4 agosto 2016
Brescia - 4 agosto 2016
Overcapacity. Questo il principale problema che l’industria dell’acciaio fronteggia oggi. Questa la parola che da anni sta creando ben più di un grattacapo. Non ne sono coscienti solo i produttori siderurgici, i trader, i distributori di acciaio e gli utilizzatori del metallo: la consapevolezza della gravità della situazione, infatti, ha travalicato i confini della filiera e ha raggiunto le istituzioni politico-economiche. Prova lampante è l’ultima riunione dello «Steel Commitee» dell’OCSE, che si è tenuta ad aprile a Bruxelles. Nel corso dell’incontro, dedicato a «Excess Capacity and Structural Adjustment in the Steel Sector» alla presenza di ministri, vice ministri e dirigenti governativi di alto livello, i riflettori sono stati puntati sulla promozione di misure strutturali volte alla riduzione dell’eccesso di capacità produttiva, nonché sulla rimozione delle politiche governative che distorcono il mercato.
Tra le riflessioni emerse nel corso del meeting, di particolare rilevanza quella di Étienne Davignon, ideatore dei celebri «piani Davignon» che hanno contribuito a ristrutturare la siderurgia europea nei primi anni ’80. Davignon ha mostrato lo stato di salute dell’industria dell’acciaio europea prima dell’entrata in vigore dei piani da lui redatti e successivamente ha elencato le analogie tra l’Europa di metà anni ’70 e la Cina odierna, illustrando limiti e possibilità dell’attuale politica governativa cinese di riduzione delle capacità, confrontandola con i risultati del primo e secondo «piano Davignon». Nelle slide sottostanti i dati presentati da Davignon.
(Scarica il documento Restructuring of the European steel industry)
(Scarica il documento Reflections on restructuring of the Chinese steel industry)
23 maggio 2025
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