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Ponte Genova San Giorgio: i protagonisti della rinascita

Salini Impregilo e Fincantieri Infrastructure: i main contractor che hanno dato vita al "dono" di Renzo Piano

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Due colossi italiani per un progetto di rinascita. Il Ponte San Giorgio, che ha sostituito il ponte Morandi di Genova, crollato nell’agosto 2018, ha un cuore tricolore: sulla base dell'idea e dei disegni realizzati dall’architetto Renzo Piano e donati dallo stesso, due imprese italiane hanno collaborato alla realizzazione dell’opera: Salini Impregilo (che in corso d’opera ha cambiato il nome in webuild) e Fincantieri Infrastructure. Di seguito un breve profilo delle due società.

Salini Impregilo – Nonostante la nascita del gruppo sia relativamente recente (2013), la storia nel settore delle costruzioni delle aziende che costituiscono l’anima di Salini Impregilo risale alla prima metà del Novecento. Nel 1936, infatti, Pietro Salini iniziò la propria attività nel settore delle costruzioni, portando l’azienda ad una progressiva crescita, sia per linee interne sia per linee esterne, proseguita negli anni anche dagli eredi. Uno dei passi fondamentali di questo processo è stato l’entrata nel capitale prima (2012) e l’Opa poi (2013) su Impregilo, consorzio di imprese formato nel 1955 e specializzato nella realizzazione di grandi opere ingegneristiche. La società, nel maggio del 2020, ha cambiato il proprio nome ed il proprio brand, diventando webuild, una denominazione che da un lato sottolinea il ruolo delle persone e della squadra (“we”), dall’altro il DNA dell’impresa (“build”).

Attualmente webuild è una delle aziende più importanti a livello globale nella realizzazione di grandi infrastrutture complesse. È attiva soprattutto nella costruzione di opere nel settore idrico (dighe e impianti di gestione delle acque), ambientale, dei trasporti (metropolitane, autostrade e ferrovie), ma anche dell’edilizia e delle concessioni (aeroporti, ospedali, impianti di depurazione). «Firmatario del Global Compact delle Nazioni Unite e incluso nel livello di leadership del programma Climate Change del CDP - ex Carbon Disclosure Project – si legge sul sito internet di webuild -, il Gruppo si impegna a perseguire, opera dopo opera, obiettivi di sviluppo sostenibile, supportando i clienti in aree strategiche quali la produzione di acqua ed energia pulite, la realizzazione di sistemi per la mobilità sostenibile e la costruzione di edifici a basso impatto ambientale».

Sul versante dei conti, nel 2019 webuild ha incamerato nuovi ordini per 8,1 miliardi di euro, portando il proprio portafoglio a quota 36,2 miliardi, con «oltre l’85% del backlog construction relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite e il 60% relativo a progetti focalizzati alla riduzione di emissioni di gas serra». Nel primo semestre del 2020, causa Covid-19, il fatturato si è contratto del 18,3% rispetto al medesimo periodo del 2019, fermandosi a 2,231 miliardi di euro, con un Ebitda di 111 milioni di euro ed una perdita di 48 milioni di euro, contro l’utile di 63 milioni della prima parte dell’anno scorso.

Fincantieri Infrastructure – Se webuild rappresenta la storia del settore delle infrastrutture italiano, Fincantieri Infrastructure, invece, è una “new entry” del comparto. Fincantieri Infrastructure nasce come una diversificazione di Fincantieri, società detenuta al 71,3% da Cdp Industria Spa, e che oggi è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo, con 230 anni di storia e oltre 7.000 navi costruite. Fincantieri ha 8.600 addetti impiegati in 20 stabilimenti produttivi in 4 continenti e, come si legge sul sito del Gruppo, «è il principale costruttore navale occidentale annoverando tra i propri clienti i maggiori operatori crocieristici al mondo, la Marina Militare Italiana, la US Navy oltre a numerose Marine estere». Fincantieri Infrastructure S.p.A., con sede legale a Trieste e sede operativa a Verona, è stata fondata nel 2017. La società «è specializzata nella progettazione, realizzazione e montaggio di strutture in acciaio su progetti di grande dimensione quali ponti, stadi, porti oltre a progetti di tipo industriale, commerciale e istituzionale», inoltre «opera come EPC contractor». Oltre alle strutture dell’impalcato per il Ponte San Giorgio, l’azienda, tra l’altro, sta costruendo in Belgio quattro ponti sul Canale Alberto, e si è aggiudicata una gara sempre per la costruzione di un ponte in Romania.

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