11 aprile 2014
Negli ultimi anni abbiamo assistito all’evoluzione di schemi fraudolenti divenuti sempre più sofisticati, articolati e spregiudicati nella propria forma e nella propria sostanza illecita. Esplicito riferimento è allo schema delle cosiddette frodi carosello riportato recentemente alle cronache per l’applicazione all’industria siderurgica e dei rottami ferrosi. Partiamo con un esempio concreto: l’operazione “Russian” è stata condotta dalla Guardia di Finanza Comando Provinciale di Piacenza e si è conclusa il 3 marzo 2011. Le indagini, avviate a seguito dell’emersione di gravi illeciti di natura fiscale, consentirono di scoprire un’organizzazione criminale resasi responsabile del riciclaggio di denaro sporco proveniente dai traffici dalla mafia russa e dal loro reimpiego nell’economia legale mediante l’utilizzo delle imprese gestite in Italia dal cittadino russo responsabile dell’organizzazione: un’impresa italiana simulava di acquistare da una società ucraina dei rottami ferrosi, il pagamento veniva effettuato ad una società belga, che era l’incaricata di simulare il noleggio delle navi atte a trasportare il materiale ferroso. Il denaro affluì su conti bancari in Lussemburgo ed intestati alla società belga e ad imprese residenti in paradisi fiscali. Altro caso recente scoperto da nuclei di Polizia tributaria e della Guardia di finanza ha portato la Procura di Ferrara a richiedere “(…) il rinvio a giudizio per 34 persone per reati che si sintetizzano in una maxi evasione fiscale da 100 milioni di euro e di Iva per 30 milioni. Una frode fiscale che ha portato la procura a contestare ai 34 imputati, a vario titolo, reati di evasione e frode fiscale, bancarotta, contrabbando, mendacio bancario, falsi in atti pubblici e privati. Tra queste persone oltre il gruppo di imputati legato a Ciancimino (13 persone arrestate nel corso dell’indagine, tra cui diversi ferraresi) compaiono anche i nomi dei titolari delle imprese che in Italia commercializzano acciaio (…)”. Le frodi carosello sono “nate” come un chiaro abuso dell’esenzione IVA nelle transazioni intracomunitarie basate nell’interposizione di società cosiddette cartiere, ovvero soggetti commercialmente non attivi, creati con il fine di emettere fatture (documenti cartacei) e sulle quali dirottare tutti gli obblighi di versamento delle imposte all’Erario che sistematicamente non verranno mai assolti procurando ingenti profitti illeciti e generando un fraudolento ribasso dei prezzi finali stravolgendo ogni regola di concorrenza leale. Tale schema viene tuttavia sempre più utilizzato da associazioni malavitose che creano “cartiere” e società veicolo “ad hoc” con il fine di generare vorticosi giri di materiale che dovrebbe servire ad alimentare lo schema fraudolento. Data la semplicità dello schema nella sua attuazione, è facile che una società (soprattutto di trading) benché in totale buona fede si possa trovare coinvolta in una frode carosello senza rendersene conto. Diventa essenziale prestare attenzione ai soggetti con i quali si intrattengono rapporti commerciali e provvedersi di apposite procedure atte a individuare soggetti e società che operano in modalità “anormali”, questo principalmente perché aiuterebbe l’acquirente in buona fede a dimostrare di non essere parte di disegni fraudolenti, organizzazioni criminose né tantomeno, sebbene meno grave, perdere il diritto alla detrazione dell’IVA per colpa di un fraudolento comportamento del venditore, neanche se il contratto è dichiarato nullo per illiceità e se la frode mirava proprio all’evasione dell’IVA. Bisogna inoltre considerare che monitorare i propri interlocutori commerciali non è semplice, specie nel settore siderurgico: le imprese di più piccola entità (soprattutto operanti in attività di recupero) possono iniziare ad operare a seguito di procedure semplificate che prevedono solo la comunicazione di inizio attività operando su processi produttivi molto elementari, con limitati investimenti iniziali e con scarso know-how. A questo bisogna anche aggiungere che il mercato siderurgico e dei rottami ferrosi ha un altro problema da affrontare: la difficilissima tracciabilità della movimentazione delle materie prime e degli scarti. Le movimentazioni dei rottami metallici e ferrosi vengono inoltre trattate sulla base di semplici attestazioni di conformità, attestazioni che risultano esser state anch’esse vittime di alterazioni da parte di cartiere. Le transazioni di materiali e rottami ferrosi restano pertanto soggette solo alle vigenti norme di carattere fiscale e pertanto si prestano all’applicazione di ormai sperimentate tecniche di evasione fiscale mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Fabrizio Santaloia
Italy Fraud Investigation & Dispute Services (FIDS) leader
Tel. 366 7874062
Email Fabrizio.Santaloia@it.ey.com
Sito internet www.ey.com
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