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Il conflitto in Ucraina è un punto di rottura

Pasini: «Preoccupato per energia e rottame, ripresa a rischio. Confermati tutti gli investimenti Feralpi»

Translated by Deepl

Più che una “tempesta perfetta”, quello che è emerso dalle parole di Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi, è che il conflitto in Ucraina ha segnato un “punto di rottura”, non solo per l’acciaio ma per l’intera storia. Ospite del webinar di siderweb “Russia-Ucraina: tempesta perfetta sull’acciaio”, l’imprenditore bresciano ha toccato tutti gli aspetti legati al conflitto, a partire da quello umano per poi passare a quello economico e politico.

Proprio il dramma umano è la prima cosa su cui Pasini si è soffermato, rispondendo alle domande di Lucio Dall’Angelo. «Sono molto preoccupato per quello che sta succedendo. Come uomo è un grande dolore vedere quel flusso continuo di famiglie in esodo dalle città in macerie. Non mi sarei mai aspettato di vedere un conflitto nel cuore dell’Europa nel 2022. Per me è anche particolarmente doloroso vedere come tutto quello che è stato costruito dalla caduta del muro di Berlino in poi venga oggi messo in discussione. Una crescita che ho potuto toccare con mano dal momento che nel 1991 come Feralpi abbiamo rilevato lo stabilimento tedesco, e assistito alla rinascita del Paese e al crollo delle barriere di anno in anno».

Non solo dolore per Pasini, ma anche un grande rammarico «per quello che l’Europa in questi anni non è riuscita a fare in una totale assenza in termini di politica estera».

Spostando il focus sull’economia, l’intervista all’imprenditore bresciano ha dedicato ampio spazio al tema dell’energia e per l’effetto che la volatilità e i rincari di queste settimane stanno producendo su famiglie e aziende. 

«Per capire quanto grande sia l’impatto sull’acciaio, basta ricordare che in Italia oggi l’80% dei 24 milioni tonnellate di output l'anno viene prodotto con forno elettrico. Pensate cosa sia successo nel vedere il prezzo di una delle nostre principali materie prime schizzare oltre i 600 euro al Megawattora. Non abbiamo potuto far altro che fermare gli impianti o riorganizzarci per concentrare le produzioni nelle ore più vantaggiose. Questo conferma una volta di più la flessibilità della produzione da forno elettrico. Il problema che stiamo incontrando in questa fase è quello di non avere visibilità sul fronte dei prezzi nemmeno nel medio termine. Dobbiamo quindi decidere giorno per giorno se poter produrre o meno».

Tra i possibili interventi per poter calmierare la situazione Pasini ha citato la riattivazione temporanea delle centrali a carbone, mai del tutto smantellate dallo Stato, riportare almeno al 15% l’estrazione di gas italiano (oggi è scesa al 4,3%), snellire le pratiche sulle rinnovabili («non è possibile che occorrano tra i sette e gli otto anni per un’autorizzazione di un impianto fotovoltaico») e sganciare il prezzo dell’energia rinnovabile da quello del gas.

Per Pasini rigassificatori e persino il nucleare non devono restare un tabù ma qualcosa che merita le opportune riflessioni. Sebbene l’energia resti un tema particolarmente delicato, l’imprenditore si è detto maggiormente preoccupato sul fronte del mercato, e in particolare per quello dei semilavorati. «Russia e Ucraina erano esportatrici di bramme, billette, ghisa, rottame e preridotto. Questi volumi mancheranno non solo alla filiera europea, ma anche a quella turca. Anche la Turchia quindi dovrà trovare nuove fonti di approvvigionamento e probabilmente anche in Europa per quanto riguarda il rottame. Come federazione abbiamo già chiesto il varo di un provvedimento che vieti l’uscita del rottame dai confini nazionali verso i Paesi non comunitari. Il rottame ferroso è un elemento base dell’economia circolare ed è anche già stato soggetto a un processo di decarbonizzazione. Questo deve avvenire anche a livello europeo, dobbiamo capire che il rottame è una nostra miniera e deve essere protetta».

Rottame che in Nord Europa ha visto una netta salita dei livelli di quotazione, un fenomeno ancora limitato in Italia forse a causa delle fermate fuori programma della scorsa settimana. «L’aumento delle materie prime e dell’energia ci ha costretto come produttori a dover ritoccare al rialzo i prezzi. Questo ha portato diversi prodotti a superare i mille euro la tonnellata, ma con un rottame a 500 euro la tonnellata è difficile fare altro. Ritengo che questo livello si tradurrà inevitabilmente in un rallentamento dell’economia anche perché difficilmente i nostri clienti potranno ribaltarlo in toto a valle».

Pasini ha anche rimarcato come una revisione, se non sospensione, della salvaguardia europea possa essere possibile visto il mutato contesto internazionale. «Come produttori dobbiamo restare aperti anche a questa eventualità (la sospensione del provvedimento, ndr) se vogliamo che la filiera resti operativa» ha detto.

Nonostante il contesto complesso restano però confermati tutti gli investimenti annunciati nei mesi scorsi dal Gruppo Feralpi sia in Italia che in Germania: «Sappiamo che il momento non è facile, ma credo che un imprenditore debba avere la capacità di avere una visione a medio-lungo termine, che vada oltre le difficoltà del momento».

L’ultimo pensiero prima di salutare, Pasini l’ha dedicato alle dichiarazioni di diversi Paesi su possibili nuovi investimenti nell’industria bellica. «Se invece che nelle armi, questi soldi venissero spostati su solidarietà e su investimenti che favoriscano la crescita, sarebbero sicuramente meglio spesi per garantire un futuro ai nostri giovani».


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