10 settembre 2024
Un mercato influenzato dall'aumento dei volumi di prodotti provenienti dalla Cina, dalla domanda latitante e dagli alti costi dell’energia, che ha portato le lamiere da treno a vivere uno dei propri anni peggiori. Potremmo sintetizzare così l’intervento di Roberto Re, CEO di Metinvest Trametal e Ferriera Valsider, durante il primo appuntamento di MERCATO & DINTORNI al rientro dalla pausa estiva.
A livello macro, secondo Re, «dopo una fine di 2023 caratterizzata da prezzi bassi, nei primi tre mesi di quest’anno abbiamo assistito a un rialzo dei consumi e delle quotazioni. Questo ha dato una boccata di ossigeno al settore, ma si è dimostrato solo un soffio. Infatti, questo tentativo di ripresa si è innestato in una fase di mercato decisamente debole, nella quale la domanda europea del settore delle costruzioni è calata del 2%, quella dei macchinari del 2,5% e quella dell’automotive del 4%». Un anno, il 2024, influenzato dall'andamento del principale produttore e consumatore di acciaio a livello mondiale, la Cina, il cui «calo della domanda ha portato le aziende cinesi a trovare riparo nelle esportazioni con riflessi su tutto il mondo asiatico, il quale si è riversato sul mercato europeo con effetti critici». L’arrivo di consistenti volumi di acciaio dall’Asia, «gestiti da trader e non da gruppi siderurgici in grado di controllare in modo strutturato un mercato in esportazione», ha portato la Commissione europea ed Eurofer ad avviare indagini, che hanno riguardato prima i coils e quindi le lamiere da treno. In particolare, per quest’ultimo prodotto, è stata avviata «un'indagine per capire come si stanno muovendo questo mercato e le importazioni, in particolare a causa di un produttore internazionale che con la sua strategia di vendita sta condizionando in maniera negativa il mercato europeo e anglosassone», sottolinea il CEO di Metinvest Trametal e Ferriera Valsider.
Le aspettative di un inizio della ripresa erano riposte già ad agosto, che avrebbe dovuto essere «un mese barriera. Gli operatori si aspettavano un fondo toccato da tutti i prodotti siderurgici, ma non è avvenuto per il calo delle materie prime, come il minerale di ferro e il rottame. Anche qui un ruolo lo sta giocando la Cina e il suo spingere in termini di esportazioni, immettendo nelle piazze europee prodotti indipendentemente dai dazi. E questo sta creando uno scompenso e poca fiducia negli operatori, restii sia nella fase di restocking sia nella vendita di finiti». Da questa situazione, a livello europeo, Re dice di aspettarsi «prezzi sostenuti dai costi, con un recupero che permetta alle aziende europee di non registrare ulteriori perdite. Tuttavia, gli effetti della discesa delle materie prime non si vedranno prima di dicembre-gennaio, perché le aziende stanno fronteggiando costi energetici altissimi, come testimonia la scelta di Arvedi di spegnere ieri un forno a Terni», aggiunge Roberto Re.
A livello di singolo prodotto, «nella prima parte di anno le lamiere hanno resistito molto di più dei coils e a livello di prezzo sono risultate profittevoli, poco influenzate dalle importazioni. Tuttavia, non hanno resistito nel secondo e del terzo trimestre, nei quali ci sono stati flussi crescenti di import e con un delta di prezzo rispetto alle nostre produzioni molto significativo. Inoltre, la lamiera da treno, rivolgendosi direttamente sul consumo reale, sta vivendo uno degli anni peggiori. Di contro, i coils stanno riuscendo ad ammortizzare la caduta dei prezzi nella catena del valore e a strutturarsi in accordo ai consumi», conclude il CEO di Metinvest Trametal e Ferriera Valsider.
Federico Fusca
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