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AB, l’innovazione parte dalle persone

Angelo Baronchelli, presidente della holding bresciana, racconta le sfide future del gruppo leader nella cogenerazione

Angelo Baronchelli Interna«Che cosa significa innovare? Far capire alle persone che bisogna cambiare; che solo se cambi visione riesci a vedere il futuro. E a raggiungerlo».
Preciso, diretto, quasi epigrammatico. Anche se dietro c’è un mondo, il suo e quello della sua squadra cresciuta fino a sfiorare le mille persone.

Angelo Baronchelli, fondatore e presidente del Gruppo AB, leader nella cogenerazione da gas (ogni tipo di gas) sorprende per la facilità con la quale va al cuore del problema.

Con lui inizia una breve serie di racconti/intervista intorno al tema dell’innovazione. Obiettivo: ascoltare dalla voce di chi ha fatto dell’innovazione un elemento di successo quali sono i caratteri distintivi di quella che ormai potremmo definire una condizione necessaria a stare sul mercato in modo vincente.

«Dobbiamo essere in grado di fare cose complicate: le cose facili le fanno in molti, ma alla fine non creano valore».L’innovazione potrebbe già vivere dentro queste due polarità: far sentire al proprio gruppo il desiderio del cambiamento; mettersi alla prova ogni giorno sul fronte della complessità. E risolverla, non per sé stessi, ma per soddisfare i propri clienti.
«I nostri clienti sono la nostra maggiore risorsa: non solo perché ci hanno chiesto di realizzare qualcosa per loro; non solo perché ce lo hanno affidato in gestione; ma perché intercettando il loro cambiamento, la loro voglia di crescere, troviamo la strada per crescere insieme».
È il giusto corollario. L’innovazione è un processo che si fa insieme: dentro l’azienda, con gli istituti di ricerca, con i clienti. E, anche in questo Angelo Baronchelli interpreta al meglio l’idea alta dell’essere imprenditore, con la propria comunità di riferimento: quella territoriale e quella delle imprese come vicepresidente di Confindustria Brescia con delega all’innovazione. Perché le nostre radici sono la cultura che abbiamo respirato e la sua elaborazione, il suo aggiornamento, il testimone che vogliamo lasciare.

L’alto e il basso. Ma come è stato realizzato tutto questo nel Gruppo AB. Come dalla visione alta ci si è calati nell’operatività, ci si è sporcati le mani, e come dalla pratica – dal mercato – si è definita la visione. Questo gioco continuo tra alto e basso ha una data di inizio, il 1981, quando Angelo Baronchelli inizia la sua attività nel settore elettrotecnico. Ma è il 1992 la data della svolta. In quell’anno vengono prodotti i primi moduli in container di cogenerazione a gas naturale e biogas. La strada è segnata: cogenerazione diventa la parola chiave; gas (ogni tipo di gas: naturale, bio, speciale, biometano) l’elemento di riferimento; la realizzazione di moduli in container la modalità operativa; il service per garantire che l’impianto sia efficiente nel tempo e duri a lungo il link con il cliente (e a tendere una fonte di ricavo importante).

L’azienda si struttura, crescono le divisioni, nasce la Holding. E poi parte l’internazionalizzazione: prima la Spagna poi filiali in tutta Europa, Russia, Canada, Usa, Sud America. Oggi AB è il più importante polo al mondo dedicato alla cogenerazione: produce e installa impianti che producono energia elettrica e energia termica. Il cuore del gruppo è a Orzinuovi, la presenza ramificata in 20 Paesi del mondo. Una presenza che significa presidio commerciale e tecnico, perché le macchine made in Orzinuovi non si possono fermare mai.

«Abbiamo aggredito tutte le aree nelle quali c’è del gas, da quello naturale a quello bio, e lo abbiamo trasformato in energia. Certo, abbiamo dovuto rifocalizzare di continuo la nostra strategia: non c’è nessuno che ti aspetta là fuori. Una internazionalizzazione vincente richiede importanti investimenti in risorse umane e finanziarie e una grande quantità di lavoro».

Il Gruppo AB realizza un fatturato consolidato di 230 milioni di euro (oggi le vendite di nuovi impianti si fanno per 2/3 all’estero), ha oltre 900 collaboratori, 1.250 impianti installati per una potenza complessiva di 1.600 MW. Uno sviluppo reso possibile anche dall’apporto della famiglia: Graziella, la moglie di Angelo Baronchelli operativa in azienda fin dalle origini, e oggi i figli Daniele e Chiara. 

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Le nuove sfide. «Come produrremo l’energia nel 2050? Come la accumuleremo? Che ruolo avrà l’ambiente naturale in tutto questo? E quanto peseranno l’economia circolare, la sostenibilità? Abbiamo a disposizione immense quantità di quelli che definiamo scarti, ma che sempre più dovremo imparare a considerare risorse».
Riflette ad alta voce, Angelo Baronchelli. Ma capisci che le domande che si pone sono capitoli di una riflessione ampia sulla quale è impegnato insieme al suo staff. Lo vedi mentre mette sul tavolo del suo gruppo la domanda delle domande: come sarà l’AB del futuro?
E ammesso che vi siano risposte definitive (la risposta è il viaggio), i nuclei della riflessione, che diventano immediata operatività, sono tre.

1) Diversificare il prodotto. Non solo energia prodotta dal gas, ma anche da altro. E poi ancora, in rapporto stretto con i 1200 clienti, capire quali saranno le loro nuove esigenze, a cosa stanno pensando. «Le soluzioni che proponiamo sono sempre su misura: qual è la necessità del cliente, che cosa ha a disposizione (gas naturale, biogas, altro), che cosa vuole ottenere. A partire da questo costruiamo la centrale. Ma oggi dobbiamo fare un nuovo passo avanti». Per questo a Orzinuovi è nato un gruppo trasversale e multidisciplinare dedicato alla definizione di nuovi prodotti, di nuove soluzioni che abbiano al centro l’ambiente nella sua accezione più larga.

2) Sviluppo digitale. «La digitalizzazione, tutto quello che va sotto il titolo di 4.0 ci consente una sempre maggiore efficienza per progettare e personalizzare le nostre macchine. Ci consente di costruire insieme al cliente la macchina e di arrivare ad una industrializzazione in tempo reale», spiega Angelo Baronchelli. Produrre in modo più efficiente, prodotti più efficienti in grado di migliore rendimento e durata nel tempo.

3) DoABle, digital energy revolution. DoABle, è stata varata un anno fa. Dentro quella che sembra un’astronave – una cupola che ospitava una discoteca e che AB ha rilevato perché contigua agli spazi aziendali – è nato il progetto più ambizioso dell’AB del futuro. A presidiarlo c’è Daniele Baronchelli che guida un gruppo di 60 persone. DoABle, tradotto significa «realizzabile», ma suona bene anche come «si può fare».
«DoABle è il nucleo che porterà alla trasformazione digitale dell’intera azienda. Come si fa a fare capire alle persone che bisogna cambiare? Si introduce un nucleo forte che incarna il cambiamento, l’innovazione e che finisce per contaminare, coinvolgere tutti gli altri». Alla fine la parola d’ordine diventa «anch’io» con tutto il potenziale di energia e idee che ne deriva. 
Il gruppo interdisciplinare guidato da Daniele Baronchelli vive e lavora in un grande open space sintetizzando gli elementi di IT e quelli industrial. Il gruppo ha avviato il processo di trasformazione digitale dell’intera azienda. Obiettivo: realizzare e rendere attiva una grande piattaforma digitale che farà da contenitore per tutte le informazioni necessarie per progettare e realizzare prodotti e soluzioni su misura per tutte le esigenze del mercato.
«L’obiettivo – spiega Angelo Baronchelli – è quello di avere tante persone in tutto il mondo in grado di precostruire digitalmente il prodotto richiesto, modificarlo, adattarlo direttamente sul posto davanti al cliente seguendo le sue indicazioni. E da lì lanciarlo direttamente in produzione». 

Il fieno in cascina per AB di domani. Siamo alla fine, il punto nel quale il futuro incrocia le radici e le radici danno speranza al futuro. Angelo Baronchelli ricorda la storia della sua famiglia. Una storia semplice che dalle montagne della bergamasca (dove ha ancora il buen retiro suo e di Graziella) l’ha portato alla Bassa. E forse proprio pensando a quel passato, alle origini, arriviamo a parlare di fieno in cascina.
«Il fieno in cascina per l’AB di domani sono certo la tecnologia e le innovazioni che abbiamo saputo introdurre a partire dall’intuizione che esisteva un grande mercato per la cogenerazione, ma sono soprattutto le relazioni. Avere relazioni è la ricchezza più grande. Le relazioni dentro il team, le relazioni con i clienti e con i centri di ricerca, le relazioni con la comunità. Il fieno in cascina sono le persone, il fattore umano che rende possibile ogni innovazione».
Lo so, forse non è molto originale. Ma mentre ci salutiamo mi torna in mente una frase di Antoine de Saint-Exupery. «Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire gli ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito».


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