BRESCIA – A conferma della sua vocazione, innovA è stata la sede della prima tappa del road tour 2018/2019 dei “Laboratori Mecspe Fabbrica Digitale 4.0. La via italiana per l'industria 4.0", organizzato da Mecspe by Senaf, che ha concentrato la propria attenzione sulla “Meccanica generale” e nel corso del quale si è anche fatto un bilancio del primo semestre del 2018 per le imprese lombarde.

Introducendo i lavori, Lucio Dall’Angelo, direttore generale di siderweb e Made in Steel, ha ricordato la mission di innovA: «Far incontrare chi sta sulla frontiera dell’innovazione e chi questa la fa da sempre. Ma anche quella di realizzare una rete sempre più connessa tra tutti i soggetti che operano nel settore».

Alessandro Marini di AFIL (Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia) ha poi illustrato i dati dell’Osservatorio Mecspe, con un focus sulla Lombardia, dal quale emerge che è in corso «un processo di cambiamento che negli ultimi anni ha trasformato molto o abbastanza 6 aziende su 10, in un panorama che a livello generale le vede digitalizzate ormai in buona parte (52,8%), interamente (31,5%) o anche solo in pochi nodi (10,1%). Quasi la metà degli imprenditori lombardi percepisce la propria azienda molto o abbastanza innovativa».

L'andamento aziendale viene definito «soddisfacente per le imprese lombarde del comparto della meccanica e della subfornitura, con il 67,9% degli imprenditori che parla di performance aziendale molto positiva, 29,2% che si dice mediamente appagato e solo il 2,8% contrariato. Nella prima metà del 2018, rispetto ai 2017, i fatturati hanno registrato una crescita per il 53,4% delle aziende, mentre il 39% dichiara stabilità e il17,7% un calo».

Giuseppe Mercurelli (nell'immagine sopra), ceo di ASO Group, ha illustrato come «il nostro MES, Manufacturing Execution System, ha permesso di realizzare un sistema di controllo continuo e costante di tutte le fasi di lavorazione, a partire dalla scelta del rottame da utilizzare nella carica del forno», mentre la tracciabilità completa del sistema di lavoro «permette di programmare l’attività della forgia e di tutte le attività correlate». Il sistema di controllo «è così in grado di tenere aggiornato il piano dei costi».

C’è poi un programma «di simulazione del reale che ci permette di ottimizzare, insieme alla procedura di auto-schedulatura della produzione, il rendimento in funzione dello stato effettivo degli impianti e che poi abbiamo traslato in un impianto del tutto simile, ma completamente automatizzato e sul quale operano tre soli addetti contro i 30 dell’altro».

Giovanni Marinoni Martin (nell'immagine sotto), del gruppo Ori Martin, ha spiegato che «la vera rivoluzione oggi è rappresentata dalla possibilità offerta dalla correlazione e la interscambiabilità dei dati tra i vari pezzi dell’apparato produttivo, visto che solo nel forno elettrico si incrociano oltre mille variabili da cui dipende la qualità del prodotto».

Marinoni Martin ha illustrato il progetto Light House, «con un investimento compreso tra i 5 e i 10 milioni di euro per realizzare un “faro” che deve orientare altre imprese che operano con noi. Vogliamo realizzare la prima vera acciaieria intelligente: incremento della qualità, riduzione delle emissioni, dei tempi morti, dei consumi e ovviamente dei costi».

Giuseppe Giardina, di G2 di GHIOLDI, ha presentato una case history che riguarda «un procedimento di automazione industriale che permette di tenere sotto controllo le macchine da remoto, controllando tutti i parametri di lavorazione, ma anche tutta la documentazione relativa alle varie operazioni che vengono svolte». La storicizzazione delle procedure, «comprese quelle di allarme, permette all’operatore che riceve la segnalazione, di intervenire in tempi molto più brevi della norma».

Con una serie di applicazioni che richiamano molto l’attività che ciascuno svolge già sui social network, «si possono inserire foto di dettagli sulla piattaforma che controlla l’impianto, così da averle tutte disponibili quando se ne presenti la necessità, ma anche quando si avvicina il momento della manutenzione programmata, permettendo di risparmiare sui tempi».

Michele Pellizzari, di Piusi ha illustrato «una nostra esperienza 4.0 che ci ha permesso di implementare nella nostra impresa delle tecnologie che stanno modificando il modo stesso nel quale lavoriamo, sia per la realizzazione dei prodotti, ma anche sui metodi con i quali li realizziamo».

Un esempio pratico, ha spiegato Pellizzari, è quello della realizzazione di un nuovo conta litri per il mercato petrolifero progettato per la stampa additiva 3D e che abbiamo progettato praticamente insieme a tutte le componenti che poi sono utilizzate nello stampo finale. In questo modo siamo riusciti ad arrivare al prodotto finito con quattro mesi di anticipo sui tempi necessari con tecniche tradizionali.

Nel corso del panel talk, moderato dalla giornalista Laura La Posta de Il Sole 24 Ore, Marco Belardi, consulente del MiSe e presidente UNI CT 519, ha annunciato che «il ministro Di Maio ha intenzione di prolungare e prorogare gli incentivi previsti da ‘Industria 4.0’, a partire dal così detto iper ammortamento». Si sta studiando anche la possibilità di un ‘voucher’ per le PMI che vorranno avvalersi di un temporary manager a cui affidare l’attività di innovazione». Belardi, però, ha stigmatizzato il fatto che «è ancora molto alto il numero delle imprese (oltre l’80%) che non si stanno ancora muovendo in ottica 4.0 e questo ovviamente rappresenta un problema non di poco conto in proiezione futura».

Claudio Morbi, di Stain, che ha sottolineato l’importanza di «tenere sotto controllo gli impianti in tempo reale e per l’intero ciclo di lavorazione, storicizzando il funzionamento delle macchine, per avere la possibilità di ridurre i tempi morti e quindi i costi», da produttore di software è tornato sugli argomenti legati agli incentivi ed ha evidenziato però il fatto che «non tutto ciò che noi facciamo usufruisce delle stesse agevolazioni che sono invece riservate ad altri prodotti da ‘Industria 4.0’» e Belardi ha confermato: «Ha ragione e mi farò carico di fare in modo che le agevolazioni alle imprese valgano per tutti i prodotti».