18 maggio 2023 Translated by Deepl
RHO (Mi) - Bilancio oltre le aspettative e prospettive di sviluppo industriale sempre crescenti. Non nasconde l’entusiasmo per un periodo di sviluppo particolarmente positivo il Ceo di Eusider Group, Eufrasio Anghileri, intervistato a Made in Steel 2023.
Può anticiparci qualche numero dei risultati del 2022?
Il bilancio 2022 per Eusider è stato particolarmente positivo, persino migliore di quello già più che buono del 2021. Mi sento di poter dire, quindi, che per il 2022 non possiamo che essere soddisfatti. In dettaglio, abbiamo raggiunto un fatturato di 1,2 miliardi di euro con un Ebitda del 10,6%. La quota di export è salita al 35% e il rapporto posizione finanziaria netta/Ebitda è stato di 1,5. Un indice importante, dal momento che convenzionalmente un rapporto intorno a 3 è ritenuto virtuoso. Anche il nostro team si è ampliato, raggiungendo i 700 collaboratori. Stiamo anche valutando ulteriori possibili opportunità di crescita, guardando con particolare attenzione al mondo delle prelavorazioni. Abbiamo deciso di abbandonare completamente il trading puro, per avvicinarci sempre più a soddisfare le esigenze del consumatore finale; in questo modo possiamo impostare una strategia maggiormente industriale.
Sia il 2021 che il 2022 sono stati anni positivi per l’industria siderurgica. Come si è presentato il primo quadrimestre 2023, dal vostro punto di vista?
Devo confessare che intorno a ottobre avevo ecceduto in pessimismo. Temevo che dal primo gennaio del nuovo anno avremmo assistito a un rallentamento generalizzato; invece posso affermare che abbiamo chiuso il primo trimestre 2023 con risultati assolutamente positivi e in linea con i numeri del 2022. E va sottolineato che i primi tre mesi dello scorso anno erano stati molto buoni. Aprile, invece, con la complicità delle tante festività e dei ponti, si è presentato come un mese più “stanco”. Ora stiamo assistendo a una fase di riduzione dei prezzi, con la consapevolezza che in siderurgia quando i prezzi scendono si innesca particolare attendismo, con gli acquisti che vengono ritardati il più possibile nel tentativo di spuntare il prezzo migliore. Devo però dire che i risultati dei primi tre mesi dell’anno ci permettono di guardare a questo rallentamento con una tranquillità maggiore.
Quali sono le criticità da superare nei prossimi mesi?
La prima criticità che mi viene in mente è l’estrema difficoltà che stiamo incontrando a reperire collaboratori, a qualunque livello. Ci troviamo nella necessità di integrare nuovo personale e fatichiamo a trovare persone preparate sia tra i laureati, che tra i diplomati. Questo persino senza porre particolari limiti, ad esempio di età o titolo di studio. La seconda criticità che mi lascia qualche preoccupazione è senza dubbio legata agli effetti del repentino rialzo dei tassi di interesse. E questo pesa sui conti, nostri e dei nostri clienti. Non vorrei che con questo livello di oneri finanziari, che negli ultimi anni è stato quasi irrisorio, qualche azienda potesse andare in sofferenza. Ciò ci porta a essere ancor più prudenti del solito nel concedere fidi non assicurati.
Diversificazione della gamma e internazionalizzazione sono due punti chiave della vostra strategia industriale, come sta andando la loro implementazione?
La diversificazione è da sempre uno dei punti di forza della nostra attività: oltre che carbonio, trattiamo anche inox e alluminio. Nonostante la nostra gamma sia già piuttosto completa, vorremmo inserire ulteriori lavorazioni che ci portino, come ho già ricordato, ancor più vicino al cliente, per fidelizzarlo ulteriormente. Sul fronte internazionale ora siamo anche interessati all’eventualità di avere una controllata oltreconfine, ma senza sentirci obbligati a doverlo fare. Se l’opportunità si presenterà, la analizzeremo con attenzione, ma ora si deve prestare attenzione anche al prezzo di acquisto proposto. I multipli non possono essere basati sui risultati di bilancio visti negli ultimi due anni, un po’ “drogati” al rialzo, passatemi il termine. Se invece la proposta si basasse su valutazioni equilibrate in termini di internazionalizzazione saremmo, particolarmente interessati.
A che punto è lo sviluppo del vostro nuovo polo industriale a Ostiglia (Mn)? Avete in programma ulteriori piani di espansione?
Il polo di Ostiglia è senza dubbio l’investimento maggiore che abbiamo fatto negli ultimi anni. Ricordo che si inserisce su un’area di 100 ettari su cui abbiamo realizzato una struttura da 50mila metri quadrati coperti, a fronte però di una possibilità edificativa nell’ordine dei 400mila metri quadrati coperti. In questa nuova sede, che inaugureremo il 9 giugno, accorperemo quattro realtà dedicate al tubo senza saldatura, inserendo anche in questo caso una parte di prelavorazioni. C’è già un progetto espansivo per ulteriori 50mila metri quadrati, ma è ancora in fase di valutazione. Poi siamo disponibili a proporre sul mercato, a operatori della logistica, gli altri 300mila metri quadrati, dal momento che lo stabilimento è direttamente integrato con il Canal Bianco e permette la movimentazione, via fiume con chiatte, di importanti quantitativi di materiale in arrivo e in partenza verso i principali porti del Mar Adriatico. Un sistema logistico che utilizzeremo noi in primis, diminuendo significativamente il numero di mezzi pesanti sulle strade e quindi anche le emissioni di CO2. Per questo l’investimento va anche in direzione della sostenibilità.
L’edizione 2023 di Made in Steel ha soddisfatto le vostre aspettative?
Made in Steel cresce di importanza anno dopo anno, sono presenti le principali realtà italiane e non solo. È diventata un momento di incontro veramente importante. Sia sul fronte della partecipazione che della parte convegnistica, ormai questo è un evento imprescindibile. Siamo talmente soddisfatti da poter già confermare la nostra presenza per l’edizione 2025.
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