22 settembre 2016 di Emanuele Morandi
Ho assistito ieri a Milano, al Museo della Scienza e della Tecnica, alla presentazione del Piano nazionale Industria 4.0. A sottolineare l’importanza dell’occasione e della svolta che comporta erano presenti il ministro Carlo Calenda e del premier Matteo Renzi.
E’ un piano rivoluzionario nella forma e nella sostanza; un piano ambizioso (da 13 miliardi di risorse pubbliche), atteso da molto tempo e che delinea il modello da applicare al tessuto industriale italiano: la via italiana alla Quarta Rivoluzione Industriale.
“E’ l’ultima chiamata per il manifatturiero italiano”, ha sentenziato Gianfelice Rocca nella sua introduzione.
“Le nuove tecnologie” ha detto il premier Matteo Renzi “creano dei perdenti e dei vincenti e noi dobbiamo scegliere se stare dalla parte della Paura di chi teme il cambiamento o provare a giocare la carta del Coraggio”.
Il piano presentato è concreto ed orientato ai risultati. “Ci misureremo sull’execution” ha più volte ripetuto il ministro Calenda. Perché l’unica cosa che conta davvero, al di là delle buone intenzioni, saranno i risultati che questo piano produrrà.
Oltre a questo aspetto di concretezza vorrei sottolineare due altri aspetti di novità.
La prima è un nuovo modo di intendere il rapporto tra pubblico e privato in materia di politica economica ed industriale: la cabina di regia a livello governativo è stata costruita su un’architettura di governance pubblico-privata. Inoltre, ed è questo un elemento significativo, gli strumenti previsti (agevolazioni, credito d’imposta alla ricerca, finanza a supporto) sono erogati sulla base di una scelta operata in modo autonomo dall’impresa che decide COME e DOVE investire. Più fiducia nelle imprese, insomma.
La seconda è la “visione” che il piano sottende: la rivoluzione industriale 4.0 non è solo una sfida tecnologica ma di modelli di business e - soprattutto – culturale, di lungo periodo. Diventa quindi fondamentale la formazione e la diffusione di conoscenze.
E’ quanto stiamo facendo con gli “Stati Generali dell’ACCIAIO”, in particolare al tavolo “Innovazione e Trasformazione Digital”.
Perché se è vero, come ha detto Gianfelice Rocca, che il manifatturiero è il l’asse portante dell’economia e dell’occupazione in Italia, è altrettanto vero che l’acciaio è la sua materia prima.
Mi ha fatto molto piacere notare la sintonia nei contenuti e nel metodo tra quanto contenuto nel Piano presentato ieri e il lavoro che stiamo svolgendo all’interno della nostra filiera in un’ottica di cross fertilisation.
Ora dopo le slide e le PAROLE, devono cominciare le AZIONI che producono fatti concreti.
Clicca sull'icona per scaricare le slide proiettate nella presentazione ufficiale del progetto Industria 4.0
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