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Mercati stabili nonostante i panorami divergenti

Materie prime in stabilizzazione mentre il sentiment in Cina e Turchia muove in direzioni opposte

 di Emanuele Norsa

La seconda parte di aprile è stata caratterizzata da una sostanziale stabilità dei valori delle materie prime, nonostante il sentiment del mercato cinese e quello del mercato turco abbiano continuato ad essere molto differenti. Se in Cina la domanda domestica ha segnato durante aprile una importante ripresa, dando supporto al prezzo del minerale di ferro a livello globale, in Turchia il mercato continua ad essere incerto nonostante il rottame si sia attestato in modo stabile intorno ai 350 dollari la tonnellata CFR Turchia.
Nelle ultime due settimane di aprile il valore del minerale di ferro è rimasto stabile intorno ai 65 dollari la tonnellata CFR Qingdao, con una punta oltre i 67 dollari la tonnellata CFR Qingdao registrata il 19 di aprile. Messi in confronto con i livelli di prezzo registrati dal minerale di ferro nella seconda metà di aprile 2017, il mercato sembra essere in linea, ma è importante notare che lo scorso anno il mercato ha subito un forte trend ribassista fino a metà giugno; oggi invece il sentiment sembra molto più sostenuto grazie alle buone performances della domanda cinese. Posco, il produttore sud coreano, ha confermato la scorsa settimana che si attende che il prezzo medio del minerale di ferro durante il secondo trimestre rimarrà sui livelli di 65-70 dollari la tonnellata, in linea più o meno con i movimenti registrati durante le ultime due settimane di aprile.
Sul fronte del rottame il mercato rimane più incerto nonostante la sostanziale stabilità registrata negli ultimi quindici giorni. I produttori di acciaio turchi continuano a soffrire sul fronte delle esportazioni l’incertezza geopolitica e il livello del rottame potrebbe risentirne ancora nelle prossime settimane. È però importante notare che il forte trend ribassista iniziato a metà marzo e che ha portato ad una erosione dei prezzi del rottame di importazione turca di circa 30 dollari la tonnellata sembra essersi rallentato.
In questo scenario è necessario però tenere d’occhio anche i livelli dei semilavorati venduti da Mar Nero; le billette russe e ucraine, infatti, hanno continuato a soffrire dell’incertezza del mercato turco e il prezzo è sceso ulteriormente nelle ultime settimane avvicinandosi a 500 dollari la tonnellata FOB Black Sea, 50 dollari la tonnellata al di sotto del picco storico registrato a metà marzo di questo anno.
A metà aprile la World Steel Association ha pubblicato come ogni sei mesi il suo report rispetto alle aspettative della domanda globale di acciaio. Secondo l’associazione la domanda di acciaio globale crescerà del +1,8% quest’anno e solo del +0,7% nel 2019. In particolar modo in Cina per il 2018 la domanda sarà più o meno stabile, mentre nel 2019 wordsteel ritiene che la domanda subirà una decrescita di -2%. In un contesto tutto sommato positivo al di fuori della Cina, l’America del Sud sarà la zona dove la domanda crescerà più rapidamente, continuando una ripresa iniziata lo scorso anno a seguito della grave crisi del settore registrata dal 2014. È importante notare che rispetto all’outlook pubblicato lo scorso ottobre, worldsteel ha abbassato un pochino la sua previsione per il 2018, in particolare per una crescita minore delle aspettative nella zona dell’Asia e dell’Oceania.

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Opportunità e rischi: dazi USA
Il primo maggio è scaduto ufficialmente il termine imposto dal governo Trump per negoziare con alcuni Paesi selezionati una definitiva esenzione dai nuovi dazi del 25% per le importazioni di acciaio negli Stati Uniti. Alcuni importanti Paesi come il Brasile, l’Argentina e l’Australia hanno ricevuto dal governo americano la conferma della loro esenzione permanente ai dazi, in cambio di misure alternative che includono nella maggior parte dei casi l’imposizione di limiti e quote per le importazioni, sulla base dei volumi venduti negli Stati Uniti negli ultimi tre anni. L’Unione europea, il Canada e il Messico, nel frattempo, hanno solamente raggiunto l’obbiettivo di estendere l’esenzione temporanea per un ulteriore mese, continuando quindi gli sforzi diplomatici per la negoziazione. John Ferriola, CEO di Nucor e uno dei maggiori supporter dell’annuncio di Trump riguardo all’imposizione dei nuovi dazi, ha espresso il suo disappunto per l’estensione dell’esenzione temporanea sottolineando, se mai ce ne fosse bisogno, che la mossa del presidente continua ad avere un buon supporto interno, nonostante i conflitti che sta scatenando a livello globale e che potrebbe aprire all’interno del WTO.

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Europa nel mondo
Tra i mercati che hanno ricevuto la possibilità di negoziare una permanente esenzione dai dazi USA c’è la Comunità europea. La posizione ufficiale rimane quella di non concedere nulla agli Stati Uniti in cambio dell’esenzione, ma a livello politico molti si stanno muovendo sulla base anche dei possibili benefici di una esenzione permanente.
Mentre Eurofer continua a supportare l’imposizione di nuove tariffe in Europa per tutelare i produttori dai possibili volumi re-indirizzati dal mercato globale, il settore dei lunghi, in particolar modo, sta godendo di nuove opportunità per esportare tondo e vergella negli Stati Uniti, a seguito della mancanza di competizione di altri fornitori storici come i turchi. A conferma di questo trend è possibile analizzare il prezzo del tondo domestico in Italia e Spagna e il valore dello stesso offerto per l’esportazione da Sud Europa. A fine aprile i produttori dei Paesi mediterranei hanno continuato a mantenere le loro offerte per l’esportazione a livelli di poco inferiori a 500 euro la tonnellata FOB, mentre sui mercati domestici in Italia e Spagna il tondo ha sofferto la flessione del rottame ad aprile, portandosi a livelli anche al di sotto di 470-480 euro la tonnellata.
Sul fronte dei prodotti piani, invece, la persistente incertezza del mercato turco ha portato a qualche scossone nel mercato delle bobine zincate. I produttori di acciaio turchi, infatti, hanno cominciato durante il mese di aprile ad essere molto più aggressivi nelle loro offerte sull’Europa. Se sulle bobine a caldo la capacità di essere competitivi rimane limitata, sul mercato dello zincato i commercianti in Europa hanno confermato che le offerte turche hanno avuto i primi impatti anche sulle offerte delle acciaierie domestiche. Per maggio la situazione potrebbe però cambiare se la ripresa dei prezzi delle bobine in Cina avrà l’impatto atteso sul mercato globale, risollevando il sentiment che da fine febbraio ha sofferto nonostante i ribassi relativamente contenuti.

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Fronte Italia
: prezzi stabili ma attenzione all’export
Sul fronte italiano la seconda metà di aprile sembra aver portato una maggiore tranquillità dal punto di vista dei prezzi per il rottame, i lunghi e i prodotti piani. La stabilizzazione, seppur fragile, dei livelli del rottame turco ha rialzato le aspettative di questo settore nel mercato domestico per l’inizio di maggio. I produttori di lunghi dovrebbero quindi essere in grado di supportare i loro prezzi per i prodotti finiti e solamente un, al momento inaspettato, annuncio dell’imposizione dei dazi sulle esportazioni negli Stati Uniti potrebbe cambiare radicalmente l’outlook.
Per quel che riguarda le bobine, il mercato italiano rimane relativamente lento dal punto di vista degli ordini, ma nelle ultime due settimane il prezzo delle esportazioni cinesi della bobina a caldo ha recuperato circa 10 dollari la tonnellata risollevando le aspettative degli operatori di settore per il prossimo mese.
A livello domestico le conversazioni con ArcelorMittal e JSW continuano, seppur senza importanti avanzamenti, riguardo alla riorganizzazione di due dei maggiori poli siderurgici. Ciononostante, in uno dei più importanti mercati per l’export italiano, l’Algeria, si è confermato il piano di rilancio dell’ex acciaieria controllata da ArcelorMittal ad Annaba, grazie alla partnership con il gruppo di Dubai Emarat Dzayer. A piena capacità il rilanciato stabilimento di Annaba, oggi funzionante a rilento, potrà produrre 1,3 milioni di tonnellate di acciaio liquido per il mercato locale confermando, se mai ce ne fosse bisogno, che questo mercato continuerà a ridursi per i fornitori di prodotti siderurgici italiani e rappresenterà sempre meno la valvola di sfogo di alcune sovraccapacità effettive.

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  • Commento utente

    Hps Steel

    "BOBINE" = Coils ?

  • Davide Lorenzini

    Davide Lorenzini

    Gent.mo HPS STEEL grazie per il suo commento. Come già da lei evidenziato bobine è un sinonimo di coils.


“Io combatto non per me, ma per i miei piccoli fratelli che stanno dormendo per terra, per la gente di colore che non può mangiare”

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