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Invitalia: l'identikit del futuro socio dell'ex Ilva

L'analisi dell'Ufficio studi siderweb sulla società di partecipazione statale che dovrebbe rilanciare il siderurgico

Da settimane è sulla bocca di tutti. Sia per l’accordo che sancirà, entro pochi giorni, l’entrata dello Stato nel capitale sociale dell’ex Ilva di Taranto, sia per il ruolo mediatico assunto durante la pandemia dal suo amministratore delegato, Domenico Arcuri. Ma cos’è Invitalia? Qual è la sua storia? Di quali attività si occupa e quali sono i numeri del bilancio 2019? Per rispondere a queste domande siderweb ha realizzato una scheda per delineare il profilo del gruppo destinato a diventare uno dei protagonisti dell’acciaio «Made in Italy».

Storia

La nascita di Invitalia è da far risalire al gennaio 1999, quando il governo D’Alema con il decreto legislativo numero 1 (Riordino degli enti e delle società di promozione e istituzione della società Sviluppo Italia) diede il via ad una maxi fusione tra SPI, Itainvest (ex Gepi), IG (S.p.a. per l'imprenditorialità giovanile), Insud (promozione e sviluppo di imprese turistiche e termali), Ribs (strumento operativo del Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali sul risanamento agro-industriale zuccheri), ENI-Sud, Finagra (promozione nel settore agro alimentare) in un'unica azienda per rilanciare lo sviluppo industriale del Mezzogiorno d'Italia. Dall’operazione nacque, appunto, Sviluppo Italia Spa. La società, che negli anni successivi venne anche investita della responsabilità di attirare investimenti esteri nel nostro Paese, operò fino al 2007 quando venne varato un piano di riordino, dismissioni e rilancio del gruppo, che nel 2008 prese il nome di Invitalia.

La società è partecipata al 100% dal Ministero dell'Economia e, tra i propri compiti, assomma i seguenti:

  • Creazione di nuove imprese: tramite i programmi Resto al Sud, Nuove imprese a tasso zero, SmartStart Italia, Cultura Crea, Selfiemployment, Programma Best e Sistema Invitalia Startup Invitalia ha finanziato 125.861 imprese, con 9,3 miliardi di euro di agevolazioni concesse e 270.987 posti di lavoro creati;
  • Sostegno di grandi investimenti, anche attraverso l’attrazione di investimenti esteri (tra cui, negli anni, Rolls-Royce, Unilever, Vodafone, Enterra, Sasol e Bridgestone);
  • Rafforzamento di imprese esistenti, in particolare puntando al rilancio delle aree colpite da crisi industriale, sostenendo l’occupazione e promuovendo l’innovazione. Nel corso della sua storia Invitalia ha finanziato 3.138 imprese, attivando 5,2 miliardi di investimenti e con la concessione di 2,6 miliardi di agevolazioni;
  • Sviluppo dei territori;
  • Affiancamento della PA per la gestione dei Fondi Europei e Nazionali.

 

Management

Dal 2019 il presidente della società è Andrea Viero (in precedenza amministratore delegato del Gruppo Enìa, membro del Cda di Edison, commissario di governo delle Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici), mentre l’amministratore delegato, dal 2007, è Domenico Arcuri (nell'immagine di testa). Arcuri ha iniziato la sua carriera negli anni ’80 nell’IRI, passando nel 1992 in Pars (joint-venture tra Arthur Andersen e GEC nel settore della consulenza ad alto contenuto tecnologico, di cui divenne a.d.), nel 2001 in Arthur Andersen e nel 2002 in Deloitte Consulting, di cui è diventato amministratore delegato nel 2004. Dal 2007, come detto, è amministratore delegato di Invitalia. I consiglieri della società sono Paola Ciannavei, Stefania Covello e Sergio Maccagnani.

 

Aziende controllate

Secondo quanto riportato dal sito di Invitalia, al momento il gruppo controlla cinque aziende:

  • Infratel Italia: è una società del Ministero dello sviluppo economico e soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultra Larga del Governo. Il suo scopo è quello di ridurre il digital divide attraverso la realizzazione e l'integrazione di infrastrutture capaci di estendere le opportunità di accesso a internet veloce.
  • Italia Turismo: si occupa di investimenti strategici in campo turistico-ricettivo, con proprietà immobiliari in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. È specializzata nello sviluppo e nella riqualificazione di strutture ricettive e contribuisce al riposizionamento competitivo delle destinazioni nelle quali opera.
  • Marina di Portisco: che gestisce l’omonimo porto turistico in Sardegna (provincia di Olbia);
  • Mediocredito Centrale: acquisita nel 2017, opera soprattutto a sostegno degli investimenti e dello sviluppo del Sud;
  • Invitalia Partecipazioni: è la società di gestione di partecipazioni del Gruppo Invitalia, la cui missione è gestire, dismettere o liquidare le partecipazioni ritenute non strategiche, in attuazione del Piano di riordino predisposto da Invitalia e approvato dal Ministro dello Sviluppo Economico. AL 31 dicembre 2019 la società aveva partecipazioni in 30 aziende e ne controllava 3.

 

Ruolo di Invitalia nella pandemia

Con la pandemia da Covid-19, il ruolo dell’a.d. di Invitalia si è espanso in maniera molto evidente, in quanto è stato nominato dal Governo a Commissario Straordinario per l'emergenza Coronavirus. Il suo compito è quello di attuare e coordinare le misure di contenimento e contrasto dell’epidemia. In particolare: gestisce ogni intervento utile a fronteggiare l’emergenza sanitaria, provvede inoltre al potenziamento delle strutture ospedaliere, può provvedere alla costruzione di nuovi stabilimenti e alla riconversione di quelli esistenti per la produzione di beni, organizza le attività propedeutiche alla concessione degli aiuti per far fronte all’emergenza sanitaria da parte delle autorità competenti nazionali ed europee, collabora con le regioni e le supporta nell’esercizio delle relative competenze in materia di salute. L’incarico del Commissario è a titolo gratuito e si conclude al termine dell’emergenza.

 

Bilancio 2019

Il 2019 per Invitalia si è chiuso con un utile di 14,215 milioni di euro, un risultato quasi raddoppiato rispetto all’esercizio precedente (7,879 milioni di euro). Le maggiori fonti di incassi per la società sono gli interessi (23,3 milioni di euro), le commissioni nette (169,5 milioni di euro) e le intermediazioni. Il risultato netto della gestione finanziaria è stato positivo per 211,8 milioni di euro, mentre i costi operativi si sono attestati a 188,2 milioni di euro, per un utile dell’operatività corrente di 28,8 milioni euro, al quale vanno detratti 9,0 milioni per le imposte e 5,6 milioni di euro per perdite delle attività operative cessate.

Sul versante dello stato patrimoniale, si segnala un attivo di 4,486 miliardi di euro ed un patrimonio netto di 836,4 milioni di euro.


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