12 agosto 2016
Piccola ma importante boccata di ossigeno per Aferpi. Un pool di banche (Unicredit, Mps, Banco Popolare) ha infatti concesso all'azienda Toscana una nuova linea di credito di 7,5 milioni che servirà per acquistare i semiprodotti necessari a evadere gli ordini in corso. Un segnale che sembra aprire una nuova fase nel rapporto con gli istituti di credito dopo l'incarico che Issad Rebrab ha affidato all'advisor Equita di Alessandro Profumo per reperire le risorse necessarie a incrementare il capitale circolante, e una parte consistente dell'investimento per realizzare l'acciaieria elettrica e il nuovo treno rotaie.
L’annuncio direttamente ai dipendenti
L'azienda ne ha dato notizia ai propri dipendenti, proseguendo una nuova linea nella comunicazione interna inaugurata in questi giorni dall'Ad Fausto Azzi, sceso nei reparti della fabbrica, insieme ai suoi principali collaboratori, per informare direttamente i lavoratori della situazione in cui si trova l'azienda. «Le risorse ottenute consentono di dare un nuovo importante impulso all'acquisto di semiprodotti - sostengono i vertici Aferpi - La situazione generale, ovviamente, è perfettibile ed opereremo tutti insieme per arrivarci nel più breve volgere, ma siamo del parere che tutte a tutte le cose vada dato il giusto peso, anche a quelle positive».
Un modo per rispondere alle critiche ai ritardi subiti dal piano industriali sollevate in special modo dalla «minoranza sindacale», insoddisfatta dei risultati dell'incontro al Mise di giovedì scorso. Secondo l'azienda il via libera delle banche, anche se insufficiente, rappresenta un primo passo in vista di un accordo più complessivo. «Il dialogo con gli istituti di credito - ha dichiarato Azzi al Sole 24 Ore - riprenderà a fine agosto e contiamo, entro l'anno, di chiudere anche il finanziamento per l'acciaieria che richiederà poi 24 mesi per essere installata ed entrare in funzione».
Assunzioni confermate
Davanti al ministro Calenda, Aferpi ha intanto confermato che entro il 6 novembre, rispettando gli impegni contrattuali, assorbirà i 719 lavoratori attualmente in Cig con l'amministrazione straordinaria Lucchini. Il confronto che si riaprirà a settembre con i ministeri dello Sviluppo e del Lavoro è sul tipo e la durata degli ammortizzatori sociali da utilizzare. I sindacati sono infatti contrari al semplice passaggio dalla cassa integrazione di un'azienda all'altra (come sta proponendo Aferpi) e chiedono di far ricorso ai contratti di solidarietà a rotazione. La risposta potrebbe arrivare dall'iniziativa del governo specificatamente rivolta alle "aree di crisi complessa" tra le quali è compresa fin dal primo momento Piombino. «Nelle prossime settimane andremo a Roma - ha dichiarato Azzi - e speriamo di poter indirizzare i lavoratori ex Lucchini verso i contratti di solidarietà se ci saremmo le condizioni tecniche». Aferpi cerca di contrastare anche sul piano mediatico le critiche che provengono in questo momento da alcune frange del sindacato che, deluse dalle incertezze incontrate dal piano di Rebrab, stanno ipotizzando la necessità che Piombino si doti di un piano B. Una via d'uscita inesistente, secondo Fim, Fiom e Uilm provinciali, che continuano a sostenere il piano Cevital per il rilancio della siderurgia, il polo logistico e l'industria agroalimentare contro la prospettiva del solo mantenimento dei treni di laminazione con un'occupazione che non supererebbe le 750 unità.
Per Fausto Azzi invece «Il progetto Aferpi è bellissimo perché punta sull'acciaio di qualità, di cui c'è richiesta sul mercato mondiale, oltre che sulla diversificazione del polo manifatturiero».
Giorgio Pasquinucci
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