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Dopo l'innovazione serve il cambiamento

Nuovi processi e nuovi servizi al centro della seconda riunione del Tavolo Innovazione e Rivoluzione Digital in Feralpi

Un Amazon siderurgico non è ancora arrivato (per ora). Ma il distributore tedesco di acciaio Klöckner fa una cosa davvero molto simile: su una piattaforma online offre ai clienti una panoramica su ordini e contratti, con stato dello stock e possibilità di riordinare. «Feralpi potrebbe iscriversi e vendere il proprio tondino, rivolgendosi al mercato globale» ha ipotizzato Francesco Besacchi, responsabile dei sistemi informativi, alla guida della rivoluzione di gestione ed organizzazione che il gruppo siderurgico di Lonato ha pianificato. «Una sollecitazione arrivata dall’alto, ma anche dai clienti. Cambiano i paradigmi di vendita e di mercato». Di questo, di “Nuovi processi, nuovi prodotti, nuovi servizi”, si è parlato nella seconda riunione della settimana del Tavolo Innovazione e Rivoluzione Digital, ospitata proprio nella sede di Feralpi Group. «C’è un’ignoranza di fondo, o quantomeno una sottovalutazione, sul cambiamento vero. Il nostro è un sistema tendenzialmente chiuso, dove si fa fatica a diffondere le informazioni – ha detto il presidente di Siderweb, Emanuele Morandi -. Serve una vera visione di sistema», quella cui si sta tendando di arrivare con il percorso degli Stati Generali dell’ACCIAIO, che sta coinvolgendo tutta filiera siderurgica.

Formazione e cambiamento

Gli attori su un assunto di base sembrano essere allineati: servono formazione e cambiamento. «In Cina, Alibaba vende già i mandrini del bgv, nostri e di altri produttori – ha detto Rolando Paolone, Centro Ricerche Danieli -. Stiamo lavorando alla sensorizzazione del follow up degli oggetti, non tanto sulla linea produttiva, dove è già diffusa». E per farlo si sta partendo dalle persone. Carlo Mapelli, presidente Aim e docente del Politecnico di Milano, ha notato un «intensificarsi della richiesta di formazione, ma anche di assistenza sui filoni proposti dalla Commissione Europea con Horizon 2020», tra cui c’è proprio l’Industria 4.0. Anche in Feralpi «al centro c’è il capitale umano e intellettuale, strategico nell’open innovation: per trasferire nuovi modelli – ha detto Isabella Manfredi, CSR manager di Gruppo Feralpi – serve che questi siano accettati e compresi in modo pieno per capire quali sono i driver del vero cambiamento».

 

Dal prodotto al servizio

Tavolo innovazione FeralpiLa transizione dal prodotto al servizio, dall’automazione alla digitalizzazione, se in molte grandi realtà è in corso, sarebbe più complicata «nelle medie aziende. Serve un passaggio culturale» secondo Alessandro Giacobbe di Eusider, dove per farlo si è assunto un IT manager e si sta progettando il revamping del SAP. L’obiettivo macro è «capire cosa può essere interessante per la supply chain» e come generare «vantaggio economico». Nel pieno di questo flusso c’è anche la Ori Martin: «Abbiamo fatto il salto di qualità quando abbiamo cambiato nostro IT manager. È in corso l’implementazione dei sistemi» ha detto il presidente Uggero De Miranda, che non ha mancato, però, di sottolineare una resistenza diffusa nel mondo siderurgico «a cooperare e mettere a fattor comune le esperienze».

 

Non innovazione, ma cambiamento

Della necessità di «collaborare in modo orizzontale e trovare nuovi livelli di prodotto e di servizio» si è detto convinto Antonio Maresca di E&Y. «Le tecnologie devono essere abilitanti. La grande domanda è come utilizzarle per evitare costi ed investimenti senza un adeguato ritorno». Certo «l’innovazione crea margini, ma è il cambiamento che permette di sopravvivere sul mercato. Non è contraddittorio – ha spiegato Rino Ferrata, docente dell’Università degli Studi di Brescia - il fatto che si investa e poi il settore vada male». Un cambiamento di processo, sempre più digitalizzato per arrivare ad un prodotto di massa eppure su misura e personalizzato, ma anche culturale: «Il fattore umano non deve spendere tempo ad accumulare dati destrutturati, ma ad interpretare dati certi e fruibili», insomma, ha detto Claudio Morbi, ad Stain, a «migliorare prodotto e servizio». Se infatti in siderurgia «si è già al 4.0 per quel che riguarda la sensorizzazione», ora è il momento di «sviluppare la parte di big data e analytics» secondo Andrea Mazzarano, business manager del Centro Sviluppo Materiali, che sul tema si è detto «aperto a collaborazioni».

Istituzioni da sollecitare

Tavolo innovazione FeralpiForse un passo più indietro appare l’ingegneria. Di «grande frammentazione, soprattutto sulla parte relativa all’acciaio più che dell’industria del calcestruzzo» ha parlato Marco Rossi dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Brescia: «Il BIM dovrà diventare modello progettuale. La formazione sarà fondamentale». Tutti i componenti della filiera «devono capire cosa devono fare domani, quale sarà il loro ruolo nel contesto» secondo Andrea Bassanino di E&Y. In questo, il Piano Nazionale Industria 4.0 ha dato «spunti interessanti. Non si venderanno più prodotti ma servizi con tassi di crescita molto più elevati». Non sembra essere ancora chiaro, però quali potranno essere le applicazioni concrete in siderurgia delle misure promosse dal Ministero dello Sviluppo Economico. Dove Siderweb ha aperto un tavolo di confronto, con l’obiettivo di portarvi anche le conclusioni, le tesi e le richieste che emergeranno dal percorso degli Stati Generali dell’ACCIAIO: «Ci siamo proposti – ha annunciato Antonio Vivenzi di Siderweb – per portare dati e conoscenze ai competence center che nasceranno. Vogliamo che la filiera abbia uno sbocco di rappresentatività a livello nazionale». Anche per questo le conclusioni verranno elaborate in un documento unitario che verrà presentato a Made in Steel 2017.      


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