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Coronavirus, Pasini: «Brescia marcia al 50%»

Il presidente dell’Associazione Industriali Bresciana: «Entro il mese di maggio puntiamo al 90% del potenziale»

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«Le dichiarazioni del presidente Conte sono in linea con quelle che erano le indiscrezioni della vigilia, non ho trovato particolari novità. Il decreto autorizza la ripartenza da oggi di edilizia e, soprattutto delle aziende strategiche, industriali o produttive, che esportano all’estero e rischiano di perdere altre quote di mercato come ad esempio il settore automotive, di grande importanza per l’economia bresciana».

È il primo commento di Giuseppe Pasini, presidente dell’Associazione Industriale Bresciana, a quanto annunciato ieri sera dal presidente del consiglio. Pasini, poi, spiega che «già nell’ultima settimana, e ancora più oggi, molte aziende del nostro territorio hanno ripreso le attività perché fanno parte di filiere internazionali. Oggi il tessuto industriale è ripartito come numero di aziende, ma con un livello di attività ridotto, che stimo intorno al 50%. Si spera per la fine di maggio di raggiungere un 90% della nostra capacità produttiva. Se non ci saranno nuove emergenze sanitarie, questa sarà la nostra “nuova normalità”, la normalità ai tempi del Coronavirus».

Il presidente di AIB, però, dice di temere «che i due mesi di chiusura causeranno molti problemi a tante nostre aziende che facevano parte di filiere internazionali. Soffriremo l’incertezza della domanda e delle asimmetrie dei mercati esteri. In molti casi ci saranno da ricostruire quote di mercato perdute. Un altro tema di grande importanza, che condiziona non tanto la ripresa, quanto la sopravvivenza di molte imprese del nostro territorio, specie quelle di medio piccole dimensioni, riguarda l’accesso al credito e la liquidità: c’è troppa lentezza burocratica. È un appello di noi imprenditori, che ho visto è stato rilanciato in questi giorni dal ministro per lo Sviluppo economico».

Poi un appello: «Mi aspetto anche più coraggio da parte della Regione Lombardia – dice Giuseppe Pasini – alla quale chiediamo di avere al più presto chiarezza e strumenti per eseguire i test sierologici ai nostri dipendenti. Abbiamo ribadito più volte che siamo disponibili a farci carico di questi costi, ma abbiamo bisogno di avere i test e le strutture abilitale. Non è possibile pensare di eseguire un numero così importante di test, avvalendoci esclusivamente di poche strutture abilitate».

Il presidente dell’Associazione Industriali Bresciana sarà tra i protagonisti – insieme a Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom con delega alla siderurgia – del webinar “La fase 2 dell’acciaio: tra fabbrica e mercato” organizzato da siderweb per mercoledì prossimo, 29 settembre, alle ore 11. Per iscriversi e partecipare gratuitamente basta seguire questo link.


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