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Marzo 2017: la congiuntura siderurgica

L'andamento dei principali indicatori dell'acciaio italiano, europeo e mondiale

 

Lo scenario mondiale

A febbraio, la produzione mondiale di acciaio è stata di 126,579 milioni di tonnellate, con un incremento del 4,1% (+4,972 milioni di tonnellate) rispetto al secondo mese del 2016. Il tasso di utilizzo degli impianti siderurgici, che nel febbraio dell’anno scorso era del 66,3%, nel 2017 è salito al 70,3%.

Nel primo bimestre dell’anno, l’output complessivo delle acciaierie mondiali si è attestato a 264,416 milioni di tonnellate, con una crescita del 5,8% rispetto all’anno precedente.

A febbraio, sei dei primi dieci produttori mondiali hanno mostrato un aumento dell’output. Il risultato migliore, in termini percentuali, è della Turchia (+15,6% a 2,739 milioni di tonnellate), seguita da India (+8,9% a 8,113 milioni di tonnellate), Corea del Sud (+8,3% a 5,508 milioni di tonnellate), Brasile (+5,7% a 2,572 milioni di tonnellate), Cina (+4,6% a 61,187 milioni di tonnellate) e Germania (+2,6% a 3,453 milioni di tonnellate).

In calo, invece, Ucraina (-3,6% a 1,900 milioni di tonnellate), USA (-1,0% a 6,362 milioni di tonnellate), Russia (-0,3% a 5,585 milioni di tonnellate) e Giappone (-0,1% a 8,340 milioni di tonnellate).

Per ciò che concerne le nove macro aree nelle quali la World Steel Association suddivide il globo, ben sei mostrano un incremento dell’output rispetto a febbraio 2016: Oceania (+24,7% a 442mila tonnellate), Africa (+18,2% a 1,089 milioni di tonnellate), Paesi europei non facenti parte dell’Ue (+15,8% a 2,955 milioni di tonnellate), Medio Oriente (+5,7% a 2,351 milioni di tonnellate), Asia (+5,1% a 86,212 milioni di tonnellate) e Sud America (+1,5% a 3,209 milioni di tonnellate), mentre CSI e Nord America confermano i risultati dell’anno scorso e l’Ue scende leggermente (-0,6% a 13,280 milioni di tonnellate).

Nell’UE, la riduzione della produzione ha interessato 12 dei 20 Stati membri produttori di acciaio. Il Paese che fa registrare la miglior performance è l’Ungheria (+86,8% a 142mila tonnellate), quello peggiore è la Grecia (-14,9% a 80.000 tonnellate).

 

La siderurgia italiana

A febbraio 2017 la produzione siderurgica italiana è stata di 1,973 milioni di tonnellate, con un aumento dell’1,2% rispetto al medesimo mese del 2016. In volumi, l’incremento è stato di 24mila tonnellate. Il tasso di utilizzo degli impianti si è attestato attorno al 61,5%.

Per ciò che concerne i prodotti finiti in acciaio, Federacciai segnala che a gennaio (ultimi dati disponibili) l’output di lunghi è salito dell’11,9%, arrivando a 858mila tonnellate, mentre quello di piani è cresciuto del 7,7%, toccando quota 952mila tonnellate.

 

Le esportazioni

Nel corso del 2016, le esportazioni italiane di acciaio sono state pari a 17,669 milioni di tonnellate, con un incremento dell’8,7% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati forniti da Federacciai, in termini di volumi si è registrato un aumento di 1,408 milioni di tonnellate. L’export verso i Paesi dell’Ue è ammontato a 12,568 milioni di tonnellate (71,1% del totale), con un miglioramento del 13,4% rispetto al 2015. Le vendite nei Paesi extracomunitari, invece, sono scese dell’1,7% (-87mila tonnellate), fermandosi a 5,099 milioni di tonnellate.

Entrando nel dettaglio dei prodotti esportati, si nota che la categoria che fa fatto registrare l’incremento percentuale più consistente è quella dei lingotti e semilavorati (+21,6% a 518mila tonnellate), seguita dai prodotti lunghi (+11,6% a 4,679 milioni di tonnellate), dai prodotti piani (+9,3% a 6,979 milioni di tonnellate) e dai prodotti di prima trasformazione (+5,0% a 5,110 milioni di tonnellate). In calo i prodotti di seconda trasformazione (+2,0% a 383.000 tonnellate).

 

Le importazioni

Nel 2016 le importazioni italiane di acciaio sono state pari a 19,733 milioni di tonnellate, con un calo dell’1,0% rispetto al 2015 (-199mila tonnellate). La contrazione del dato deriva sia dalla riduzione degli arrivi di prodotti comunitari (-1,3% a 9,351 milioni di tonnellate), sia dagli arrivi di prodotti provenienti da fornitori extracomunitari (-0,7% a 10,384 milioni di tonnellate). Nel corso dell’anno appena concluso il commercio estero italiano di prodotti in acciaio, quindi, è stato in deficit di 2,064 milioni di tonnellate.

Per ciò che concerne i prodotti importati, si nota una diminuzione degli arrivi di lingotti e semilavorati (-0,4% a 3,778 milioni di tonnellate), di prodotti lunghi (-3,0% a 2,234 milioni di tonnellate) e di prodotti piani (-1,5% a 12,157 milioni di tonnellate), mentre è salito l’import di prodotti di prima trasformazione (+4,1% a 1,367 milioni di tonnellate) e di seconda trasformazione (+5,3% a 197.000 tonnellate).

 

Le previsioni a breve termine

Le attese a breve termine per l’industria siderurgica europea ed italiana non sono particolarmente favorevoli, in quanto si prevede un rallentamento di circa mezzo punto nel tasso di crescita della domanda di acciaio nel secondo trimestre rispetto al primo. Ciò è dovuto ad una decelerazione del consumo di acciaio da parte dell’industria dell’auto e degli altri mezzi di trasporto, ad una contrazione della domanda da parte dei settori degli elettrodomestici e della produzione di tubi. Si consolida invece la ripresa del consumo di acciaio da parte delle imprese del settore delle costruzioni.

  

Prezzi: febbraio in leggero calo, ma sempre sui massimi

Rimane sui massimi il prezzo dell’acciaio in Italia. Questo è ciò che emerge dalle rilevazioni effettuate da Siderweb e condensate nel SiderIndex (l’indice che misura le quotazioni medie alla tonnellata dei prodotti siderurgici in acciaio al carbonio sul mercato italiano): la media mensile dell’indice, infatti, è stata di 387,4 euro la tonnellata a febbraio, contro i 391,5 euro la tonnellata a gennaio. Nonostante una lieve riduzione (-1,0%), il SiderIndex si è consolidato su livelli che non toccava dal 2013. Anche nei primi giorni di marzo il trend sembra essere confermato, con il SiderIndex che oscilla tra i 393 ed i 396 euro la tonnellata.

Tornando al mese di febbraio ed analizzando l’andamento dei singoli prodotti si nota che, il comparto di piani, coils e lamiere da treno mostra oscillazioni contenute (rispettivamente -2 euro la tonnellata e stabili), mentre la lamiere nere e zincate recuperano una quindicina di euro la tonnellata rispetto ai prezzi del mese precedente.

Sul versante dei lunghi, invece, le quotazioni fanno retromarcia, con riduzioni che vanno da un minimo di 8 euro la tonnellata per i laminati mercantili ad un massimo di 20 euro la tonnellata per il tondo per cemento armato. Questi cali sono figli della contrazione del rottame. Il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 221,9 euro la tonnellata a febbraio, contro i 239,7 euro la tonnellata a gennaio, per una variazione del -7,4%.

23.03.2017


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