8 luglio 2022
Rischiano il licenziamento 70 lavoratori dell'Iris, storica azienda dell'appalto dello stabilimento siderurgico Acciaierie d'Italia di Taranto, che si occupa di manutenzioni. L'incontro che si è tenuto mercoledì nella sede tarantina di Arpal (Agenzia regionale politiche attive del lavoro) ha visto i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm e Usb opporsi in maniera unitaria al licenziamento collettivo del personale, 70 dipendenti (6 impiegati e 64 operai) che il prossimo settembre termineranno il periodo di cassa integrazione straordinaria per andare incontro alla Naspi, non essendoci le condizioni per la ricollocazione presso altre società.
Secondo le organizzazioni sindacali, «la beffa tra l'altro arriva al termine di un lungo periodo di sofferenza per i 70 lavoratori della ditta di Torricella, che da un anno vivono preoccupazioni legate allo stato di incertezza del loro futuro professionale, e che hanno inoltre dovuto attendere diversi mesi anche perché venisse versata la cassa integrazione». Per Fim, Fiom, Uilm e Usb, «la condizione in cui si trova la Iris non è altro che l'effetto della scellerata gestione dell'acciaieria tarantina. La Iris al momento è stata esclusa dall'elenco dei fornitori abituali di Acciaierie d'Italia, e ciò ha determinato la necessità di mettere in liquidazione l'intero compendio aziendale. Questo – concludono – è lo specchio del fatto che Il mondo dell'appalto è letteralmente schiacciato dai ritardi nel pagamento delle fatture arretrate». I sindacati tornano a ribadire «la necessità di un intervento efficace da parte del Governo mirato a ristabilire gli equilibri e ad imporre al privato il rispetto degli impegni assunti».
Lascia un Commento