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Made in Steel: verso un 2021 di opportunità

Il recente trend di miglioramento del mercato fa crescere le attese degli operatori per il prossimo anno

È stata caratterizzata da un sentiment di positività la tavola rotonda del webinar “Made in Steel, insieme per costruire il futuro” a cui hanno partecipato Giovanni Bajetti (Acciaierie Venete), Giovanni Carpino (Liberty House), Andrea Gabrielli (Gabrielli) ed Edoardo Zanardelli (Feralpi Group). Ottimismo soprattutto per quanto riguarda attualità ed evoluzione del mercato.


Bajetti: «Miglioramento progressivo»

In «miglioramento progressivo». Così il direttore commerciale di Acciaierie Venete ha descritto la congiuntura di mercato negli ultimi mesi, soprattutto per quanto riguarda gli acciai speciali.

«Una delle cose più confortanti – ha spiegato Bajetti – è che i segnali di risveglio hanno un respiro globale. Un risveglio che però è ancora lontano dall’ottimale. Noi oggi paragoniamo la situazione al 2019; un anno che per il nostro settore non è stato esaltante. Tuttavia il trend attuale è sensibilmente migliore del post Covid. Per quanto riguarda l’automotive, se in pieno Covid il livello era del 50% rispetto all’ottimale, oggi siamo 75%. E questo vuol dire un miglioramento del 50% della situazione di mercato e la speranza che si cresca ancora. Tra gli altri settori, da segnalare come a livello di forgia l’eolico continui nel trend positivo, compensando almeno in parte il calo dell’Oil & Gas. Trattoristica e grandi macchine si tengono anch’esse su livelli positivi».

È però sul 2021 che il manager convoglia tutto il proprio ottimismo. «Se si conferma il trend che i prodotti piani facciano da battistrada sul fronte delle tendenze, mi aspetto che a breve si assisterà ad un recupero della corretta marginalità. Se oltre alla ripresa naturale post Covid vi sarà anche la concretizzazione dei piani di investimento, si creerà una compresenza di fattori particolarmente interessanti che potrebbe fare del 2021 un anno particolarmente positivo».

Carpino: «Il peggio è alle spalle. A novembre il primo checkpoint»

«Sia l’andamento dei prezzi che dei volumi ci fa poter dire che il peggio è alle spalle – ha rimarcato il manager del gruppo Liberty -. Tutti gli indicatori principali mostrano che i piani hanno avuto un incremento di 60 euro la tonnellata, in particolare perché la Cina in questa fase chiede materiale anziché esportarlo. Con l’offerta in affanno per la chiusura produttiva e per le limitazioni imposte dall’Ue all’import, è facile capire come si sia arrivati a questo punto. Nei prossimi mesi capiremo se siamo di fronte ad una bolla o meno; a novembre con l’avvio degli altiforni chiusi in precedenza vedremo se il sistema resterà stabile».

Sul 2021 Carpino si dice ottimista per due ragioni: «La prima è che l’anno si avvierà con un livello di domanda e prezzi adeguato. Inoltre se il Recovery Fund sarà usato in maniera corretta si creeranno numerose occasioni di sviluppo».

 

Gabrielli: «Il 2021 sarà caratterizzato dalla domanda reale»

«Fortunatamente la ripresa post Covid ha seguito una curva a V come ci auguravamo e non una curva a U i cui effetti avrebbero potuto essere drammatici. Un periodo piatto prima del recupero avrebbe potuto essere critico i centri di servizio: come trasformatori dobbiamo rivolgerci all’acquisto con circa tre mesi di anticipo».

L’imprenditore veneto ha ribadito come nel trimestre giugno, luglio, agosto la situazione sia tornata sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Un 2019 che, alla luce di risultati particolarmente positivi conseguiti, il gruppo Gabrielli ha deciso di non utilizzare come metro di paragone.

«Ora siamo in una fase di ri-stoccaggio, per cui alla componente reale della domanda si è aggiunta anche quella apparente. Per il timore di restare senza materie prime tutti cercano di mantenere i magazzini i equilibrio, evitando eventuali rischi di mancanza di materiale che un nuovo lockdown potrebbe innescare».

Sugli specifici prodotti per Gabrielli, mentre i piani scontano solo una difficoltà alle importazioni dovute alle limitazioni europee, il mercato delle lamiere di alto spessore resta invece in affanno.

«Il prossimo anno credo che sarà caratterizzato soprattutto dalla domanda reale – conclude l’imprenditore veneto -. La parte del leone probabilmente la farà la produzione, ma credo che se la domanda all’utilizzo sarà confermata il sistema troverà l’equilibrio a cui tutti puntiamo. La speranza è infine che, anche in caso di rincari, si mantenga la solvibilità che il sistema ha dimostrato finora».

 

Zanardelli: «2021 anno di possibilità»

Un mercato stabile per puntare ad un 2021 di possibilità: questa la visione di Edoardo Zanardelli del Gruppo Feralpi. «Diversamente dai piani, il mercato dei lunghi per l’edilizia ha avuto un andamento maggiormente stabile in occasione del Covid. Il mercato italiano ha dimostrato di avere una base concreta e solida di filiera, con gli imprenditori che hanno fornito una risposta importante sul fronte del rispetti dei pagamenti. Elementi che hanno contribuito a sostenere il recupero di prezzi e domanda. Quel che però ancora manca è una certa profondità di visione, che non aiuta la pianificazione».

Per Zanardelli il 2021 sarà l’anno delle possibilità, anche se le aziende dovranno fare maggiormente network ed il sistema finanziario dovrà essere disposto a supportare le realtà industriali.

I quattro protagonisti della filiera si sono però detti concordi su un punto: alla luce dello scenario che va delineandosi, Made in Steel 2021 rappresenta una grande opportunità. 
Un’opportunità sia di riallacciare relazioni rese difficili o impossibili dal Covid, sia di sfruttare occasioni di ampliamento della propria rete di contatti, espandendo il proprio business.


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