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Banzato: equilibrio precario, pesano i problemi energetici

Il bilancio del presidente di Federacciai, allo stand di Acciaierie Venete al wire di Düsseldorf

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DÜSSELDORF - Alessandro Banzato coglie l’occasione della presenza di Acciaierie Venete al wire di Düsseldorf per tracciare il bilancio del proprio mandato alla guida di Federacciai. Martedì 28 giugno è prevista l’assemblea dell’associazione che eleggerà ufficialmente Antonio Gozzi come presidente per il biennio 2022/24.

«Sicuramente è stata un’esperienza bellissima - risponde Banzato -. Non avendo ricoperto in precedenza incarichi in realtà confindustriali, ritegno che mi abbia arricchito molto a livello umano prima che professionale. Ho avuto un rapporto molto positivo con tutti gli associati e con il consiglio di presidenza, con cui siamo riusciti a lavorare in sintonia. Non nego che siano stati però quattro anni molto intensi e complicati alla luce delle criticità che si sono avvicendate, prima su tutte la pandemia, per non dimenticare il recente scoppio della guerra».

L’imprenditore padovano dichiara, inoltre, di aver raggiunto l’obiettivo di mantenere la coesione dell’associazione per affrontare unita le varie questioni che man mano si sono sviluppate, superando alcune tensioni presenti al momento in cui Banzato venne nominato alla guida dell’associazione. 

Alla domanda su un possibile consiglio al suo successore, il presidente uscente di Federacciai risponde con un sorriso e una risata. «Non credo che ci possano essere consigli particolari da dare a una personalità con l’esperienza del professor Gozzi. Visti anche i molti anni in cui ha guidato l’associazione, mi viene spontaneo dire che ha molta più esperienza di me. Senza contare che, in questo periodo, abbiamo lavorato fianco a fianco, per cui è allineato su tutte le questioni aperte che sarà chiamato ad affrontare. L’unica cosa che mi permetto di dire è di continuare a lavorare per mantenere la coesione dell’associazione, perché solo uniti si potranno affrontare con successo le numerose sfide che ci attendono in un prossimo futuro. Pertanto, nessun consiglio, ma solo una suggestione che credo non abbia bisogno di ulteriori parole». 

Sfide future che trovano la base nell’attualità e nei problemi sull’energia che le aziende stanno affrontando dopo i recenti tagli al gas e che stanno originando nuovi picchi dei prezzi, che arrivano però in una fase di domanda più fiacca rispetto a marzo. «Ci si trova senza dubbio ad affrontare nuove tensioni su gas, inflazione ed altri elementi su cui le aziende non hanno un controllo diretto, per cui i prossimi mesi dovranno essere gestiti con una grandissima attenzione - rimarca l’imprenditore -. In questo momento ci muoviamo in un equilibrio precario e un minimo cambiamento nelle dinamiche potrebbe generare un effetto domino la cui dimensione è difficile prevedere, sia nel positivo che nel negativo. Ritengo che il check point sarà sicuramente il periodo immediatamente dopo l’estate, in cui avremo probabilmente una visione più chiara anche delle scorte di gas e del rischio di possibili richieste di stop forzato». 

Richieste di stop che, soprattutto per gli impianti di laminazione, potrebbero tradursi in un’esplosione di costo: il riavvio di un forno di laminazione a gas necessita infatti di due giorni di preriscaldo; quindi, due giorni di consumo di materia prima a cui non corrisponde una produzione, e ogni forzatura in termini di tempistiche potrebbe anche tradursi in guasti tecnici. 

«Ci si trova sempre di più a navigare senza avere il controllo degli elementi di base, e questo rende tutto più complesso. Questa situazione, però, ha anche fatto emergere il valore della siderurgia italiana. L’ho detto in altre occasioni ma ci tengo a ribadirlo anche in chiusura di mandato: la siderurgia italiana è una delle siderurgie di primissima fascia a livello mondiale. Basti pensare al fatto che esportiamo in 40 Paesi al mondo, se non hai una qualità di gestione e di governo del processo altissima, certi risultati non li puoi raggiungere. I siderurgici italiani hanno sempre investito nelle proprie imprese e questo ci permette di restare al vertice per efficienza, professionalità e competitività. Senza contare che siamo riusciti a crescere passando dall’attenzione ai volumi a quella su mercato, qualità e margini. Una crescita a cui, mi sento di poter dire, sta contribuendo anche l’ingresso delle nuove generazioni».


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