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L'acciaio parla al festival dello sviluppo sostenibile

siderweb presente con la testimonianza dal titolo "Per una siderurgia sostenibile e umana"

Anche l’acciaio è stato protagonista al festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato a Modena dal 5 al 9 ottobre dall’Associazione per la Responsabilità Sociale d’Impresa e dall’Asvis. Sabato 8 con il convegno sul tema “Crescita, qualità della vita e inutilità” è stata la volta della siderurgia. L’evento è stato aperto da Claudio Testi, Amministratore Unico di Socfeder S.pA. - Società Benefit, che ha chiarito lo scopo del convegno, vale a dire comprendere come, per fronteggiare le crisi sempre più frequenti che interessano il nostro sistema, serva ampliare gli orizzonti e perseguire un miglioramento pieno e soddisfacente della qualità della vita.

Francesca Morandi, content manager di siderweb, si è focalizzata sulla prospettiva della filiera dell’acciaio. Una filiera che già sta percorrendo la strada verso una cultura industriale più verde, sostenibile. La siderurgia italiana, basata per oltre l’80% su una produzione dell’acciaio a forno elettrico, è già un passo avanti rispetto agli altri Paesi Europei, dove la produzione siderurgica realizzata dal recupero del rottame ferroso è del 60%. «La nostra è una filiera prevalentemente basata sul riciclo. Questo consente non solo di acquisire una materia prima per la produzione siderurgica ma anche di risparmiare risorse naturali. Questo perché l’acciaio è un materiale riciclabile al 100% e all’infinito».

Inoltre, utilizzare il rottame abbatte anche le emissioni di CO2. Se nel ciclo integrale sono pari a circa 2 tonnellate per 1 tonnellata di acciaio prodotto, nella produzione da forno elettrico scendono a 0,25 tonnellate.
La decarbonizzazione è quindi il secondo obiettivo per la nostra filiera, che impatta a livello mondiale al 7% alle emissioni globali e al 5% alle emissioni europee di biossido di carbonio: è quindi tra le prime industrie da decarbonizzare.
«Come? Utilizzando le biotecnologie; catturando e stoccando CO2; utilizzando l’idrogeno come fonte energetica, anche se, essendo l’acciaio una lega di ferro e carbonio, non risolverebbe del tutto il problema dal momento che il carbonio è un elemento essenziale per la lega metallica che in sua assenza perderebbe parte delle sue proprietà fisiche e meccaniche».

Infine, la via per la sostenibilità passa anche per la riduzione dei rifiuti e nello specifico nel riutilizzo delle scorie di acciaieria. Scarti della produzione che con un semplice processo di inertizzazione si trasformano in materiali per costruire sottofondi stradali, consentendo di risparmiare ghiaia “vergine” prelevata da cave o da letti dei fiumi.

«Sono tante le best practice di acciaierie che in modo sinergico integrano la propria produzione con il territorio circostante: per esempio, trasformando l’acqua eccedente il processo produttivo per irrigare le coltivazioni circostanti; o trasformando il calore dei fumi in energia termica di riscaldamento cittadino – ha rimarcato la content manager di siderweb –. Virtuosi progetti di economia circolare che sarebbe interessante raccontare agli stakeholder interni ed esterni. Occorre allora riscrivere una nuova narrazione, un nuovo racconto, che faccia emergere quanta innovazione e capacità di essere sostenibili c’è nel nostro settore, attraverso i numerosi canali oggi a disposizione, come i report di sostenibilità, le certificazioni, il sito web, o canali audio come i podcast. Obiettivo, migliorare quel percepito, quella comunicazione divenuta asset imprescindibile per le imprese, il “capitale narrativo” come lo ha più volte definito l’economista e docente universitario Luigino Bruni».

Infine, il convegno ha fatto emergere come la sostenibilità sia anche attenzione all’uomo, al capitale umano.

«L’azienda sostenibile, anche nell’acciaio, è l’azienda che mette l’uomo al centro: il tema della formazione e delle Academy vanno già in questa direzione. I trend della sostenibilità e dell’economia circolare modificheranno, negli anni a venire, il mercato del lavoro e le competenze dei lavoratori, corroborando le conoscenze digitali ed integrando nuovi lavori, come il blockchain specialist e il carbon footprint analyst. Agire sul gap di competenze e sulla formazione diventa allora prioritario. Infine, mettere al centro i giovani, quei giovani che si affacciano alla nostra industria e desiderano un’azienda sostenibile non solo nella sua sfera ambientale, ma anche nella qualità del tempo, delle relazioni, del proprio benessere e di vita».

L’evento ha riaffermato come la sostenibilità, insomma, sia una sfida a più mani: riguarda il modo in cui l’acciaio sarà prodotto e la sinergia che riuscirà a creare con il territorio, la comunicazione con cui saprà raccontarsi e la formazione con cui saprà contaminare le risorse umane.

«Una sfida impegnativa, ma ci giochiamo il futuro, non solo economico, delle prossime generazioni».


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