14 ottobre 2019
Una lunga, articolata e appassionata intervista a due voci, quella sulle pagine de L’Economia, inserto settimanale del Corriere della Sera in edicola questa mattina. Un’intervista lanciata con una fotografia che apre a piena pagina l’intero fascicolo (nell'immagine qui accanto). La fotografia è quella che ritrae Giovanni Arvedi e il nipote Mario Caldonazzo rispettivamente Presidente e Ceo di Finarvedi. Il titolo dice il perché si tratta di una intervista a suo modo storica: «Passaggio generazionale in Arvedi. Il patron Giovanni fa salire Mario Caldonazzo». L’intervista – che potete leggere integralmente nell’inserto L’Economia – si concentra sulla novità nella governance della holding e sulle novità operative che ne derivano, ma non si ferma lì. Parla di storia e sogni, di bellezza e comunità e di come l’acciaio – la struttura portante delle nostre vite – debba e possa essere sempre più green.
Rafforzamento delle deleghe a Mario Caldonazzo, apertura del consiglio di amministrazione a figure esterne come Claudio Costamagna (banchiere e già presidente della Cdp), Marco Mangiagalli (ex top manager Eni e consigliere di sorveglianza di Intesa) e Carlo Mapelli (Professore ordinario di siderurgia al Politecnico di Milano). Una apertura storica, per il gruppo fondato nel 1963 da Giovanni Arvedi. Una apertura che prelude un passaggio di deleghe sempre più ampio al Ceo Mario Caldonazzo. Completano il cda gli interni Massimo Polli e Fabio Baldrighi.
A spiegare ragioni e sviluppi del cambio di governance sono Mario Caldonazzo e il Cavaliere. Mario Caldonazzo: «Se ci si riferisce al vertice operativo è un cambiamento nella continuità e senza scosse per le persone e l’organizzazione. Il passaggio di consegne avverrà gradualmente e nei modi adeguati. Lavoro in azienda da oltre 20 anni a fianco dello zio. E con me tanti manager. Con il suo supporto l’adozione della nuova governance sarà un processo positivo per la nostra azienda».
Il Cavalier Arvedi: «Continuerò a dare tutto il supporto possibile occupandomi di strategie e di sviluppo. Ma non c’è dubbio che servano energie nuove. Per il bene e il futuro di un’azienda che in tutta la sua storia non ha mai smesso di innovare». Inoltre, sottolinea Giovanni Arvedi, a rappresentare la famiglia nel management ci sono altri due nipoti del Cavaliere: sono Luigi Vinci e Maurizio Calcinoni, chiamati a presidiare il primo l’Acciaieria e il secondo tutte le esportazioni. Sbocco strategico della produzione.
Come si diceva l’importante di intervista di Paola Pica contiene tanti spunti (l’invito è a leggerla integralmente), ma tra le altre la chiusa merita un'altra citazione. L’apertura del consiglio prelude all’apertura del capitale, chiede la giornalista. E la risposta del Ceo Mario Caldonazzo è chiara: «Lo zio non lo ha mai escluso, io nemmeno».
Leggi l'intervista completa nella rassegna stampa di siderweb
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