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Aprile 2017: la congiuntura siderurgica

L'andamento dei principali indicatori dell'acciaio italiano, europeo e mondiale

Lo scenario mondiale

A marzo la produzione mondiale di acciaio è stata di 144,953 milioni di tonnellate, con un incremento del 4,6% (+6,934 milioni di tonnellate) rispetto al terzo mese del 2016. Il tasso di utilizzo degli impianti siderurgici, che nel marzo dell’anno scorso era del 70,5%, nel 2017 è salito al 72,7%.

Nel primo trimestre dell’anno, l’output complessivo delle acciaierie mondiali si è attestato a 410,548 milioni di tonnellate, con una crescita del 5,7% rispetto all’anno precedente.

A marzo nove dei primi dieci produttori mondiali hanno mostrato un aumento dell’output. La performance più elevata, in termini percentuali, è della Turchia (+14,0% a 3,111 milioni di tonnellate), seguita a stretta misura dal Brasile (+13,7% a 2,850 milioni di tonnellate), dall’India (+8,2% a 9,000 milioni di tonnellate), dalla Corea del Sud (+6,4% a 6,100 milioni di tonnellate), dagli USA (+3,4% a 7,003 milioni di tonnellate), dalla Germania (+1,9% a 3,882 milioni di tonnellate), da Cina e Giappone (+1,8%, rispettivamente a 71,995 e a 8,885 milioni di tonnellate) e dalla Russia (+1,4% a 6,185 milioni di tonnellate). In calo soltanto l’Ucraina: -4,5% a 2,105 milioni di tonnellate.

Per ciò che concerne le nove macro aree nelle quali la World Steel Association suddivide il globo, otto mostrano un incremento dell’output rispetto a marzo 2016, con la sola eccezione dell’Oceania (-1,5% a 476.000 tonnellate). In aumento, invece, i Paesi europei non facenti parte dell’Ue (+16,1% a 3,396 milioni di tonnellate), l’Africa (+14,5% a 1,198 milioni di tonnellate), il Sud America (+13,7% a 3,654 milioni di tonnellate), il Nord America (+9,2% a 10,163 milioni di tonnellate), il Medio Oriente (+8,7% a 2,479 milioni di tonnellate), l’Ue (+6,7% a 15,025 milioni di tonnellate), l’Asia (+3,4% a 99,618 milioni di tonnellate) e la CSI (+0,8% a 8,940 milioni di tonnellate).

Nell’UE, la crescita della produzione ha interessato 14 dei 20 Stati membri produttori di acciaio. Il Paese che fa registrare la miglior performance è l’Ungheria (+81,6% a 158.000 tonnellate), quello peggiore è la Grecia (-27,4% a 85.000 tonnellate).

 

La siderurgia italiana

A marzo 2017 la produzione siderurgica italiana è stata di 2,232 milioni di tonnellate, con un aumento del 9,5% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. Espresso in tonnellate, l’incremento produttivo è stato di 134.00 tonnellate. Il tasso di utilizzo degli impianti si è attestato attorno al 69,6%.

Per ciò che concerne i prodotti finiti in acciaio, Federacciai segnala che a febbraio (ultimi dati disponibili) l’output di lunghi è cresciuto dell’1,1%, fino a quota 1,011 milioni di tonnellate, mentre quello di piani si è contratto del 5,9%, scendendo sino a 909.000 tonnellate.

 

Le importazioni

A gennaio del 2017 le importazioni di materie prime siderurgiche, semilavorati, finiti e tubi sono state pari a 2,159 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. Secondo i dati elaborati da Siderweb su base ISTAT, l’aumento è da imputarsi soprattutto all’accelerazione delle materie prime (+17,4% a 586.617 tonnellate) e dei semilavorati (+18,4% a 300.706 tonnellate), mentre gli acquisti di piani, lunghi e tubi sono scesi rispettivamente del 4,0%, del 6,6% e del 6,1%. Le importazioni dai Paesi Ue sono scese del 4,4% a 1,004 milioni di tonnellate, quelle dai Paesi extra Ue sono cresciute dell’11,6%, arrivando a 1,155 milioni di tonnellate.

Per ciò che concerne le qualità di acciaio giunte in Italia, gli acciai al carbonio aumentano i volumi del 4,5%, quelli inox del 5,7% e gli speciali cedono il 27,8%.

 

Le esportazioni

Nel primo mese del 2017 le esportazioni italiane sono state di 1,269 milioni di tonnellate, con un miglioramento del 10,0% rispetto al corrispondente mese del 2016. In crescita tutte le categorie analizzate, con la sola eccezione dei tubi (-4,6% a 244.363 tonnellate).

Per ciò che concerne la destinazione del materiale, si segnala un aumento delle vendite all’interno dell’Ue (+13,6% a 1,040 milioni di tonnellate), mentre mostrano una ridotta decelerazione quelle al di fuori dei confini dell’Unione (-3,8% a 228.645 tonnellate).

In termini qualitativi, le vendite di acciai al carbonio salgono dell’8,0% a 763.726 tonnellate, quelle di acciai inox del 16,1% a 91.774 tonnellate e quelle di acciai speciali del 42,2% a 120.246 tonnellate (la somma dei tre numeri è inferiore al totale dell’export in quanto non sono considerate le materie prime ed i tubi).

 

Le previsioni a breve termine

Le previsioni a breve termine per l’industria siderurgica europea ed italiana sono moderatamente favorevoli, nonostante la diminuzione di quasi mezzo punto del tasso di crescita della domanda di acciaio nel secondo trimestre rispetto al primo. Ciò è dovuto ad una forte decelerazione del consumo da parte delle imprese di produzione di tubi e ad un rallentamento da parte dell’industria dell’auto e degli altri mezzi di trasporto, non compensati dall’aumento della domanda di prodotti in acciaio di altri settori utilizzatori, come quello delle costruzioni, che nel secondo trimestre dovrebbe registrare il tasso di crescita più alto (+2,5%) della domanda di acciaio.

 

Prezzi: riprendono i rincari a marzo

Dopo l’inversione di tendenza di febbraio, a marzo le quotazioni dell’acciaio in Italia tornano a salire. Questo è ciò che emerge dalle rilevazioni effettuate da Siderweb e condensate nel SiderIndex (ovvero l’indice che misura le quotazioni medie alla tonnellata dei prodotti siderurgici in acciaio al carbonio sul mercato italiano). La media mensile nel terzo mese del 2017, infatti, è stata di 394,8 euro la tonnellata, in leggero aumento rispetto ai 387,4 euro la tonnellata di febbraio (+1,9%). Il valore dell’indice raggiunto a marzo è il più alto dal febbraio 2013. Ad aprile, invece, si registra una riduzione dell’indice, sceso a 380,86 euro la tonnellata nella terza rilevazione mensile.

Tornando al mese di marzo ed prendendo in considerazione il trend dei singoli prodotti, si nota che, nel comparto dei piani, coils e lamiere da treno rimangono sui valori del mese precedente (con una riduzione di 2 euro la tonnellata per i coils a caldo e una stabilità per le lamiere da treno), le lamiere nere cedono 13 euro la tonnellata e le lamiere zincate, invece, crescono di una decina di euro la tonnellata.

Sul versante dei lunghi, la situazione è diversa, con aumenti diffusi che vanno da un minimo di 8 euro la tonnellata per le travi ad un massimo di 20 euro la tonnellata per il tondo per cemento armato. Questi rincari seguono a ruota quelli del rottame: il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 249,1 euro la tonnellata a marzo, contro i 221,9 euro la tonnellata a febbraio, per una variazione del +12,3%.


28.04.17_2


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