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Pittini: «Pronti a raggiungere nuovi traguardi»

Prima partecipazione a Made in Steel per il produttore siderurgico friulano

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RHO (Mi) - Ha suscitato un grande interesse la prima partecipazione a Made in Steel del Gruppo Pittini. Letteralmente preso d'assalto lo stand del produttore friulano, dove siderweb è riuscita a porre alcune domande al presidente Federico Pittini e all'amministratore delegato del gruppo Paolo Felice.

È la vostra prima partecipazione a Made in Steel, quali sono le vostre impressioni sull'evento?
Per il Gruppo Pittini una manifestazione come Made in Steel è interessante perché si propone di rappresentare l’industria siderurgica italiana, che vanta diverse eccellenze non solo nella produzione, ma anche nella lavorazione dell’acciaio. Per fare un esempio, nel nostro Gruppo operano società dedicate alla produzione di acciai per l’edilizia e per l’industria meccanica, accanto a realtà specializzate nei trafilati e laminati a freddo e nei fili per saldatura.
Made in Steel offre l’occasione per fare il punto della situazione sul comparto siderurgico nel suo complesso che – possiamo dire - è senz’altro trainante nell’economia italiana ed europea; infatti speriamo che un evento di questo tipo in futuro possa espandersi oltre i confini nazionali.
Dal nostro punto di vista, inoltre, sarebbe auspicabile il coinvolgimento delle istituzioni nazionali proprio per una migliore comprensione delle complessità del settore, che - come dicevo all’inizio – è fatto di realtà industriali che rappresentano un’eccellenza a livello europeo.

Il 2018 è quasi un ricordo, che anno è stato per il gruppo Pittini?
Ricorderemo il 2018 come un anno di grande consolidamento industriale, data l’entità e la consistenza dei progetti avviati nei nostri siti produttivi. Alcuni possono dirsi conclusi, altri sono tuttora in corso. Si tratta per lo più di progetti di ammodernamento delle strutture produttive.
Qui a Made in Steel ci fa piacere confermare l’avviamento dello stabilimento di Verona, che fa parte di un progetto industriale più ampio e di grande respiro.
Da un punto di vista economico, il 2018 si è chiuso in continuità con gli esercizi precedenti.

Come è andata la prima parte del 2019 invece, e cosa vi aspettate per i prossimi mesi?
Segnali di rallentamento della congiuntura siderurgica nazionale ed europea si erano già manifestati alla fine del 2018. L’anno in corso è iniziato confermando questa tendenza, come testimonia il calo dei consumi sul mercato europeo.
Senza dubbio le clausole di salvaguardia confermate dall’Unione Europea a febbraio di quest’anno consentono di bilanciare temporaneamente le conseguenze sul nostro sistema manifatturiero.

L’ambizioso progetto di revamping di Acciaierie di Verona è quasi completo. Cosa resta ancora da fare, quali sono i vantaggi che avete già potuto toccare con mano del nuovo laminatoio 4.0? 
Con la piena messa a regime dei nuovi impianti di colata continua e di laminazione vergella, che avverrà nell’esercizio in corso, considereremo conclusa la prima fase del progetto industriale su Acciaierie di Verona, che - come accennavo prima - fa parte di un progetto più ampio (masterplan avviato nel 2016).
Cominciamo già a constatare i primi risultati sul mercato della vergella prodotta a Verona e, andando avanti di questo passo, contiamo di conseguire il traguardo che ci siamo prefissati.

Avete annunciato importanti investimenti anche a Potenza, su cosa volete puntare?
A Potenza abbiamo avviato un progetto di evoluzione tecnologica con il chiaro obiettivo di migliorare l’impatto delle nostre attività produttive sull’ambiente, in un territorio fortemente antropizzato. Per questo abbiamo chiamato il progetto Green Steel.
In generale, l’intero sito produttivo sarà sottoposto ad un’opera di rinnovamento attraverso una serie d’interventi che però non comporteranno incrementi della capacità produttiva rispetto a quella attuale.

Da sempre come Pittini avete avuto un’attenzione importante alla formazione, quali sono le skill su cui vi state concentrando per preparare i giovani alla siderurgia del futuro?
Ci fa piacere concludere l’intervista parlando di formazione, che è una leva strategica del nostro sviluppo da sempre e un asset su cui puntiamo molto per il futuro.
All’interno del Gruppo Pittini dal 2003 la formazione è gestita da una struttura dedicata: Officine Pittini per la formazione. Per sostenere i processi di cambiamento e promuovere una cultura d’innovazione, le competenze chiave che vogliamo sviluppare non sono solo quelle necessarie in ambito tecnologico, ma anche le cosiddette soft skill, dal lavoro di squadra al problem solving. Sono in atto molti mutamenti nel sistema industriale e sociale che stanno creando impatti rilevanti sul modo di fare impresa e vogliamo che la nostra organizzazione sia preparata a gestire in maniera adeguata la propria naturale evoluzione nel tempo.

 


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