe. C’è poi un possibile scenario brasiliano ma, a causa della distanza e del mercato americano molto più vicino, risulta difficile da praticare. La speranza è rappresentata dalla riapertura di alcune forniture ucraine che sembrano della qualità adatta per le nostre produzioni. Queste nuove vie alternative, forse, eviteranno la deflagrazione della situazione». Guardando al futuro, il presidente di Assofond ha evidenziato come «la ghisa in pani, essendo un prodotto da altoforno, sarà sempre più difficile da reperire e quindi dovremo utilizzare DRI con cattura della CO2 e, più avanti, realizzato direttammente con l'impiego di idrogeno. Però servono investimenti onerosi che ora non convengono, in quanto i prodotti da ciclo integrale in questo momento sono più convenienti. Serve perciò una politica strategica per salvaguardare la nostra industria ed evitare di penalizzarla».
Federico Fusca
24 gennaio 2025
Nuova edizione del siderweb TG. Credits: archivio siderweb; World Steel Association media library.
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