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Caleotto: lavoro in partnership sui "puntamenti analitici"

Pasini: «Vogliamo lavorare in partnership col cliente per fornire esattamente la qualità di acciaio di cui ha bisogno»

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Vicinanza ai clienti e partnership tecnica sulle qualità di acciaio delle forniture. Questi i punti di forza di Caleotto per il 2022. A dare maggiori informazioni sull'approccio del laminatoio lecchese è il presidente Giovanni Pasini.  

Ingegner Pasini, il 2021 è stato un anno straordinario per l’acciaio, anche voi come Caleotto potete confermare questo assunto?
Forse definirlo straordinario per noi sarebbe un po' eccessivo. Il 2021 è sicuramente un anno molto positivo. Posso dire che, tralasciando la parentesi 2020, avremo complessivamente un incremento del 90% nei volumi spediti e un fatturato praticamente raddoppiato rispetto all’anno 2019. L’ultimo trimestre tuttavia sarà pesantemente penalizzato dall’incremento dei costi di produzione, rottame ed energia in primis.

Qual è stato il settore utilizzatore di riferimento che vi ha dato le maggiori soddisfazioni nell’anno?
Dire quale sia stato il settore a performare meglio è complicato, sono andati tutti abbastanza bene con le dovute peculiarità. È però più semplice individuare quale sia il settore che ha arrancato di più, e la risposta è l’automotive. Le motivazioni sono quelle che abbiamo sentito più volte nel corso dell’anno, vale a dire i colli di bottiglia nelle forniture. A quantificarlo è stata Anfia nel corso dell’evento siderweb, si sta parlando di 8/9 milioni di veicoli. Se non ci saranno svolte a breve mi aspetto che gli stessi volumi mancheranno anche nel 2022.  

Come hanno reagito i vostri dipendenti alle sfide della pandemia?
Questa è una domanda che merita una risposta riferita all’intero Gruppo Feralpi, non solo al Caletto. Mi sento di poter dire che in quel momento difficile, superato lo shock iniziale, abbiamo avuto un grandissimo spirito di collaborazione. Uno spirito che è stato trasversale a tutti i livelli, dai collaboratori alla direzione. Sicuramente la siderurgia è stata avvantaggiata dagli spazi di lavoro distanziati e arieggiati nei reparti produttivi, ma anche negli uffici la collaborazione è stata massima.

Negli ultimi anni avete fatto un grande lavoro per il miglioramento della qualità del prodotto, avete in programma ulteriori investimenti in questa direzione?
Direi che i 30 milioni di euro investiti negli ultimi cinque anni ci hanno permesso di fare passi in avanti importanti sul fronte della qualità. La nostra priorità ora è concretizzare il lavoro fatto sugli impianti e sulla crescita delle competenze del nostro personale, e il feedback positivo di diversi clienti tedeschi ci conferma di essere nella direzione giusta. Per il 2022 comunque il piano di investimenti prevede interventi per altri 10 milioni di euro.

Cosa vi aspettate per il 2022?
La lettura del prossimo anno è sicuramente più complicata rispetto al 2021. Di fronte a un potenziale di crescita del mercato inalterato rispetto all’anno in chiusura, vi sono alcuni elementi di incertezza che non permettono di dare libero sfogo al pensiero positivo. Gli alti costi di approvvigionamento di energia e rottame caratterizzeranno sicuramente almeno i primi mesi del 2022 e questo potrebbe influenzare l’intera filiera. Come Caleotto, proprio alla luce di questa volatilità, punteremo molto sull’evoluzione consulenziale del rapporto con i clienti. Mi spiego meglio: noi vogliamo lavorare con il cliente, non solo per il cliente. Ad esempio, in relazione ai puntamenti analitici delle diverse tipologie di acciaio, vogliamo lavorare in partnership con ogni cliente per fornirgli esattamente la qualità di acciaio di cui ha bisogno per il proprio impiego, ottimizzando i "puntamenti analitici" dell’acciaio e, quindi, il suo costo. In pratica, grazie a un lavoro in team all’interno della filiera, è possibile che per produrre la qualità di acciaio desiderata dal cliente possano essere impiegati materiali in carica oggi decisamente molto più economici. I risparmi legati ad una attività di questo tipo non sono più alcuni €/t come fino a qualche mese fa, ma possono essere alcune decine di €/t. Oppure, grazie alla lavorazione termomeccanica dell’acciaio in fase di laminazione, è possibile in alcuni casi saltare o ridurre i trattamenti termici da parte dei nostri clienti, con una ricaduta positiva anche in termini ambientali. Questi passaggi, soprattutto in fasi di esplosione dei costi, possono permettere agli utilizzatori di migliorare la propria competitività. E, come Caleotto, riteniamo che sia un valore aggiunto per l’intera filiera.

I rincari dell’energia hanno portato a fermate fuori programma degli impianti, ritiene che questo proseguirà anche il prossimo anno? Quanto queste dinamiche stanno penalizzando la produzione?
Il sistema sta subendo proprio in questi giorni delle pressioni fortissime in termini di costi. In tanti anni di carriera non mi sono mai trovato di fronte a una situazione simile, che però è condivisa a livello europeo e non penalizza solo le aziende italiane. Credo che per il mese di dicembre, come già fatto a novembre in maniera spot, si fermeranno gli impianti nelle ore più “care”, senza però arrivare a chiusure complete o ad un allungamento degli stop natalizi. Per il 2022 vedremo come evolverà la situazione. Rispetto ad altre realtà, come Caleotto abbiamo deciso di non introdurre un “extra energia”, più adatto a chi fa ordini su scadenze molto lunghe. Noi preferiamo adeguare i costi alle condizioni di mercato spot di quel momento. Capisco che sia difficile far valere da parte dei clienti gli aumenti lungo la filiera, ma serve una compartecipazione di tutti gli attori e una condivisione dei rincari senza che qualcuno resti con il cerino in mano. In una situazione come questa di rincaro di tutte le materie prime, credo inoltre sia opportuno appoggiare l’iniziativa che intende rivedere le regole sull’export di rottame: il dumping ambientale dei Paesi Extra Ue favorisce l’esportazione di milioni di tonnellate di rottami di vario tipo. Senza questo dumping queste materie prime rimarrebbero in Europa e garantirebbero maggiore competitività a tante filiere metallurgiche europee e, tra queste, a tutte quelle del settore siderurgico.


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