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FIMIGroup: nuova sede in India

Contratti per oltre 50 milioni di euro. Il CEO Pensotti: «Accordi per lo sviluppo di nuovi prodotti con i siderurgici»

Translated by Deepl

Giro d’affari in sensibile crescita, un Ebitda di oltre 5 milioni di euro nel 2021, una nuova sede in India. FIMIGroup, che progetta, costruisce e installa impianti e macchine per la lavorazione di coils in tutto il mondo, continua la propria strategia di espansione e crescita, con altre operazioni di M&A che stanno maturando. Lo spiega il CEO, Antonio Pensotti

Avete inaugurato una sede a Mumbai, India, ad aprile. Qual è la strategia che sottende a questa nuova operazione? Quali sono i produttori indiani con cui lavorerete? 
Il mercato siderurgico è sempre più “global” e le dimensioni dei principali player ne seguono il trend. Sono stati gli stessi produttori a invitarci a fare questo passo, leggendo in FIMI uno dei principali e più quotati partner dei gruppi stessi. La condivisione nelle nuove tecnologie che FIMI ha sviluppato e sta sviluppando ci ha indotto a creare questa nuova sede operativa, che condividerà con i maggiori produttori di acciaio lo sviluppo e la messa in produzione di nuove linee di prodotti.
FIMI ha sottoscritto nel solo continente indiano contratti per oltre 50 milioni di euro per consegne nel prossimo anno con i principali gruppi (Tata, AM/NS India, JSW). 

Qual è il vostro outlook per il 2022 sul mercato indiano?
Non sono previste consegne significative per l’anno corrente, essendo il 2022 un anno che era già stato completamente preassegnato ad altre forniture in Europa e in Russia, con una previsione di fatturato del gruppo di oltre i 70 milioni di euro. 

Quanto agli ordini acquisiti dalla Russia nell’ultimo biennio (Severstal, NLMK, OMK…), la guerra in Ucraina e le sanzioni imposte dall’Ue alla Federazione hanno avuto conseguenze sulle vostre operazioni?
Le sanzioni hanno sicuramente avuto un impatto negativo nel normale iter produttivo e soprattutto logistico delle consegne. Vero è che la maggior parte dei contratti non era stata assegnata a gruppi sanzionati e quindi non c’è stato un reale impatto di criticità su di noi. Peraltro, la tipologia dei nostri prodotti e la forte richiesta del mercato di attrezzature ci stanno già offrendo nuove opportunità di assegnazione a terzi di impianti in pronta consegna. 

Di recente, a fine 2020, vi siete affacciati anche sul mercato statunitense. Come procedono le attività? 
L’esplosione delle richieste dei mercati tradizionali, e la stessa operazione in India, non ci hanno ancora permesso di poter adeguatamente impegnarci oltreoceano, lasciando quindi ancora enormi opportunità di crescita nel prossimo futuro, stante la richiesta del mercato di prodotti “premium” quali quelli di FIMIGroup. 

Gli ultimi anni vi hanno visto perseguire una strategia di crescita per acquisizioni (nel 2010 SA.MO., nel 2016 l’ingresso di Adda Fer in Fimi spa, Sacma nel 2017, Selema nel 2018, L.A.E.B. & Mec Service nel 2019). Come vi muoverete nei prossimi mesi?
Ci sono nel mirino altre operazioni di M&A che stanno maturando. Crediamo verosimile che entro l’anno, o al massimo la prossima primavera, potremo dare conforto ai nostri clienti con ulteriori buone notizie, al fine di essere sempre più riferimento tecnico per i nostri partner produttori di acciaio.

Come è andato il 2021? Il primo semestre 2022 si è chiuso in crescita, pareggio o rallentamento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno?
Il 2021 si è chiuso ancora positivamente, nonostante FIMI abbia subito in toto l’incremento senza controllo delle materie prime. Con un Ebitda di oltre 5 milioni di euro siamo soddisfatti del lavoro fatto. Il 2022 vede il gruppo in forte crescita, con un fatturato nel primo semestre della sola divisione Machinery a circa 30 milioni di euro (lo scorso anno era 15 milioni), con una previsione per fine anno di 60 milioni. 

La visibilità del vostro pacchetto ordini fin dove arriva? Dopo lo sprint di fine 2021, avete la percezione che il ritmo degli investimenti in impianti sia rallentato per via dell’incertezza globale?
Il portafoglio ordini vede già tutto il 2023 “fully booked”, con previsioni di ricavi di gruppo per circa 100 milioni di euro. Al momento non stiamo risentendo delle incertezze che nelle ultime settimane e mesi stiamo riscontrando; al contrario, stiamo ulteriormente incrementando accordi di sviluppo di nuovi prodotti con i produttori di acciaio più strategici. 

Su che tecnologie si stanno orientando i produttori/trasformatori siderurgici?
A tempo debito daremo notizie, essendo ora ancora sotto non disclosure agreement con i nostri partner stessi.

 


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