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Acciaio inox: l’Europa sconta la scarsa produzione

Alessandro Bettuzzi al webinar di siderweb: «L’effetto inflattivo mette in difficoltà chi deve competere all’estero»

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Il 2021 per l’acciao inossidabile è stato un anno straordinario, caratterizzato da livelli di domanda molto elevati che hanno evidenziato come l’offerta fosse in deficit rispetto alla richiesta, a causa delle capacità produttive europee sottodimensionate, e questo ha portato i prezzi a escursioni impreviste, «fino a raggiungere dei raddoppi».

A dirlo è stato Alessandro Bettuzzi, amministratore delegato di OIKI e coordinatore dei centri servizio inox di Assofermet, nel corso del webinar “Inox: domanda forte, prezzi record", organizzato oggi da siderweb.

Rispondendo alle domande del responsabile dell’Ufficio Studi di siderweb Stefano Ferrari, poi, Bettuzzi ha anche ricordato «il peggioramento della logistica con filiere spaccate, la difficoltà di trovare navi e l’aumento dei noli, con le conseguenti congestioni nei porti anche a causa della normativa di Salvaguardia che ha reso complicato il flusso delle merci».

Per il 2022, ha spiegato il coordinatore dei centri servizio inox di Assofermet, «la domanda si conferma abbastanza buona pur in assenza dell’automotive, che è molto importante per il nostro Paese e per cui è difficile ipotizzare i tempi di ripartenza. Permangono – ha poi chiarito – tensioni sui prezzi in distribuzione, dove si riverbera tutta la problematica a monte e che fa registrare situazioni estreme, visto che a parità di prodotto si riscontrano differenze anche di 400 euro».

Le aspettative, ha poi detto l’amministratore delegato di OIKI, «sono per un anno diviso in due parti distinte: nel primo semestre non ci dovrebbero essere particolari problematiche, mentre per il secondo si hanno più difficoltà di lettura». Di sicuro, però, «i prezzi non potranno che tener conto del costo delle materie prime, della logistica e dell’energia e non è ipotizzabile un loro calo, visto peraltro che i produttori hanno già aggiunto tra 150 e 200 euro la tonnellata».

La distribuzione, ha poi spiegato Alessandro Bettuzzi, «teme il gap tra prezzo asiatico ed europeo e, anche se non ci aspettiamo un’invasione, stiamo attenti a questo, come pure al gap tra rottame e materiale finito». Perché «l’effetto inflattivo galoppante che si sta riverberando a valle della filiera mette in difficoltà chi deve competere all’estero, tanto che alcuni operatori non comprano proprio per questo motivo».

Secondo Bettuzzi, poi, «il Green Deal europeo, che comunque presenta dei costi che non saranno sostenibili nel lungo periodo, non dovrebbe avere una ricaduta considerevole sui centri servizio, dato che la loro attività non è molto impattante sull’ambiente».

Rispondendo alla domanda relativa alle possibili conseguenze dell’acquisizione di Acciai Speciali Terni da parte del gruppo Arvedi, Alessandro Bettuzzi, dopo aver detto che «l’operazione deve essere un motivo di orgoglio per la nazione», ha spiegato che a suo parere «non ci saranno stravolgimenti sul mercato nazionale dell’inox e che il gruppo Arvedi metterà certamente a punto un piano industriale adeguato».


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