20 aprile 2016
Per disegnare il futuro dell’auto, il ruolo dei materiali sarà sempre più importante. Lo ha spiegato a Siderweb Giuseppe Barile, presidente Gruppo ANFIA-Componenti e vice presidente ANFIA, sottolineando che «nei prossimi anni l’uso dei materiali nell’industria dell’auto sarà ancor più pregnante. In quest’ottica le relazioni tra il nostro settore, il mondo dei tecnici e il comparto acciaio avranno un impatto decisivo». Per questo motivo «ritengo che il convegno che organizzeremo insieme a Siderweb, che si terrà il prossimo 28 aprile, sarà un momento di incontro e scambio molto proficuo».
Guardando ancora nel futuro dell’automotive, Barile sottolinea che «i trend principali che coinvolgeranno il comparto saranno guidati da spinte esterne, soprattutto di natura legislativa. Basti pensare a quello che è accaduto con il dieselgate: dallo scorso novembre ad oggi le normative UE sono cambiate, con una stretta maggiore sulla CO2. Nel 2021, si dovrà portare le emissioni di anidride carbonica da 130 g/km, che era il target al 2015, a 95 g/km con un calo del 27% nell’arco di 6 anni. Risultato che non sarà semplice ottenere». Si dovrà quindi spingere sia sulla progettazione sia su nuovi concetti di auto: i costruttori «si stanno muovendo in questa direzione, con approcci integrati che vanno da un alleggerimento dei materiali impiegati ad un ulteriore efficientamento dei motori a combustione interna (downsizing dei motori)». Per questi risultati si dovrà lavorare anche su «materiali nuovi, che consentano di semplificare i componenti, ottenendo minori consumi». Per l’acciaio ciò si tradurrà «in un aumento del consumo di altoresistenziali, che sarà superiore a quello dell’alluminio». Ma chi si farà in carico della ricerca? «Nell’ambito della filiera nazionale automotive gli investimenti maggiori – ha risposto Barile – saranno in capo ai sub-assemblatori che co-progettano con i costruttori, a seguire il comparto engineering &design e poi man mano la percentuale scende tra i subfornitori che sono, del resto, coloro che principalmente adottano le innovazioni delle parti più alte della piramide di fornitura».
Per quanto concerne il mercato, nel primo trimestre «abbiamo avuto risultati positivi – ha spiegato Barile -, con un incremento delle immatricolazioni e della produzione. Le attese per le vendite di veicoli in Italia nel 2016 sono di 1,7 milioni di unità, un numero buono anche se lontano dai 2,2-2,3 milioni di auto degli anni pre-crisi. Anche per l’Ue le prospettive sono positive, con un totale nel 2022 che dovrebbe essere superiore ai 20 milioni di unità».
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30 aprile 2025
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