24 ottobre 2016
Non un modo di rappresentarsi, ma di interrogarsi sul futuro. Perché è solo costruendo visione, missione e valori comuni che il futuro diventa una strada da percorrere. E’ stato uno straordinario storytelling quello attraverso il quale il gruppo Danieli si è raccontato nella tradizionale presentazione dei risultati dell’esercizio.
Un racconto, davanti a 650 invitati, aperto dal presidente Gianpietro Benedetti con il ricordo di un grande della siderurgia e dell’industria scomparso nei giorni scorsi. «Con Andrea Pittini abbiamo perso un amico ed un partner. Grazie a lui, alle sue visioni, abbiamo consolidato il sistema della miniacciaieria seguendo due concetti chiave: competitività e sostenibilità. Abbiamo perso un amico ed un ricercatore del nostro team».
Dopo l’ingegnere, una settantina di interventi – governati da una regia ferrea nei tempi, ma soprattutto nell’articolazione dei contenuti – a disegnare presente e futuro del gruppo di Buttrio. Tutti a partire da un nucleo centrale: l’innovazione è imperativo categorico. Perché «se tutto cambia, dobbiamo cambiare anche noi», ha rimarcato Gianpietro Benedetti. Con un surplus che diventa segno distintivo: vivere il cambiamento con passione. E passione hanno trasmesso gli uomini e le donne di Danieli che hanno illustrato risultati e prospettive dei diversi settori: un centinaio di secondi per una visione.
Innovare significa da un lato saper “prevedere” le necessità dei propri clienti e dall’altro “cambiare” le proprie modalità di risposta a quelle necessità. Due cose che Danieli fa da sempre – la leadership mondiale è lì a dirlo – ma che i tempi nuovi impongono di rileggere: da fornitori di macchine a partner tecnologici; dalla vendita di prodotti alla vendita di risultati, utilizzando la leva del servizio. E poi la rivoluzione dell’Industria 4.0, della digitalizzazione che diventa la correlazione tra presente e futuro. Da meccanici a digitali, ha sintetizzato Benedetti.
La sfida del futuro, è emerso chiaramente nelle due ore di racconto, si gioca su due driver: tecnologia e capitale umano. Il fronte della tecnologia e della relazione tra ricerca e sue applicazioni Siderweb l’ha raccontato sabato a partire dalla voce dei protagonisti. Quello che qui si vuole rimarcare è la centralità del pensiero, la centralità dell’intelligenza delle persone con le loro esperienze e diversità. In un gruppo planetario come Danieli dove «al successo lavorano 50mila persone tra quelle interne e quelle che gravitano intorno» l’integrazione e il lavorare insieme per raggiungere i risultati non è strategico, ma vitale.
Non si tratta solo di investire in formazione (28mila ore nel 2016), di aver dato vita alla Danieli Academy, di lavorare insieme ad un progetto che risponde al nome di Metamorfosi 2. Si tratta di agire in profondità, sulla propria essenza e sulla modalità di rappresentarla. Sul modo di essere industria nella società contemporanea. Attraverso un doppio percorso, dall’alto e dal basso. È la strada che porta al futuro. Il presidente Benedetti l’ha affidata ad Alessandro Trivillin (amministratore delegato di Danieli), a Camilla Benedetti (responsabile delle risorse umane), ad Alexander Stewart (responsabile Information and communication technology). «Met2, Lean Thinking and It» è sotto la loro regia: devono costruire il nuovo linguaggio comune - grammatica e sintassi, sintagmi e stilemi – che a partire dalla storia e dalla tradizione porti alla Danieli del futuro, ad un nuovo modo di progettare, produrre, creare valore.
Lucio Dall'Angelo
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