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Geografia&mercato: accenti diversi stesso spirito

Le riflessioni del coordinatore del tavolo, Stefano Ferrari

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Un confronto franco, intenso e diretto. Senza tatticismi, ma a cuore aperto. Il primo incontro del tavolo Geografia e Mercato dell’Acciaio si è chiuso nel pieno spirito degli Stati Generali dell’ACCIAIO, con la filiera dell’acciaio che si è interrogata sulle proprie prospettive, con consapevolezza e con una forte dose di autocritica.

Un futuro diverso. All’incontro erano presenti esponenti della produzione siderurgica, della distribuzione di prodotti in acciaio, del commercio di rottame, del mondo bancario ed analisti: nonostante i diversi ruoli e settori di appartenenza, c’è stata piena concordanza nella consapevolezza che il domani siderurgico sarà diverso dall’oggi. Radicalmente diverso. Diverso per geografia, con nuovi player che emergeranno assumendo ruoli importanti, diverso per utilizzo dell’acciaio, con un quindicennio meno «steel intensive» rispetto al periodo appena passato, e diverso per rapporti con i clienti e le istituzioni. A fronte di questa diversità, l’assetto dell’acciaio italiano ed europeo dovrà mutare. Ma anche il rapporto con le istituzioni, e l’attenzione delle stesse verso la siderurgia, avrà bisogno di una profonda revisione.

Visioni, non solo richieste. Ma l’incontro non è stato un elenco di richieste da avanzare alla politica. Anzi è stato ricco di spunti, proposte, visioni. L’autocritica, l’ammissione di errori ed il realismo sono stati il leitmotiv di molti degli interventi degli operatori: si è passati da «il mercato non tornerà mai alle dimensioni pre-crisi», a «il problema non è la Cina», da «siamo troppo piccoli», ad «abbiamo deficit di competitività», sino a «è necessario passare attraverso un processo di selezione ed aggregazione». Per far tutto ciò senza provocare terremoti sociali in Europa, però, è anche stato constatato con estremo realismo che le aziende non possono essere lasciate sole. È tempo che l’Ue (e l’Italia) torni protagonista in un ambito troppo spesso trascurato negli ultimi decenni: la politica industriale. Una politica industriale che si accompagni a strumenti di gestione dei lavoratori che dovranno essere reimpiegati in altri settori.

Direzioni diverse, metodo unico. Il percorso degli Stati Generali dell’ACCIAIO è appena iniziato. Saranno necessari ancora interventi, riflessioni, incontri, lavoro di sintesi per riuscire ad arrivare all’obiettivo: ovvero avviare un processo culturale e poi presentare ai decisori politici, durante Made in Steel 2017, una serie di istanze condivise per sostenere la filiera dell’acciaio nazionale e continentale. Le posizioni degli intervenuti sono state in parte sulla stessa linea d’analisi, in parte articolate, in qualche caso distanti. Ma una consapevolezza è emersa al di là di ogni ragionevole dubbio: per completare questo percorso c’è solo un modo: stare insieme. Solo così si potranno superare le distanze e ci si potrà presentare più forti, come un corpo unico. Perché solo se sopravvivranno tutte le sue parti la filiera potrà prosperare anche nei prossimi anni.


«Ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo».
(Henry Ford)



“Non è l'azienda che paga i salari. L'azienda semplicemente maneggia il denaro. È il cliente che paga i salari”

Henry Ford

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