Da poco superato il traguardo dei trent’anni di attività, ma alla continua ricerca di nuove soluzioni e applicazioni delle proprie competenze specifiche. Italimpianti, società con sede a Corato, in provincia di Bari, è nata proprio nel 1987 dalla spinta imprenditoriale di nove dipendenti di un’azienda che operava nel settore che ha sin da subito rappresentato il core business della società: i serbatoi in acciaio inox.

Un’attività di primaria importanza alla luce del prestigio del settore vitivinicolo della zona, tra i principali in Puglia e sul suolo nazionale. E i nove avevano compreso con anticipo che dare vita ad un’impresa autonoma fosse la scelta corretta visto che, solo due anni dopo la sua nascita, l’azienda dalla quale provenivano fu costretta ad abbassare le saracinesche.

Attualmente i soci sono Riccardo Dell’Olio, Michele Piarulli, oltre al presidente del consiglio di amministrazione Gaetano Brienza e insieme guidano una squadra di 30 dipendenti. Il business di Italimpianti è stato in grado di evolvere nel corso del tempo per accompagnare i cambiamenti della domanda dei propri clienti.

«Attualmente la nostra produzione copre una gamma molto ampia – spiega il presidente Brienza – che passa da piccoli serbatori da 500 litri fino a quelli di grandi dimensioni che contengono 12mila ettolitri. Nel corso del tempo, inoltre, abbiamo ampliato la nostra offerta comprendendo anche serbatoi refrigerati e refrigeranti, trasportatori a coclea, vasche di ricezione uva, così come abbiamo seguito con interesse la sempre maggiore attenzione italiana rivolta alla produzione di bollicine».

Il settore nel quale opera Italimpianti rappresenta uno dei fiori all’occhiello del made in Italy su scala globale e ciò non può non avere un riflesso sulla destinazione dei suoi prodotti. «Quasi l’80% della nostra produzione è destinata al mercato pugliese, ma serviamo anche la Campania e la Basilicata, così come commercianti che esportano i nostri macchinari – continua Brienza -. Impieghiamo circa mille tonnellate di acciaio inox all’anno – AISI 304 e AISI 316 – acquistato esclusivamente in Europa».

Nella foto in alto, Gaetano Brienza, presidente di Italimpianti

Questo perché la qualità e la tracciabilità di ogni componente dei serbatoi di Italimpianti devono poter essere controllate e di massimo livello. Il 2017 si è chiuso con un picco del fatturato che ha toccato i 9 milioni di euro, contro i 6 dell’anno precedente. Ma per il presidente è proprio quest’ultimo il giro d’affari adatto alla propria struttura. «Lo scorso anno, quasi il 50% del fatturato è giunto da una sola cantina – spiega Brienza -, è pertanto evidente che sia da considerare un anno anomalo». Ma Italimpianti, seppure condotta con la regola d’oro dei passi piccoli e ponderati è pronta a crescere.

«Sebbene di gran lunga in ritardo rispetto ai programmi originali a causa di continue lungaggini burocratiche – descrive Brienza – abbiamo acquistato un terreno a Andria, ad una quindicina di chilometri di distanza dalla nostra attuale sede. Lì sorgerà un nuovo stabilimento che ci permetterà di aumentare la nostra capacità e la nostra gamma. L’altezza del capannone coperto che andremo a realizzare, inoltre, ci consentirà di assemblare in loco i serbatoi dalle dimensioni maggiori: lavoro che attualmente siamo costretti ad esternalizzare».

Ma non solo. La straordinaria capacità di lavorazione dell’acciaio inox ha consentito alla società barese di essere assegnataria di un progetto di sperimentazione che un colosso mondiale ha deciso di condurre proprio nel nostro Paese. «Lo scorso anno abbiamo realizzato scheletri e canna fumaria per forni per biomassa in inox, in sostituzione del tradizionale acciaio al carbonio» ha spiegato il presidente. Esperimenti che, una volta confermati dal committente, potrebbero diventare produzioni regolari e che, pertanto, potrebbero trovare nel nuovo impianto il luogo adatto per essere realizzati.

La materia prima, viste anche le ulteriori applicazioni che potrebbero partire, rappresenta un punto nevralgico dell’attività di Italimpianti che per sua struttura opera in un mercato fortemente stagionale. «La fine della primavera e l’estate sono per noi momenti di picco dell’attività perché i nostri clienti si preparano alla vendemmia – continua Brienza -. Per questa ragione la nostra politica di approvvigionamento deve essere accurata, visto che sui prodotti più piccoli i costi dell’acciaio incidono significativamente. Da qualche tempo a questa parte, però, i nostri clienti stanno anticipando le loro richieste e questo ci permette di pianificare maggiormente gli acquisti. A settembre, ad esempio, abbiamo acquisito 250 tonnellate di acciaio in quanto avevamo sentore di rialzi».

Ma la politica dell’esperienza, del know how e dei passi ponderati ha anche consentito ad Italimpianti di crescere con una straordinaria solidità. «In 31 anni abbiamo sempre pagato le forniture senza appoggiarci alle banche, e continueremo a farlo» ha concluso il presidente.