4 giugno 2024 Translated by Deepl
Dal punto di vista degli operatori della distribuzione e del trading di prodotti piani in acciaio, i prossimi anni saranno caratterizzati dall’incertezza. Timori espressi da Cesare Viganò e Alessandro Fossati, incalzati dal direttore responsabile di siderweb Davide Lorenzini, durante il webinar MERCATO & DINTORNI di questa mattina, dal titolo “Piani: il futuro del settore tra mercato e nuovi investimenti”.
Un tema cruciale per il comparto è certamente quello della notifica dell’Ue al Wto per estendere le misure di Salvaguardia sulle importazioni di acciaio, prorogandole fino al 2026 con alcune modifiche. Fra queste, la principale riguarda un tetto del 15% per singolo Paese nell’ambito del TRQ residuo per coils a caldo e vergella. Rispetto a questo, Cesare Viganò (consigliere delegato di ArcelorMittal CLN Distribuzione Italia e SSC distribution managing director di CLN Group) ha espresso la preoccupazione che «nel primo semestre 2026 vi sarà una sovrapposizione tra la Salvaguardia e il CBAM e, quindi, dei relativi effetti». In linea generale, le modifiche porteranno a un riequilibrio delle quote importate in Europa, ma con le nuove regole «dal 1° luglio avremo un tempo estremamente lungo per sdoganare e ritirare fisicamente il materiale senza incorrere in dazi del 25%. Con queste quote la stima è di dover aspettare addirittura tre trimestri per riuscire a sdoganare e quindi recuperare tutto il materiale in circolo. Questo significa che avremo materiale stoccato impossibile da utilizzare e poi che andremo a vendere materiale ordinato sei o nove mesi prima a un livello di prezzo che non possiamo prevedere». Una situazione che, come ha evidenziato Viganò, cambia gli scenari e aumenta le incognite, fonti di preoccupazioni per i centri servizio.
Le stesse inquietudini sono vissute dal trading, come sottolineato da Alessandro Fossati (managing director di Gamma Trade). Allo stesso tempo, però, il nuovo scenario che si sta venendo a creare apre nuove opportunità con la ricerca di «nuove fonti di approvvigionamento. Si stima che dovrebbero venire a mancare circa 400mila tonnellate di coils a caldo a trimestre, quando la produzione annuale domestica europea è di circa 40 milioni di tonnellate; il fabbisogno quindi dovrebbe essere soddisfatto acquistando altrove - ha rimarcato -. Questo “altrove” sarà l’Indonesia, Paese non soggetto al regime di Salvaguardia. Al suo interno c’è uno stabilimento che si chiama Dexin che ad oggi produce esclusivamente billette e bramme, di proprietà cinese, ma che tra agosto e luglio dovrebbe spostare i suoi circa 4,5 milioni di tonnellate di capacità di bramme a valle, ovvero in HRC. Finché non raggiungerà volumi tali da far scattare le misure europee di protezione, potrà rappresentare una fonte per i nostri mercati».
Redazione siderweb
29 novembre 2024
Nuova edizione del siderweb TG. Credits: archivio siderweb; World Steel Association media library.
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