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Boccata d’aria fresca per lo Steel Stock Index di siderweb

Le aziende siderurgiche americane ed europee sugli scudi

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Nonostante la volatile situazione globale con l’incertezza creata dalla variante Delta e dalla probabile introduzione del Green pass obbligatorio in diversi Paesi, i mercati finanziari mondiali registrano un’ottima performance settimanale. Lo Steel Stock Index di siderweb torna sui livelli di qualche mese fa guadagnando il 4,33%. Solo sei dei titoli del paniere hanno perso valore e lo hanno fatto su ordini di grandezza non superiori al 4%. Altri sei titoli hanno mantenuto stabile il loro valore negli ultimi sette giorni. Dall’altro lato, sono 44 le aziende le cui azioni sono state riviste al rialzo e, seppur senza particolari picchi, hanno trascinato la performance del nostro indice in positivo.

La situazione dei principali indici globali è inversa a quella della scorsa rilevazione. Se infatti avevamo assistito a generalizzate discese, oggi sette indici su sette incrementano il loro valore. L’Iron&Steel Index, rappresentativo del settore siderurgico, mostra un risultato equivalente all’indice di siderweb (+4,33%), mentre quattro indici registrano l’incremento settimanale più ampio del 2021. Il FTSE MIB recupera e compensa lo scorso calo con un +4,75%, l’Eurostoxx guadagna il 4,55%, il DJ sale del 3,86% ed il NYSE cresce di 3,32 punti percentuali. Infine, l’SSE Shanghai resta stabile con un +0,32%.

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Euro, dollaro e yuan cinese
In settimana assistiamo a un lieve deprezzamento dell’euro, impercettibile nei confronti del dollaro, mentre leggermente maggiore rispetto alla valuta cinese, la quale guadagna pochi centesimi anche in rapporto alla divisa americana.

En plein settimanale del dollaro che porta in terreno positivo tutte le sedici aziende del paniere con un tasso medio di crescita del 5,39%. La migliore rappresenta uno dei due incrementi in doppia cifra odierni ed entra nella nostra «top3».

In grande spolvero persino l’euro che registra anch’esso un dieci su dieci. Il tasso medio di rendimento è pure maggiore: +6,29% e la valuta continentale in settimana porta due aziende all’interno della graduatoria dei migliori.

Buona performance anche per le sei aziende quotate in valuta cinese: è solo uno il decremento e cinque i rialzi. L’incremento medio è leggermente più basso di quello delle altre due valute (+2,91%), ma la Cina può permetterselo dopo che nella scorsa rilevazione aveva rappresentato una delle poche, se non l’unica, nota positiva della settimana.

Le 32 aziende quotate nelle tre maggiori valute mondiali mostrano probabilmente la loro miglior settimana del 2021. Una sola società ha visto il proprio titolo perdere valore, mentre le altre hanno guidato il nostro indice verso un solido incremento. È comunque da sottolineare che la settimana non era iniziata nel migliore dei modi, visto che la giornata di lunedì aveva portato ribassi per la maggior parte delle aziende analizzate rispetto alla chiusura del venerdì precedente. Per questo, gli incrementi registrati sono più che altro di assestamento e di ripresa rispetto al tortuoso inizio di settimana.

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Top & Flop
Due incrementi in doppia cifra, tante buone crescite, pochi cali e leggeri. Questo il favorevole bilancio odierno delle aziende del nostro paniere. Il recupero settimanale di cui abbiamo parlato poco fa ha dato nuova linfa alle principali società siderurgiche mondiali sui mercati finanziari.

Per la prima volta dopo diverso tempo, la «top3» sposta le sue radici dalla metà orientale del globo e torna a trovare l’occidente. Sono infatti due europee e un’americana le protagoniste di questi sette giorni. Si parte con il secondo produttore di acciaio a livello mondiale: ArcelorMittal (+10,49%). Il suo titolo, dopo aver viaggiato tra diversi alti e bassi nell’ultimo periodo, ha avuto una settimana finanziaria particolarmente proficua nella quale ha anche sfiorato il livello di massimo storico registrato a inizio giugno. In seconda posizione troviamo Cleveland Cliffs che è ormai un habitué delle nostre classifiche. L’azienda americana aveva mostrato la discesa più marcata nella scorsa rilevazione e oggi va a compensare con un +10,07%. Insieme a Reliance Steel sono considerati due dei titoli più caldi del momento, ma come emerge dalle nostre rilevazioni, la volatilità attuale dei produttori siderurgici statunitensi è alquanto alta. Chiude la graduatoria un’altra europea: l’austriaca Saltzgitter (+9,43%). Pur avendo raramente fatto notizia all’interno della nostra analisi, la società è in leggera ma graduale crescita da cinque settimane consecutive.

Le dinamiche odierne delle nostre classifiche sono in controtendenza rispetto all’ultimo periodo con l’Oriente che si impossessa delle variazioni al ribasso. La «flop3» è capitanata dal Giappone e chiusa dalla Cina. Le prime due posizioni appartengono alle nipponiche JFE Steel Corporation (-3,14%) e Kobe Steel (-2,44%). Le olimpiadi di Tokyo, che dovevano simboleggiare la ripartenza post Covid, si sono rivelate un mezzo di divisione del Paese tra chi era favorevole e chi diffidente sulle possibili conseguenze. La loro partenza ha influito sui mercati finanziari giapponesi e sulle loro aziende, anche se le variazioni al ribasso sono minime. Infine, seguendo un percorso inverso a quello di Cleveland Cliffs, troviamo la cinese Xinjiang Bayi (-2,37%). L’azienda è infatti passata dall’essere la migliore della scorsa rilevazione al trovarsi oggi nella classifica dei ribassi. Fortunatamente, il calo odierno è molto contenuto e va solamente a riaggiustare il valore che la società aveva raggiunto sette giorni fa con quel balzo di quasi il 20%.

Come evolverà il mercato minerario?

Nonostante i progetti in atto per la transizione green di cui abbiamo parlato la scorsa settimana e sebbene oggi le principali aziende minerarie siano in crescita, il settore suscita qualche dubbio tra gli esperti. A inizio luglio, Barclays ha rivalutato il settore da positivo a neutro e prevede che i costi dei metalli, i tassi di cambio, il mercato petrolifero e le tassazioni imposte da diversi Paesi colpiranno i conti delle principali realtà del settore. In settimana l’andamento del rame, nichel, alluminio e di altri metalli di base in borsa ha iniziato a scendere, causa preoccupazioni destate da una possibile recrudescenza della pandemia. Inoltre, i prezzi in dollari di questi metalli stanno anche diventando sempre meno appetibili per chi è in possesso di altre valute. Vi è anche un’altra criticità che sta emergendo fra le società minerarie che lavorano in Australia: la difficoltà nel trovare macchinisti disposti a fare straordinari. Alla scarsità delle materie prime e alle dilazioni nelle consegne si aggiunge ora la difficoltà nel reperire il personale per evadere gli ordini delle compagnie siderurgiche. In Australia, infatti, i sindacati sono preoccupati per il riacutizzarsi della pandemia e le conseguenti restrizioni che avrebbero effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei lavoratori. Perciò, le aziende del settore si trovano tra due fuochi: da un lato i sindacati ostili ad orari di lavoro ampliati e dall’altro i clienti che non possono aspettare oltre per ricevere la merce. Rio Tinto e BHP hanno promesso di fornire ai macchinisti non solo alloggio e assistenza finanziaria, ma anche programmi di supporto per la salute mentale dei lavoratori lontani dalle loro famiglie. Nel frattempo, però, le marginalità delle aziende minerarie continuano ad attestarsi ai massimi storici e l’andamento di tutte le variabili in gioco è diventato praticamente imprevedibile per stilare stime sul futuro prossimo.

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“Non è l'azienda che paga i salari. L'azienda semplicemente maneggia il denaro. È il cliente che paga i salari”

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