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Marzorati: «Per il 2022 ci sono margini per un'ulteriore leggera crescita»

L'Ad di Cogne quantifica l'output 2021 in 170mila tonnellate, e indica il Brasile tra i mercati più interessanti

Translated by Deepl

Le principali tendenze e peculiarità del mercato dell’acciaio inox nel 2020-2021 sono state affrontate dall’Ad di Cogne Acciai Speciali, Eugenio Marzorati. Il manager è stato intervistato dal responsabile dell’Ufficio Studi siderweb Stefano Ferrari nel webinar "Inox: domanda forte, prezzi record".

«Abbiamo vissuto il 2020 e il 2021 in linea con il mercato europeo – ha spiegato Marzorati -. I prodotti lunghi in acciaio inossidabile a livello continentale vedono un livello medio di domanda e consumo di circa 1,3 milioni di tonnellate annue, su una base storica degli ultimi otto anni. Per dare un’idea chiara di come si siano evoluti questi due anni anomali, basti pensare che il 2020 si è chiuso con 1,04 milioni e il 2021 con 1,28 milioni di tonnellate. Sul fronte produttivo le stime dell’ISSF hanno quantificato l’output europeo a 1,1 milioni di tonnellate nel 2020 e di circa 1,35 milioni di tonnellate nell’anno successivo. Salta immediatamente all’occhio che la produzione è superiore al consumo interno, questo perché il saldo dell’export è positivo per l’Europa. L’import mediamente oscilla tra le 250mila e le 300mila tonnellate, mentre l’export è leggermente superiore».

Per il 2022 le attese sui vari indici dell’acciaio inossidabile sono di un’ulteriore piccola crescita.
Per Marzorati però è difficile fare una stima esatta, dal momento che normalmente il comparto sfrutta solo il 70% della capacità produttiva installata, ma soprattutto si fatica a trovare la manodopera qualificata necessaria per poter innalzare con velocità i livelli produttivi.

«Anche per quanto riguarda il nostro gruppo i vari indici rispecchiano i differenziali percentuali internazionali. Per quanto riguarda la nostra produzione, nel 2020 è stata di 135mila tonnellate, mentre il 2021 è stato chiuso a quota 170mila tonnellate di output. Con il 2022 ancora in crescita ma senza fiammate, dato che aumentare la produzione in maniera repentina risulta complesso ad oggi, come spiegavo poco fa».

Secondo Marzorati la domanda al momento appare “drogata” da una congiuntura eccezionale e, come aveva detto il collega Amenduni nell’appuntamento dedicato all’inox dello scorso anno, «la paura di non trovare materiale va a inflazionare la domanda»; un fattore che ha portato però marginalità significative per l’intero comparto.

Marginalità che però difficilmente potranno essere replicate, perché variabili come l’energia hanno avuto andamenti fuori controllo, al punto da dover inserire una componente extra del prezzo dedicata a questa voce di costo.

«È difficile equilibrare il prezzo dell’energia, dal momento che è una variabile esogena e quindi non si ha facoltà di influenzare il mercato – ha spiegato Marzorati -. Pertanto, per ridurre le perdite legate a questa voce di costo dal mese di ottobre si è pensato di introdurre uno strumento per adeguare le quotazioni.  Purtroppo per il nostro Paese non c’è una politica di rilancio energetico che vada a favorire gli energivori. Politiche che mi auguro che arrivino il prima possibile perché la situazione sta diventando veramente pesante».

Spostando l’attenzione sul nickel e le altre materie prime per gli acciai inossidabili, si nota che nel 2020 il nickel era a 12mila dollari la tonnellata, oggi siamo arrivati a 24mila dollari la tonnellata. «Anche il cromo ha vissuto una fase analoga nel 2020 costava 0,01 dollari la libra, oggi siamo a 1,8 dollari la libra. Il molibdeno ha avuto un rincaro persino superiore passando dal 7 ai 19 dollari la libra. Questi sono tutti elementi che fanno esplodere la componente materia prima negli acciai inossidabili».

L’intervento ha poi offerto un focus sugli investimenti ambientali, un tema particolarmente sensibile per tutti i produttori siderurgici europei.

«Il nostro piano di investimenti nella sua ultima versione è un piano da oltre 110 milioni di euro, nel prossimo triennio. Di questi un 30% è dedicato alla sostenibilità e ai criteri ESG. Devo però dire che il concetto di sostenibilità è un elemento che la buona amministrane aziendale si è sempre portata dietro. Ritengo però che rendere evidente questi elementi con criteri condivisi sia un elemento di crescita importante. I temi che credo ci accompagneranno in questi anni saranno quelli della salvaguardia delle risorse e l’ambizione è quella di arrivare a non produrre alcun tipo di rifiuto nella nostra linea produttiva».

La conclusione è stata dedicata ad una panoramica internazionale, con particolare attenzione ai Paesi dove Cogne conta una presenza diretta.

«Prevedere il futuro è veramente difficile soprattutto in anni complicati come gli attuali – ha concluso Marzorati -. Quello che si può però fare è un’analisi storica per provare ad individuare quali potrebbero essere le tendenze più probabili. Guardando all’estero vorrei spiegare perché siamo andati in Cina e in Messico per finire l’acciaio prodotto ad Aosta. Ci siamo andati per una possimità al cliente finale. Questo approccio ha premiato per farsi riconoscere come fornitori di qualità premium».

Tra i Paesi più interessanti per il produttore c’è anche il Brasile, anche se secondo Marzorati non vi sarebbero ancora le condizioni per l’apertura di un’unità produttiva.

 


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