21 settembre 2018
BRESCIA – Persone e digitalizzazione. Questo il tema al centro del convegno centrale di innovA, la prima convention dell’innovazione dedicata alla filiera siderurgica. Un percorso, moderato da Emanuele Norsa, giornalista di Kallanish e collaboratore siderweb, che ha toccato i temi i lavoro, formazione e globalizzazione per capire i macro trend che ci si appresta a vivere.
Bisogna combattere la “tecnofobia”
Ad aprire il dibattito è stato il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli, che dal punto di osservazione privilegiato del sindacato sta vivendo il nuovo confronto tra lavoro e teconologia. «In Italia ci dobbiamo confrontare da tempo con una forma di “tecnofobia” – ha spiegato Bentivogli -. Una paura della tecnologia che ritengo abbia anche contribuito a distruggere posti di lavoro. La mancanza di tecnologia nel corso della crisi ha portato le aziende che non hanno potuto innovare a chiudere. Ed il settore elettrodomestico ne è un esempio. Per affrontare il cambiamento serve investire, non solo in impianti ma anche in formazione». Bentivogli ha citato come il nuovo proprietario di Ilva ArcelorMittal che per mantenere competitivo il sito di Gent in Belgio ha in programma per ogni dipendente ben 80 ore di formazione.
«Credo infine che le recenti tecnologie che sono in grado di rendere più sicuro il lavoro, possano rappresentare, anche l’occasione di umanizzarlo e renderlo più vicino alle esigenze dei lavoratori e al loro benessere».
Investire oggi vuol dire restare competitivi
Sulle paure dei lavoratori generate dall’avvento delle nuove tecnologie è intervenuto anche Alessandro Banzato, amministratore delegato di Acciaierie Venete e futuro presidente di Federacciai, che a Padova sta per avviare il primo laminatoio gestito da intelligenza artificiale.
«Sicuramente un senso di smarrimento c’è stato tra i lavoratori, ma credo che possa essere qualcosa di gestibile dovuto più ad una mancanza di conoscenza di un processo nuovo, che a dei rischi di sostituzione del personale veri e propri. Si sta comunque diffondendo la consapevolezza che gli investimenti sono necessari in un modo caratterizzato dalla competizione globale. E questo perché la richiesta di qualità è sempre più alta e fa sì che i prodotti realizzati al giorno d’oggi sono sviluppati in stretta collaborazione con il cliente, senza questo rapporto oggi non i può più pensare di restare sul mercato, soprattutto negli acciai speciali».
Impossibile per ora digitalizzare in toto le competenze, anche nella distribuzione
Di fronte al continua affermarsi delle piattaforme di distribuzione digitale, nonostante sia in atto una vera e propria rivoluzione nell’abbigliamento, il presidente di Assofermet Riccardo Benso è sembrato di fatto calmo. «Sicuramente anche la distribuzione siderurgica dovrà confrontarsi con queste tecnologie – ha detto Benso –. Alla luce però delle grandi specifiche tecniche che il commercio dell’acciaio richiede, al momento ci potrà essere spazio solo per i prodotti a minor valore aggiunto. Più le caratteristiche del prodotto crescono, più è necessaria anche la preparazione del distributore nelle forniture».
I restanti ospiti: il presidente di VeNetWork Alberto Baban, Lorenzo Maternini, vice presidente Talent Garden e la presidente di Doxa Marina Salamon e il CEO di Digital Magics Marco Gay hanno offerto interessanti spunti laterali di riflessione, che partono dalla necessità che le aziende italiane possano raggiungere economie di scala più adeguate alla competizione globale, come nel prossimo futuro numerosi servizi subiranno una disintermediazione che avvicinerà clienti e produttori. Per chiudere con la necessità di diventare più attraenti per le nuove generazioni offrendo non solo stipendio e posizione in azienda ma una visione condivisa.
Davide Lorenzini
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