22 settembre 2020
Fino agli anni ’60, l’acciaio è stato l’assoluto protagonista dei tall buildings. Dagli anni ’70 è cominciato il costante declino del suo utilizzo nel campione dei 100 edifici più alti del mondo, a vantaggio del calcestruzzo. Cosa è cambiato? «Gli Stati Uniti hanno smesso di essere il principale mercato mondiale degli edifici alti, lasciando il posto ad Asia, Emirati Arabi e, negli ultimi 15 anni, Cina» ha spiegato Dario Trabucco, rappresentante per l’Italia e Research Manager del “Council on Tall Buildings and Urban Habitat” (autorità mondiale in materia) e ricercatore dell’Università Iuav di Venezia.
Ma, è quanto è emerso dall’attività di ricerca del CTBUH, i vantaggi economici dell’uso del calcestruzzo si concentrano solo nella prima fase del progetto: è l’acciaio a essere in vantaggio quanto a sostenibilità, tanto economica quanto ambientale, nel più ampio orizzonte del life cycle assessment degli edifici. Anche se, ad essere vincente, è proprio la sinergia tra i due mondi nei quali si declina l'acciaio.
Si è aperto con questa riflessione il webinar di siderweb “L’acciaio per costruire le città, gettare ponti, creare reti”, il secondo dopo quello dello scorso del 21 luglio, organizzato per parlare di progettazione e costruzione con l’acciaio. Tutto in una collaborazione con Guamari (società di ricerca e promozione a servizio dell’imprenditoria del progetto) che continuerà fino a Made in Steel 2021, quando è in programma un grande convegno sul tema.
Sono tre i progetti cui Trabucco e il CTBUH stanno lavorando. Il primo riguarda il life cycle assessment degli edifici alti. «In una prima fase, il calcestruzzo risulta essere più economico rispetto all’acciaio; ha anche un prezzo più stabile – ha spiegato -. Ma sul lungo periodo, quello preso in considerazione dall’analisi del ciclo di vita di un edificio, l’acciaio si dimostra essere un materiale innovativo e all’avanguardia». Non solo, e ne sono un esempio i grattacieli costruiti negli anni ’90 in una Cina in pieno boom economico, un grattacielo in calcestruzzo risulta impossibile da modificare e modernizzare.
Gli altri due progetti ancora in corso riguardano l’integrazione di acciaio e calcestruzzo nella costruzione delle mega colonne portanti degli edifici, per ricavare da entrambi il meglio dal punto di vista dei vantaggi strutturali; il terzo, si sta occupando della misurazione delle grandissime superfici di questo tipo di edifici.
Ma cosa si può fare per alzare di nuovo la percentuale di acciaio usata nei tall buildings, e non solo? Ci sta lavorando da 15 anni Fondazione Promozione Acciaio. Secondo le sue stime, negli ultimi 10 anni in Italia si è passati ad usare acciaio strutturale in edilizia dal 18 al 35% dei progetti. «Abbiamo la fortuna di avere associati lungo tutta la filiera delle costruzioni con l’acciaio – ha spiegato la presidente Caterina Epis -. Facciamo formazione, dando crediti agli ingegneri; informazione e consulenza: analizziamo circa 250 progetti l’anno». Tra le ultime iniziative, quella in collaborazione con Anas per il potenziamento dell’uso dell’acciaio nella costruzione e manutenzione dei ponti del Paese.
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