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2021 anno di transizione per i tubi

Delta con il prezzo dei coils ancora ampio. Per Pegorari e Rapullino «il prezzo può ancora crescere»

Concordi sul fatto che il 2021 rappresenti un anno di transizione, ma con gli opportuni distinguo legati all’operatività ed alla struttura aziendale. Questo è emerso dai punti di vista sul mercato dei tubi di Pierluigi Pegorari Amministratore Delegato Arvedi Tubi Acciaio (ATA) e Luigi Rapullino Amministratore Delegato Gruppo Rapullino e Sideralba; entrambi ospiti dell’edizione odierna del webinar Mercato & Dintorni.

Intervistati dal direttore generale di Siderweb Lucio Dall’Angelo, Pegorari e Rapullino si sono detti particolarmente d’accordo con l’analisi fatta da Gianfranco Tosini, Ufficio studi siderweb, in apertura di Convegno.

Analisi condivisa

«Oltre a ritrovarmi nei numeri proposti, sono particolarmente in accordo con quanto presentato, perché mostra un chiaroscuro nell’andamento che rispecchia la realtà e fa da calmiere sugli animi. Veniamo da un 2020 di difficoltà e il 2021 sarà un anno di transizione, e questo lo rileviamo trasversalmente su tutti i prodotti. Noi serviamo praticamente tutti i settori utilizzatori e l’andamento di base è il medesimo. Al di là dell’euforia sui prezzi, come è stato mostrato, in termini di consumo l’anno in corso è tutto sommato normale, ancora al di sotto dai livelli pre-crisi».

Proprio sul fronte dei prezzi l’Ad di ATA si è detto concorde sulle prospettive di aumento delle quotazioni indipendentemente da come questa risalita si concretizzerà.

Pensiero condiviso anche da Rapullino che vede ancora molto alto il delta tra il prezzo dei coils e quello del tubo, un valore che fa pensare ad ampie prospettive di rincaro su quest’ultimo.

«Condivido le prospettive di Tosini e aggiungo però che viste le dinamiche in atto nel 2021, se nel 2022 ci sarà anche un incremento di consumo di acciaio, la prima domanda che viene da porsi è a che livello arriveranno i prezzi? Sono d’accordo anche con i dati presentati sull’Italia, e sull’importante quota di export che siamo stati in grado di ritagliarci, grazie anche al contributo della presenza sul territorio nazionale di una realtà come quella di Taranto».

Mercato complesso

Parlando invece dell’attualità di mercato Pegorari ha evidenziato come il mercato dei Tubi sia un mercato che ha tempi di risposta molto brevi. «La fase di riflessione che stiamo attraversando, è dovuta al timore che le acciaierie europee possano avere maggiori volumi da riversare sul mercato. Questo a fronte di un rallentamento produttivo dell’auto per la scarsità di microchip. Una frenata che non si è ancora verificata, con anzi gli ordinativi e le consegne dei produttori che sono già orientati a fine anno. Per cui al di là di qualche piccolo lotto non credo si possano fare acquisti importanti con un orizzonte temporale inferiore ai 5/6 mesi».

Mentre il comparto delle materie prime per l’ad di ATA sta cercando di trovare una stabilità su quote elevate anche a livello internazionale, a dare le maggiori soddisfazioni agli operatori nazionali è stato il settore delle costruzioni. Un settore che aveva cospicui portafogli ordini che però ora si sarebbero esauriti e c’è timore sull’impossibilità di reintegrarli a causa dei prezzi alle stelle.

Integrati è meglio  

Passando invece al tema approvvigionamenti Luigi Rapullino ha rimarcato come la possibilità di acquistare il 50% del proprio fabbisogno di coils dallo stabilimento tunisino del gruppo abbia aiutato a fare da calmiere sul fronte costi. Dinamica che ha migliorato la flessibilità, anche se «uno dei problemi che si riscontrano sul mercato italiano – ha spiegato l’imprenditore – è la grande debolezza dello stabilimento di Taranto, ancora lontano dai livelli di fornitura a cui aveva abituato la filiera in passato. Questo comporta che dobbiamo avere una visione di approvvigionamento più esterofila, con un aumento del lead time a 5/6 mesi. Senza dimenticare l’impatto delle quote di Salvaguardia sugli HRC, i cui volumi disponibili dall’India nell’ultimo trimestre sono stati esauriti in meno di 48 ore».

Un rapporto più di mercato, spiega Pegorari, quello di fornitura tra Acciaieria Arvedi e ATA: «Nella logica di gruppo noi siamo un cliente come gli altri – ha detto il manager -. Negli ultimi anni negli acquisti interni ci siamo concentrati soprattutto su quelli che si possono definire prodotti speciali o qualità speciali per forniture destinate all’automotive. All’interno del gruppo abbiamo delle quote ma nulla di più, noi stessi registriamo dalla casa madre ritardi nelle consegne. Per i prodotti più commodities anche noi ci approvvigioniamo ormai sul mercato internazionale».

Pegorari non nasconde quindi la medesima fatica dei colleghi in fase di approvvigionamento, anche se evidenzia come l’aver fatto i conti sin da subito con i rincari, per non aver fermato gli acquisti, abbia permesso il raggiungimento di un punto di equilibrio senza strattoni. Tra i punti di attenzione richiamati, oltre alla già citata Taranto per il manager dell’azienda cremonese c’è anche il caso Liberty.

Le prospettive estere

Nella panoramica internazionale ATA registra una buona risposta di acquisti da Europa e Sudamerica, mentre non ci sono grandi prospettive di cambio di scenario per gli Stati Uniti, ancora protetti dal muro della Section 232.

Guarda invece più al Nordafrica il gruppo Rapullino che rimarca come la produzione industriale della Tunisia abbia fatto segnare un +3,5% nell’ultimo trimestre. Questo nonostante la pandemia si stia facendo particolarmente sentire tra le giovani generazioni del Paese nordafricano. Ottime prospettive potrebbero arrivare dalla «Libia che deve essere completamente ricostruita. E così come è stato per l’Algeria alcuni anni fa i Paesi africani tendono a privilegiare le forniture da Paesi limitrofi, e questo ci permette di essere in buona posizione per intercettare questo aumento di domanda».

Rapullino ha anche lanciato qualche alert al mondo degli affidamenti sul credito, chiedendo che nel caso non si lavori con un cliente, il fido in quel periodo possa essere spostato su altre realtà, dando modo alle imprese di aumentare il proprio grado di flessibilità nei confronti dei clienti.

Semestri a confronto

Nel confronto tra il primo semestre 2021 con l’anno precedente il commento per Arvedi Tubi Acciaio è che «i numeri saranno quelli del budget, in termini di volumi, e questo al di là dell’euforia vissuta nell’ultimo periodo. Siamo di fronte ad un anno tutto sommato normale. Ciò che invece è straordinario in termini di soddisfazioni è la marginalità. Sono risorse che utilizzeremo per migliorare la struttura ed essere più resilienti in caso degli eventuali scossoni che ci potranno essere quando il prezzo scenderà».

Più ottimista invece Luigi Rapullino che definisce il semestre «decisamente positivo rispetto al 2020. Sulla base dei giorni lavorati si viaggia in un’ottica di un +10%, e persino di un +3% sul 2019. La nostra azienda ha 30 anni di vita e posso dire che marginalità come queste non le abbiamo mai viste. Siamo però consapevoli che prima o poi il prezzo cambierà direzione. Il nostro obiettivo di base resta comunque sempre lo stesso: avere performance superiori alla media sia in fase di crescita, sia con perdite minime in caso di discesa».  


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