25 marzo 2021
Una condizione, inedita e problematica, che sta diventando sempre più marcata: è la sospensione del tempo. La pandemia sembra averci catapultato in una grande glaciazione, nella quale le giornate si susseguono tutte uguali, contrassegnate dal bollettino quotidiano di morti e contagiati dal coronavirus. Problematica soprattutto nel nostro Occidente, retto sul concetto di accelerazione progressiva del tempo, proiettato verso il miglioramento delle condizioni di vita.
Eppure il tempo schiacciato sul presente dovrebbe essere tempo agostiniano per riflettere e meditare su quello che sarà il dopo, che ha bisogno del nostro intervento, di una visione del tempo meno istericamente accelerata e più lenta e meditata.
Massimiliano Panarari
è sociologo della comunicazione, saggista e consulente di comunicazione politica e pubblica. È professore di ruolo alla Università Mercatorum di Roma, e insegna inoltre all’Università Luiss Guido Carli di Roma, alla Luiss School of Government e all’Università Luigi Bocconi di Milano. È editorialista dei quotidiani La Stampa, Il Mattino di Padova, Il Piccolo e Giornale di Brescia, collabora con L’Espresso, Il Venerdì di Repubblica e con siderweb.
Massimiliano Panarari
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