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Giugno 2017: la congiuntura siderurgica

L'andamento dei principali indicatori dell'acciaio italiano, europeo e mondiale

Lo scenario mondiale

A maggio la produzione mondiale di acciaio è stata di 143,326 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,0% (+2,845 milioni di tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2016. Il tasso di utilizzo degli impianti siderurgici, che ad aprile dell’anno scorso era del 71,3%, nel 2017 è salito al 71,8%.

Nei primi cinque mesi dell’anno, l’output complessivo delle acciaierie mondiali si è attestato a 694,876 milioni di tonnellate, con una crescita del 4,7% rispetto all’anno precedente.

A maggio, sei dei primi dieci Paesi produttori di acciaio hanno mostrato un aumento dell’output. La performance più elevata è del Brasile (+13,2% a 2,931 milioni di tonnellate), seguito da Turchia (+9,7% a 3,288 milioni di tonnellate), India (+6,4% a 8,500 milioni di tonnellate), Cina (+1,8% a 72,259 milioni di tonnellate), USA (+0,2% a 6,995 milioni di tonnellate) e Giappone (+0,1% a 8,951 milioni di tonnellate). In calo Germania (-1,4% a 3,801 milioni di tonnellate), Russia (-1,5% a 5,953 milioni di tonnellate), Corea del Sud (-2,7% a 5,665 milioni di tonnellate) e Italia (-4,1% a 2,109 milioni di tonnellate).

Per ciò che concerne le nove macro aree nelle quali la World Steel Association suddivide il globo, sette mostrano un incremento dell’output rispetto ad aprile 2016: l’Ue cresce del 2,0% (14,758 milioni di tonnellate), i Paesi europei non facenti parte dell’Ue del 10,3% (3,558 milioni di tonnellate), il Sud America del 10,2% (3,691 milioni di tonnellate), l’Africa del 10,5% (1,178 milioni di tonnellate), il Medio Oriente dello 0,7% (2,597 milioni di tonnellate), l’Asia del 2,4% (98,931 milioni di tonnellate), e l’Oceania del 12,9% (0,492 milioni di tonnellate).
Fanno eccezione la Comunità degli Stati Indipendenti (CIS), che cede il 7,1%, fermandosi a 8,363 milioni di tonnellate ed il Nord America, che rimane stabile a quota 9,760 milioni di tonnellate.

Nell’UE, la crescita della produzione ha interessato 10 dei 20 Stati membri produttori di acciaio. Il Paese che fa registrare la miglior performance è l’Ungheria (+72,9% a 166mila tonnellate), quello con la peggiore è il Regno Unito (-16,1% a 628mila tonnellate).

 

La siderurgia italiana

A maggio 2017 la produzione siderurgica italiana è stata di 2,109 milioni di tonnellate, con un decremento del 4,1% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. Espressa in tonnellate, la diminuzione è stata di 90mila tonnellate.

Il tasso di utilizzo degli impianti si è attestato attorno al 73,8%.

Nei primi cinque mesi dell’anno la produzione è ha raggiunto quota 10,261 milioni di tonnellate, con un aumento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Per ciò che concerne i prodotti finiti in acciaio, Federacciai segnala che ad aprile (ultimi dati disponibili) l’output di lunghi si è attestato a 987mila tonnellate (-8,2%), mentre la produzione del primo quadrimestre ha raggiunto 4,067 milioni di tonnellate (+4,4%). L’output di laminati piani nel quarto mese dell’anno è stato pari a 886mila tonnellate (-13,7), mentre quello riferito ai primi quattro mesi dell’anno ha toccato 3,801 milioni di tonnellate (-1,8%).

 

Le importazioni

A marzo del 2017 le importazioni italiane di materie prime siderurgiche, semilavorati, prodotti finiti e tubi sono state pari a 2,609 milioni di tonnellate, con una decrescita del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. Secondo i dati elaborati da Siderweb su base ISTAT, il calo coinvolge quasi tutte le categorie analizzate: materie prime (-9,7%), laminati piani (-8,1%), lunghi (-1,6%) e tubi (-46,3%). Fanno eccezione solo i semilavorati, che vedono i propri volumi salire del 47,7% fino a quota 465.161 tonnellate.

Le importazioni dai Paesi Ue sono scese del 5,4% a 1,331 milioni di tonnellate, mentre  quelle dai Paesi extra Ue sono calate dell’1,5%, arrivando a 1,277 milioni di tonnellate.

Per ciò che concerne le qualità di acciaio giunte in Italia, gli acciai al carbonio incrementano i volumi del 6,7%, quelli in acciaio inossidabile del 12,4% e gli speciali cedono il 19,8%.

 

Le esportazioni

Nel terzo mese dell’anno le esportazioni italiane sono state di 1,749 milioni di tonnellate, con un miglioramento del 13,4% rispetto al corrispondente periodo del 2016. In crescita tutte le categorie analizzate. Da segnalare il boom delle materie prime, salite dell’84,9% a 62.417 tonnellate.

Per ciò che concerne la destinazione del materiale, si segnala un aumento delle vendite all’interno dell’Ue (+23,7% a 1,368 milioni di tonnellate), mentre mostrano una riduzione quelle al di fuori dei confini dell’Unione (-12,8% a 381.057 tonnellate).

In termini qualitativi, le vendite di acciai al carbonio salgono dell’8,7% a 1,090 milioni di tonnellate, quelle di acciai inox del 31,9% a 117.771 tonnellate e quelle di acciai speciali del 50,5%% a 158.551 tonnellate (la somma dei tre numeri è inferiore al totale dell’export in quanto non sono considerate le materie prime ed i tubi).

 

Le previsioni a breve termine

Le previsioni a breve termine per l'industria siderurgica europea ed italiana restano moderatamente positive. Nei prossimi tre mesi si prevede un leggero aumento della domanda di acciaio da parte dei settori utilizzatori, dopo il calo di circa mezzo punto registrato nei mesi primaverili (marzo-maggio) rispetto al primo trimestre dell'anno.

A sostenere il consumo di acciaio  è ancora il settore automotive, con una crescita in Italia superiore alla media europea, seguito dal settore della produzione di tubi soprattutto negli altri Paesi comunitari, mentre in Italia l'attività del settore resta inferiore allo stesso periodo dello scorso anno. Prosegue la ripresa del settore delle costruzioni in tutti i Paesi dell'Unione, compresa l'Italia anche se con un ritmo di crescita più contenuto.

 

Prezzi: accelera la discesa a maggio

Un mese di cali. Con una velocità maggiore rispetto a quelli di aprile. Questo è stato il maggio per le quotazioni dell’acciaio rilevate da Siderweb. Il SiderIndex (ovvero l’indice che misura le quotazioni medie alla tonnellata dei prodotti siderurgici in acciaio al carbonio sul mercato italiano), infatti, nel quinto mese dell’anno ha avuto un valore medio di 364,43 euro la tonnellata, con una netta riduzione rispetto al livello di aprile, quando fu pari a 382,30 euro la tonnellata (-4,7%). Il valore dell’indice raggiunto a maggio è il più basso del 2017. Il trend, tra l’altro, dà segni di continuità anche a giugno, con il valore del SiderIndex che è sceso al di sotto dei 350 euro la tonnellata.

Tornando al mese di maggio ed analizzando l’andamento dei singoli prodotti si nota che, nei piani, coils e lamiere da coils hanno fatto registrare le riduzioni più decise, con un -30 euro la tonnellata per i coils a caldo e le lamiere zincate ed i -20 euro la tonnellata per le lamiere nere. Tengono maggiormente le lamiere da treno, che cedono una decina di euro la tonnellata.

Nei lunghi, si salvano le vergelle (-4/6 euro la tonnellata), mentre travi e laminati cedono circa 10-15 euro la tonnellata ed il tondo fa registrare -25 euro la tonnellata. Per quanto concerne il rottame, infine, il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 242,0 euro la tonnellata a maggio, contro i 245,3 euro la tonnellata ad aprile (-1,3%).


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