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Ilva, il giudice: «L’Afo 2 deve essere spento»

Ignorato il parere favorevole della Procura: nessuna proroga e il termine resta fissato a giovedì

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Il giudice, Francesco Maccagnano, nella serata di ieri, ha scritto un’altra pagina controversa nella storia della ex Ilva di Taranto: ha infatti negato la proroga chiesta da Ilva in amministrazione straordinaria per l’uso dell’altoforno 2. E questo nonostante il parere favorevole alla proroga espresso dal pm Antonella De Luca, secondo la quale la richiesta di prolungamento dei tempi (le operazioni spegnimento a questo punto dovrebbero iniziare giovedì 13 dicembre) erano indispensabili per poter effettuare i lavori di messa in sicurezza dell’impianto.

«Nonostante tutte le proroghe della facoltà d’uso di cui ha beneficiato Ilva in As, concesse espressamente oppure implicitamente, si impone a questo giudice – si legge nelle 29 pagine nelle quali motiva la sua decisione – rilevare che il termine richiesto per l’adempimento delle residue prescrizioni (pari, nella sua estensione massima, a 14 mesi) appare poco più del triplo del termine originariamente concesso dalla Procura».

Secondo il giudice «il termine richiesto risulta troppo ampio, in palese contrasto con tutte le indicazioni giurisprudenziali e normative, e dunque tale da comprimere eccessivamente l’interesse alla salvaguardia dell’integrità psico-fisica dei lavoratori».

Ora per i commissari di Ilva resta da intraprendere la strada dell’impugnativa del provvedimento del giudice davanti al Tribunale del Riesame il provvedimento del giudice Maccagnano


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