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Iron spa: consegne in crescita nel primo semestre

L’azienda torna a Made in Steel, puntando a consolidare il proprio mercato

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L’ultimo arrivato in casa del centro servizi lamiere Iron spa è un impianto di taglio al plasma ad alta definizione con un piano di lavoro di 6,5 per 40 metri e 4 torce, entrato in funzione a fine 2019 e che ha fatto salire a 8 le linee di taglio dell’azienda. «La spianatura resta il nostro core business, ma siamo in grado di offrire servizi di taglio all’avanguardia ai clienti che ne hanno la necessità». È anche questa diversificazione, illustrata dal presidente e amministratore delegato Alberto Cianetti, che ha permesso ad Iron di crescere dal 1986 a oggi. L’azienda è situata ai piedi di Assisi, in un’area di circa 100mila metri quadrati, interamente di proprietà, di cui 25mila coperti destinati allo stabilimento produttivo. 

Iron spa tornerà a Made in Steel a fieramilano Rho, dal 5 al 7 ottobre. «La nostra prima partecipazione risale al 2015 e da allora siamo sempre stati presenti – ricorda Claudio Capponi, responsabile commerciale dell’azienda -. Per noi è l’occasione per ritrovare clienti e fornitori, e “ripartire” insieme dopo un periodo particolarmente difficile a causa della pandemia. È determinante riprendere i contatti e tornare a un minimo di normalità nei rapporti e nelle contrattazioni».

Per il centro servizi l’obiettivo è «consolidare il target di mercato, su tutto il territorio nazionale, e sottolineare che gli investimenti fatti, non solo nella spianatura ma anche nelle prelavorazioni e nella pressopiegatura, non si sono fermati. È il mercato che ce lo sta chiedendo e noi rispondiamo: vogliamo migliorare e velocizzare le fasi di preventivazione e di produzione, per dare una risposta più rapida ai nostri clienti, accelerando anche le consegne». 

Tutto dopo un 2020 in cui, nonostante i timori e le difficoltà, «l’azienda ha reagito molto bene. I problemi che abbiamo dovuto affrontare all’inizio della pandemia di Covid-19 sono rientrati negli ultimi mesi dell’anno, da settembre in poi abbiamo recuperato». L’anno si è chiuso, quindi, con un utile netto di 1,16 milioni di euro, nonostante un calo di fatturato e consegne (76.312 tonnellate contro le 83.637 del 2019). 

«Nel primo semestre 2021 – sottolinea il presidente Cianetti - le quantità vendute da Iron spa sono il 12% in più rispetto allo stesso periodo del 2020». Nonostante la «mancanza di materiale, avvertita da tutto il nostro settore. Questa bolla rialzista se da un lato ha fatto sì che i prezzi lievitassero, dall’altro ha reso problematici gli acquisti. Abbiamo gestito arrivi con il contagocce, cercando di distribuire il materiale in modo da poter soddisfare, per quanto possibile, la nostra clientela».

Una situazione, secondo Capponi, che permarrà, per lo meno, per tutto il 2021. I termini di consegna sono ancora molto lunghi: «Acquistare oggi significa ricevere materiale a dicembre o a gennaio 2022».

Per fronteggiare al meglio questa problematica, «abbiamo stretto ancora di più i rapporti con i nostri fornitori abituali, con l’obiettivo di avere più continuità nelle forniture. La domanda, almeno fino a giugno, è sempre stata sostenuta; da luglio, viceversa, abbiamo riscontrato un indebolimento della richiesta perché, probabilmente, i clienti si aspettavano ribassi. La cosa è sembrata insolita, in quanto per noi luglio e agosto sono stati sempre mesi effervescenti. Anche settembre è ripartito con qualche rallentamento, che continuiamo a imputare a un certo clima di incertezza che si è insinuato nei consumatori finali».  

In ogni caso, Iron spa non si aspetta grandi scossoni sul prezzo a valle da qui a fine anno, anche perché continua a essere molto problematico l’approvvigionamento.

«Il nostro obiettivo principale dal punto di vista commerciale – conclude Capponi – è quello di non perdere il contatto con la clientela; per questo motivo portiamo avanti un lavoro spasmodico sulla nostra rete di vendita per intercettare e rispondere prontamente ai mutamenti del mercato».


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